Non aprite quella morta – Joe R. e Kasey Lansdale

Trama

Dai jinn infuriati alle ombre malevole, dagli spettri di antichi viaggiatori fino ai mutaforma succhiatori di anime, Joe R. Lansdale e sua figlia Kasey danno vita alle avventure di un duo di detective donne come non si era mai visto nella letteratura del sovrannaturale. Che si tratti di un faro maledetto, di una villa infestata in Italia, di un inquietante sfasciacarrozze in Texas o di un sinistro villaggio sotterraneo, Dana Roberts e la sua assistente Jana si ritrovano ogni volta a indagare su casi inspiegabili e parecchio pericolosi. Ad assisterle, oltre all’intuito infallibile e un ingegno analitico che tanto ricordano quello di Sherlock Holmes e John Watson, una serie di preziosissimi oggetti-amuleti: acqua santa, candele fatte di grasso umano, polveri benedette, terra di cimitero e vari strumenti di magia che acquistano potere grazie alla fede di chi li possiede. Qualsiasi cosa pur di impedire agli esseri provenienti da altre dimensioni di creare scompiglio nel nostro mondo. Una raccolta di storie inedite popolate da personaggi memorabili che colloca Joe e Kasey Lansdale al fianco dei maestri dei libri dell’orrore.

Recensione a cura di Roberta Castelli

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IL TEMPO DELL’ODIO – ANTONIO LANZETTA

TRAMA:

Cilento, estate del 1943. Michele ha quattordici anni e vive con la madre e le sorelle in un casolare isolato. È tardo pomeriggio quando, di ritorno da una giornata di lavoro nei campi, vede una camionetta di fascisti sulla strada che lo porta a casa. Capisce subito che sta accadendo qualcosa di terribile e, sentendosi impotente, si nasconde in mezzo ai cespugli. Mentre le donne urlano disperate, Michele viene scoperto e per non essere ucciso è costretto a scappare nel bosco. Per Michele questo evento segna la fine dell’adolescenza, l’incontro con la brutalità e la violenza. Comincia un viaggio iniziatico all’insegna della vendetta, dell’odio e del desiderio di trovare le sorelle che sono state rapite. Ferito e sconvolto viene accolto da una vecchia vicina che lo cura offrendogli un nascondiglio. Nel frattempo scopre che anche altre ragazze del paese stanno sparendo. Giovani donne strappate alle loro famiglie. Chi si cela dietro tutto questo e che fine fanno le vittime? Sono i giorni che precedono lo sbarco degli alleati a Salerno e i nazisti sono fuori controllo. Sono loro i responsabili? Michele si unisce a un gruppo di briganti, guidati da un uomo misterioso che si fa chiamare Teschio, che gli mostrerà il loro particolare codice criminale e gli insegnerà il valore dell’onore. Insieme a loro scoprirà una terribile verità.

RECENSIONE  a cura di Edoardo Todaro:

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Il labirinto delle nebbie – Matteo Cavezzali

Trama

Bruno Fosco è tornato vivo dal fronte della Grande Guerra, ma non è più l’uomo di quando è partito. Forse è anche per questo che accetta il ruolo di ispettore ai confini del mondo, ovvero nella stazione di polizia di Afunde, un villaggio nella palude del delta del Po in cui vivono solo donne, perché nessun uomo è sopravvissuto al fronte. Insidie, nebbia e cupe storie circondano il villaggio, mentre i suoi edifici sprofondano ogni giorno di più nel terreno fangoso. Quando viene trovata morta Angelina, con un misterioso simbolo sul collo, comincia una vera e propria battuta di caccia al suo assassino dentro i labirintici percorsi della palude. La bellissima e sfuggente Ardea sembra sapere molto di più di quello che si riesce a “leggere” dentro la realtà ingannevole e ancestrale dalla quale il forestiero è stato inghiottito assieme al suo sottoposto Della Santa e al vecchio e burbero anarchico Primo. Su Fosco e Ardea, e su tutto il paese, incombe l’eredità di violenza che la guerra, come tutte le guerre, ha lasciato dietro di sé.

