Intervista a cura di Emanuela Di Matteo
James Fantauzzi, autore di numerose graphic novel, l’ultima delle quali è il bel fumetto storico “La Guerra Dei Marsi”, ha origini fieramente abruzzesi ma è di cultura e formazione francese (ha studiato a Lione per molti anni). Oggi è con noi di Giallo e Cucina per una conversazione che parte dai suoi ricordi e che diventa subito di ampio respiro; dai lavori di fumettista fino ad arrivare all’Italia di oggi, James Fantauzzi ci racconta la ricerca di un senso etico che in molti hanno perduto…
James, ogni tua graphic novel è legata strettamente a un determinato fatto storico. Ti consideri più uno studioso o un artista?
Non sono un vero artista e non ho una formazione accademica. Sono cresciuto con i mensili di Batman degli anni 70 in Francia, disegnati dal grande Neal Adams e sono stato da adulto un grande appassionato di Dylan Dog, il capolavoro di Sclavi. Tra i miei referenti artistici di sempre inserirei soprattutto Alan Moore e le sue storie (V per Vendetta in primis e Killing Joke, la storia di Jocker). Amo l’arte, ma da semplice profano. Provengo artisticamente dallo “tsunami” punk che devastò e rivoluzionò gli assetti culturali mondiali dalla seconda metà degli anni 70. Un’ondata devastante che ebbe tra i suoi tanti motti: “non è importante essere diplomato al conservatorio o all’istituto d’arte per “creare” ma se hai qualcosa da dire, fallo ugualmente”. Motto che applico anche nella musica ovviamente. I lavori fumettistici che ho realizzato sono legati a precisi contesti storici e lo sforzo è stato doppio per realizzarli poiché, oltre a illustrare, diventavo ogni volta un ricercatore in ambito storiografico. Per rispondere alla tua domanda, quindi, mi considero di più uno studioso.
Quale è il lavoro a cui sei legato di più o di cui sei più fiero?
Non amo molto i miei lavori, pur rispettandoli. Quando li rivedo ci scopro difetti insopportabili. Questo “blocco” riguarda tuttavia anche le mie vecchie produzioni musicali: non riesco ad ascoltare mie performance registrate in passato. Ricevo tuttavia in privato tanti complimenti da “addetti ai lavori” per 2 opere fumettistiche in particolare che hanno richiesto tantissimi mesi di intensa ricerca storica: i graphic novel “Spartacus” (la biografia del famoso gladiatore ribelle realizzato per ragazzi) e la “Guerra dei Marsi” (che narra le fasi della Guerra Sociale nel 91 a. C. tra Italici e Romani), il mio ultimo lavoro. Quando vedi alcuni docenti universitari (ma non solo) congratularsi con te poiché hanno capito lo sforzo accademico che c’è dietro un’opera, metto un po’ da parte la mia innata repulsione a rileggere le mie produzioni artistiche.