Oggi parliamo con… Sergio Peter

L’ospite di Alessandro Noseda Oggi è Sergio Peter. Buona Lettura!

Il primo libro che hai letto?

Dev’essere stato probabilmente “Il viaggio meraviglioso di Nils Holgersson” della Lagerlof, in quarta elementare o quinta.

 

Che lettore sei?

Sono un lettore scriteriato, leggo di tutto e a tutte le ore, in maniera disordinata, saltando di palo in frasca. Mi preparo degli elenchi di libri da leggere, e poi li leggo. Succede delle volte che di certi autori mi innamoro e affronto l’opera completa. E’ successo con Brodskij, Calvino, Celati, Bernhard, e ora Houellebecq…

Le righe che avresti voluto scrivere tu?

Ecco queste:”Quando il bambino era bambino, | se ne andava a braccia appese, | voleva che il ruscello fosse un fiume, | il fiume un torrente, | e questa pozza, il mare. || Quando il bambino era bambino, | non sapeva d’essere un bambino, | per lui tutto aveva un’anima | e tutte le anime eran tutt’uno. || Quando il bambino era bambino, | su niente aveva un’opinione, | non aveva abitudini, | sedeva spesso a gambe incrociate, | e di colpo sgusciava via, | aveva un vortice tra i capelli | e non faceva facce da fotografo”. (Peter Handke)

 

Lo stato d’animo ideale per l’ispirazione?

E’ uno stato d’incantamento tra il sogno e la coscienza, la stanchezza fisica e il dormiveglia aiutano molto. Una feconda delirante depressione.

 

Da dove nasce un libro?

Credo nasca sempre da un trauma. Almeno, a me succede così.

 

Tre romanzi imperdibili?

Ulisse di Joyce, Berlin Alexanderplatz di Doblin, I fratelli Karamazov di Dostoevskij.

 

Lasciaci con una ricetta e una citazione: 

Io mi nutro con pasti frugali. Una mia scoperta recente è che mischiare del farro con patate, carote e polpa di pomodoro genera un primo niente male, e salutare. La citazione viene da Dettato, il mio romanzo d’esordio, a pagina 13: “Tra le cause di redenzione le statistiche non contemplano il fallito suicidio”.

 

 

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