Recensione a cura di Dario Brunetti

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Oggi parliamo con… Mauro Zanetti

Intervista di Manuela Baldi

Ho il piacere di dare il benvenuto su Giallo e Cucina a Mauro Zanetti. autore di : “Tracce parallele”, “La belva di Garait”, “I fili del mondo” tutti usciti con la casa editrice  Nulla Die.

1.MaBal  – Mauro vuoi dirci chi sei e come inizi a scrivere?

M.Z.  Sono un insegnante di Trento, laureato in lettere e filosofia con una tesi in storia del Trentino. Scrivo da sempre, sin da ragazzino è stato un mio modo per comunicare a me stesso e agli altri pensieri, emozioni e stati d’animo. All’università ho iniziato a prendere in considerazione l’idea di farne qualcosa di più e così ho partecipato a qualche concorso letterario con dei racconti brevi. Poi, un po’ alla volta, è iniziata l’avventura dei romanzi.

2.MaBal  Fino ad ora sono usciti tre libri, diversi fra loro come genere e stile, come scegli le storie da raccontare?

M.Z. I primi romanzi sono due noir mentre il terzo è un libro storico sempre però venato di mistero e colpi di scena, in realtà credo che lo stile sia lo stesso in quanto la mia propensione da lettore verso le storie noir e verso i racconti storici si riflette poi nelle mie scelte da scrittore. Le trame nascono spesso da un episodio contingente, non necessariamente importante o grandioso ma che mi colpisce per qualche motivo, sul quale poi ricamo con la fantasia una trama che cerco di rendere il più avvincente possibile.

3.MaBal – Seguendoti sui social, so che per te l’ambientazione è importante, vuoi spiegare a chi ci legge perché?

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LE MOGLI HANNO SEMPRE RAGIONE – Luca Bianchini

Trama

Il maresciallo Gino Clemente ama la canottiera bianca, il karaoke, il suo labrador e soprattutto la moglie Felicetta, e coltiva un unico desiderio: andare presto in pensione. Dopo anni passati lontano da casa, viene finalmente trasferito nel suo paese d’origine, Polignano a Mare, a ridosso della festa patronale di San Vito che dà inizio all’estate. Per l’occasione, la famiglia allargata degli Scagliusi decide di celebrare il compleanno della piccola Gaia con una “festa nella festa”, durante la quale Matilde può inaugurare e soprattutto mostrare la sua nuova masseria a parenti e pochi amici. Non mancano i manicaretti peruviani preparati dalla fedele Adoración, la tata tuttofare della famiglia. Oltre a Ninella, don Mimì e a tutti i protagonisti di “Io che amo solo te” è stato invitato anche il maresciallo Clemente che però declina, ma sarà chiamato con urgenza sul posto: Adoración è stata trovata senza vita nel salottino degli angeli collezionati con amore dalla padrona di casa. È subito chiaro che non si tratta di una morte accidentale. Chi può essere stato? Nel pieno della notte di San Vito, il maresciallo si troverà ad affrontare un po’ controvoglia la sua prima vera indagine. Ad aiutarlo nell’impresa ci penseranno la brigadiera Agata De Razza, salentina dai capelli ricci e dalla polemica facile, e l’appuntato Perrucci, il carabiniere più sexy del barese, oltre naturalmente al suo fiuto, a quello del suo cane Brinkley e ai consigli disinteressati della moglie. Per tutti gli abitanti della zona sarà il giallo dell’estate. Tra canzoni stonate, melanzane alla parmigiana, segreti inconfessabili e voci di paese in cui tutti parlano e nessuno dice, Luca Bianchini scrive una commedia esilarante e ci fa vivere nella sua amata Polignano una nuova avventura ricca di colpi di scena, in cui tutte le tessere del mosaico si mettono lentamente a posto per rivelare una sorprendente verità.

