UNA VITA DI TROPPO – Antonio Falco

Trama

Chico, studente quindicenne appassionato di informatica, assiste al rapimento di un giornalista antimafia protetto dalla scorta. Sul fatto indaga la Squadra T, nucleo di eccellenza della Questura di Torino. Contemporaneamente, in un laghetto ghiacciato nei dintorni di Bardonecchia, viene trovato il cadavere di una donna. Sul presunto omicidio indaga la locale stazione dei Carabinieri, diretta dal maresciallo Calitri. Per entrambi i casi gli indizi sono pochi e complicati da depistaggi e segretazioni ma, mettendo insieme labili tracce e strane coincidenze, gli inquirenti scopriranno che sono collegati da un sottile filo di mistero.

Recensione a cura di Manuela Fontenova

Provate a immaginare di leggere in uno stesso romanzo le storie parallele di personaggi che avete già apprezzato in due differenti libri. Immaginate anche che uno di questi lo abbiate incontrato per la prima volta nel 1981 a bordo di una Ritmo d’ordinanza, per seguirlo nell’anno successivo, quello dell’Italia campione del Mondo. Poi, seguitemi nella Questura di Torino dove sta nascendo una sezione speciale La Squadra T, che si occuperà di rapimenti e sparizioni. Facciamo passare un paio d‘anni per loro e circa una quarantina per l’altro e facciamoli conoscere e lavorare insieme.

Cosa mai potrebbe succedere?

Ve lo dico io: 557  pagine di pura goduria letteraria!

I due romanzi cui accennavo sopra sono La stella sei punte (2018) e Ultime volontà di Arturo Musini (2020). Nel primo ci viene raccontata la nascita della famosa Squadra T alle prese con la misteriosa scomparsa di una ragazza: le indagini si intrecciano alla vita del nuovo nucleo investigativo in un saliscendi di tensione e disperazione per arrivare a un colpo di scena davvero spiazzante. Nel secondo invece, torniamo nei mitici anni ‘80 dove il giovane Giovanni Calitri, maresciallo salentino in servizio tra le montagne della Val di Susa, si trova sulle spalle ben due casi da risolvere: dare un’identità e una storia al corpo che una frana ha liberato dopo anni di indegna sepoltura, e risolvere le beghe legate a un’altra ben più dignitosa sepoltura che sembra sconvolgere le abitudini del piccolo paesino di Pindemonte.

E arriviamo a Una vita di troppo

Quando a Torino viene rapito un noto giornalista che da anni lotta contro la mafia, sotto scorta e in pieno giorno, la Squadra T entra subito in azione trovandosi “tra i piedi” Chico, quindicenne genio del computer, testimone del crimine. Che fine ha fatto Giordano Marino? Come può essere scomparso senza lasciare traccia?

Contemporaneamente il Maresciallo Calitri è alle prese con un cadavere rivenuto nel lago ghiacciato di Rochemolles, una donna con un passato assai misterioso, tanto da trasformare un caso apparentemente semplice in un rompicapo che potrebbe far scomodare le sfere alte della giustizia. Ma Calitri non è tipo da lasciar correre e grazie al fidato amico Bartolomeo, Il pescatore di Borgo Vecchio, punta dritto alla verità. Ma quale verità? Sarà solo legando due casi apparentemente così lontani che i poliziotti di Torino e i carabinieri di Bardonecchia potranno finalmente dare un senso a una vicenda che ha del surreale. In modo casuale e insperato gli uni troveranno negli altri i pezzi mancanti per ricostruire i fatti, gettando le basi per una futura collaborazione e una sincera amicizia.

Una vita di troppo è romanzo sorprendente sotto tanti aspetti, primo tra i quali la lunghezza: 557 pagine non sono uno scherzo, anzi è quasi una sfida quella di mantenere costante l’attenzione del lettore e Antonio Falco ci riesce magistralmente perché non c’è una pagina che sia noiosa o che valga la pena saltare per velocizzare la lettura, incredibilmente succede sempre, sempre, qualcosa che ti tiene incollato al libro.

La scrittura è fluida, chiara e precisa, i dialoghi incalzanti e credibili, le scene sono costruite alla perfezione con sprazzi di vita quotidiana che ci aiutano a conoscere meglio i protagonisti.

Le ambientazioni, che siano al chiuso o all’aperto sono curate nei minimi dettagli, dai meravigliosi boschi della Val di Susa alla periferia torinese scena del rapimento, tutto concorre alla totale immersione del lettore in una storia che mai si avvale di espedienti facili per creare connessioni tra i fatti. Non c’è mai una forzatura per far collimare dati e indizi, l’autore ha studiato e ricostruito con attenzione certosina i casi tanto da poter dipanare la matassa srotolando gli innumerevoli fili che legano ogni pezzetto all’altro con una consequenzialità inappuntabile.

Se in ogni romanzo ci si lega a un personaggio in particolare, io ammetto di avere un grandissimo affetto per il maresciallo Calitri: sarà che l’ho lasciato nel 1982 e me lo sono ritrovato un uomo fatto  e d’esperienza, e che negli anni trascorsi dalla prima indagine che me lo ha fatto conoscere io l’ho sempre immaginato crescere professionalmente, imparare ad amare quelle asperità del luogo, lui che viene da una terra di sole e mare. Sarà che la sua alta levatura morale mi sembra quasi contagiosa, insomma il buon Calitri è entrato nel mio cuore.

Antonio falco è un autore di altissimo livello, Una vita di troppo è l’inconfutabile prova di una sapiente capacità narrativa ma anche di una grande sensibilità nel tracciare figure cosi vere, umane e imperfette nella loro bellezza o meschinità.

Fidatevi, questo è un romanzo sensazionale!

Dettagli

  • Genere: giallo
  • Copertina flessibile: 557 pagine
  • Editore: Il ciliegio (18 febbraio 2021)
  • ISBN-10: 8867717669
  • ISBN-13:978-8867717668

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