Stasera al cinema… Croce e Delizia di Simone Godano

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Trama

Croce e Delizia, il film di Simone Godano, vede protagoniste due famiglie molte diverse tra loro. I Castelvecchio, eccentrici e con una mentalità aperta, ma narcisisti e disuniti. I Petagna sono tutto l’opposto: gente molto affiatata, di estrazione sociale più umile, dai valori tradizionali ma conservatori. Come mai queste due famiglie così diverse si ritrovano a trascorrere le vacanze estive insieme?Lo sanno solo i capifamiglia Tony e Carlo l’inaspettato annuncio del loro amore scardinerà gli equilibri delle due famiglie ma soprattutto quelli di Penelope e Sandro, i loro rispettivi primogeniti.

 Recensione a cura di Stefania Ghelfi Tani

La regia di Simone Sodano e la sceneggiatura di Giulia Steigerwalt propongono un soggetto attuale e delicato sviluppato con tono leggero, in una commedia dai risvolti comici anche grazie alla bravura di tutti i personaggi, in primis Tony Castelvecchio interpretato da Fabrizio Bentivoglio, bravissimo e credibile nel rendere il suo ruolo pur rischiando, talvolta, di cadere nella caricatura di se stesso e Carlo Petagna rappresentato da Alessandro Gassman, altrettanto valente nel rendere l’autenticità e la sensibilità del suo personaggio.

Una coppia, un dualismo fisico e caratteriale, con i due che sembrerebbero molto male assortiti, provenienti da mondi all’opposto, totalmente differenti sotto ogni punto di vista. La rivelazione che fanno alle rispettive famiglie lascia prima incredulità, poi rifiuto e al tempo stesso innesca lo svelamento di dolorosi rancori latenti, mandando in frantumi gli equilibri.

I rispettivi figli maggiori: Penelope, un’intensa Jasmine Trinca e Sandro, un genuino Filippo Scicchitano, anch’essi agli antipodi, si coalizzano per boicottare le intenzioni paterne e vanno a ribaltare i ruoli generazionali. Emerge soprattutto il personaggio della Trinca che si rivela, anche grazie ai momenti di dialogo e condivisione con Gassman, il fulcro emotivo della pellicola e di conseguenza la più soggetta ad un cambiamento.

La scena del ballo collettivo è bellissima, divertente e si rivela un momento di complicità spontanea che lascia ben sperare.

Una commedia che tratta i temi dell’identità sessuale e delle relazioni familiari complicate, le diversità di scelta e culturali, presentati senza moralismi e giudizi. Croce e delizia racconta come guardare all’altro con apertura sia il giusto percorso per l’accettazione in ogni ambito, e che fare uno sforzo per conoscersi potrebbe portare a vedere l’altro per quello che è realmente, forse non troppo dissimile da noi, nonostante le differenze palesi.

Un invito alla tolleranza, all’accoglienza, alla comprensione.

 

Eleanor Oliphant sta benissimo – Gail Honeyman

Trama

Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: benissimo. Non bado agli altri. So che spesso mi fissano, sussurrano, girano la testa quando passo. Forse è perché io dico sempre quello che penso. Ma io sorrido, perché sto bene così. Ho quasi trent’anni e da nove lavoro nello stesso ufficio. In pausa pranzo faccio le parole crociate, la mia passione. Poi torno alla mia scrivania e mi prendo cura di Polly, la mia piantina: lei ha bisogno di me, e io non ho bisogno di nient’altro. Perché da sola sto bene. Solo il mercoledì mi inquieta, perché è il giorno in cui arriva la telefonata dalla prigione. Da mia madre. Dopo, quando chiudo la chiamata, mi accorgo di sfiorare la cicatrice che ho sul volto e ogni cosa mi sembra diversa. Ma non dura molto, perché io non lo permetto. E se me lo chiedete, infatti, io sto bene. Anzi, benissimo. O così credevo, fino a oggi. Perché oggi è successa una cosa nuova. Qualcuno mi ha rivolto un gesto gentile. Il primo della mia vita. E questo ha cambiato ogni cosa. D’improvviso, ho scoperto che il mondo segue delle regole che non conosco. Che gli altri non hanno le mie stesse paure, e non cercano a ogni istante di dimenticare il passato. Forse il «tutto» che credevo di avere è precisamente tutto ciò che mi manca. E forse è ora di imparare davvero a stare bene.

Voce di Roberto Roganti

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Morte al Villaggio Giardino – Roberto Roganti

 Trama

Un giallo veloce e maneggevole ambientato “a zonzo per Modena”. Sei amici descritti in chiave più o meno grottesca, un gruppo che può sembrare sconclusionato e irreale, ma proprio il concetto di “gruppo” è la molla vincente che consente al protagonista del romanzo, un giovane e intraprendente giornalista, di provare a risolvere un caso all’apparenza abbastanza confuso. Un’indagine che appassiona e diverte dalla prima all’ultima pagina, oscillando dal melodramma alla commedia fino all’inevitabile epilogo.

Voce di Roberto Roganti

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