Recensione a cura di Manuela Fontenova

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Il rumore dei tuoi passi – Valentina D’Urbano

Trama

In un luogo fatto di polvere, dove ogni cosa ha un soprannome, dove il quartiere in cui sono nati e cresciuti è chiamato “la Fortezza”, Beatrice e Alfredo sono per tutti “i gemelli”. I due però non hanno in comune il sangue, ma qualcosa di più profondo. A legarli è un’amicizia ruvida come l’intonaco sbrecciato dei palazzi in cui abitano, nata quando erano bambini e sopravvissuta a tutto ciò che di oscuro la vita può regalare. Un’amicizia che cresce con loro fino a diventare un amore selvaggio, graffiante come vetro spezzato, delicato e luminoso come un girasole. Un amore nato nonostante tutto e tutti, nonostante loro stessi per primi. Ma alle soglie dei vent’anni, la voce di Beatrice è stanca e strozzata. E il cuore fragile di Alfredo ha perso i suoi colori. Perché tutto sta per cambiare.

Recensione a cura di Marika Campeti

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Detective’s drink – Bevendo si indaga #11 – Marzo 2023

di Manuela Baldi

IDENTIKIT DELLA BEVANDA:

Il Lagavulin è uno scotch whisky single malt. Viene prodotto sull’isola scozzese di Islay. L’acqua che viene utilizzata per la produzione proviene da una zona molto ricca di torba che caratterizza il whisky. La produzione del Lagavulin è molto lenta.

Fumoso e torbato, robusto, corposo, ben bilanciato, morbido, elegante, sottile, cremoso, con una leggera dolcezza al palato, sono questi alcuni degli aggettivi usati per descrivere il Lagavulin. Aggiungendo acqua il sapore non cambia, si ingentilisce. È stato descritto come l’aristocratico delle Islay. Ha un inconfondibile e potente aroma di fumo di torba.

Il PERSONAGGIO

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MILLE GIORNI CHE NON VIENI – ANDREJ LONGO

TRAMA:

Dopo sei anni di reclusione in un istituto di pena, a causa di lunga condanna per omicidio, Antonio Caruso una mattina viene inaspettatamente scarcerato. Sembra che la vita voglia offrirgli una seconda occasione. Ha solo 27 anni e la consapevolezza di aver commesso molti errori; ora quell’occasione vuole sfruttarla. Vuole recuperare l’amore e la stima di Maria Luce, l’adorata moglie che l’ha lasciato non appena ha scoperto che lui aveva ammazzato un uomo. E poi c’è Rachelina, la figlia di sette anni che Antonio ha incontrato solo una volta. Può bastare il desiderio di riconquistare una donna e l’affetto di una figlia che non si è visto crescere, a riscattare una vita sbagliata? O invece il destino di Antonio è quello di perpetrare il male, perché nelle sue vene, come gli ha detto sprezzante il direttore del carcere, scorre solo sangue delinquente? Il destino di Antonio è quello degli eroi, spesso negativi, dei grandi romanzi noir, forse condannati alla sconfitta ma pronti sino alla fine a correre ogni rischio e a combattere qualunque battaglia. Segnato da un personalissimo sentimento della giustizia, da una rabbia in cui convivono il bene e il male, “Mille giorni che non vieni” è un romanzo teso fino all’ultimo respiro, dalle sorprendenti svolte narrative. È il ritratto di un personaggio che insegue se stesso in un labirinto da cui è possibile uscire, ma solo per trovarsi nuovamente al punto di partenza. La tensione che segna ogni pagina non abbandona il lettore neanche a libro finito. Longo mantiene per tutta la narrazione un sentimento puro che incanta, che fa a pugni con le scelte del suo personaggio dettate da quello stesso sentimento.

RECENSIONE a cura di Todaro Edoardo

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