La signora di Reykjavik – Ragnar Jonasson

Trama

Hulda, «la donna nascosta», cela un segreto già nel nome. Ruvida e ribelle, è tra i migliori investigatori della polizia di Reykjavík: a sessantaquattro anni, però, competenza e abnegazione non sono sufficienti, visto che ai piani alti c’è chi è ansioso di mandarla in pensione. Ma Hulda ha dato tutto alla carriera e la prospettiva di dover lasciare il lavoro a cui ha dedicato la sua vita la fa infuriare. Quanto si farà sentire la solitudine? Inevitabilmente, la porta si spalancherà ai vecchi demoni che lei ha sempre ridotto al silenzio. E allora le sue fughe tra le aspre montagne dell’Islanda, per respirare a pieni polmoni la durezza della sua isola, non basteranno più. Ottenuto il permesso di dedicarsi a un’ultima indagine, un cold case a sua scelta, Hulda sa perfettamente qual è il caso che vuole riaprire. Dieci anni prima, una giovane donna, arrivata dalla Russia con la richiesta di asilo politico, era stata trovata morta in una baia non lontana dalla capitale. Le indagini, ingarbugliate e chiuse sbrigativamente da un collega, non avevano portato a una vera soluzione, e ora Hulda vuole dare voce a chi è stato dimenticato troppo in fretta. Vuole la verità. E ha quindici giorni di tempo per trovarla.



Recensione di Marianna Di Felice

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SOUND CRIME – Elliott Smith

RUBRICA DI GIANLUCA MOROZZI

La gabbia toracica, nella sua parte anteriore, è formata da dodici paia di costole.

Le costole proteggono organi vitali, quali polmoni e cuore.

Ci vuole una certa forza per fare qualcosa come – ad esempio – accoltellare una persona al cuore. Bisogna superare quella gabbia, o sapere esattamente dove colpire, là, dietro lo sterno.

Che dolore può procurarti una lama che penetra nel cuore? Quale lancinante sofferenza deve devastarti, se quel muscolo cavo che ti tiene in vita fin dalla tua nascita si lacera?

Com’è possibile accoltellarsi al cuore da soli?

Com’è possibile?

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Il testimone chiave – Sarah Savioli

Trama

Anna, Cantoni e Tonino vengono ingaggiati dai figli di un anziano suicida, Luigi Barani, per investigare su una possibile truffa testamentaria. Barani, industriale vedovo molto benvoluto, ha disposto infatti un lascito in denaro a favore della collaboratrice domestica e i due figli sono convinti che la donna abbia manipolato il padre a suo favore. Grazie al suo talento molto speciale, Anna trova ben presto il modo di interrogare il cane di Barani – un carlino con l’idea fissa del sesso –, scoprendo che la domestica è innocente, ma soprattutto che qualcosa di ben più grave si annida in quella morte. La sera del presunto suicidio il vecchio industriale non era solo in casa: una persona lo ha raggiunto e i due hanno avuto una breve conversazione – poche parole, dopo le quali Barani si è impiccato come eseguendo un ordine. La polizia, però, decide di non riaprire il caso: Cantoni non può certo dire che il suo testimone chiave è un cane, in fondo il suicidio di un anziano solo non stupisce nessuno… L’Agenzia si ritrova a proseguire in solitaria le indagini su incarico della collaboratrice domestica, che non ha mai creduto all’ipotesi del suicidio, mentre il carlino, fiutando che i figli del suo ex padrone hanno intenzione di castrarlo, fugge prima di svelare ad Anna altre informazioni decisive per la risoluzione del caso. Oltre all’indagine e all’indaffarato trantran casalingo con il marito Alessandro, il piccolo Luca e il gatto Banzai, Anna deve fare i conti con il padre, che si ammala, ha bisogno di lei e con il quale c’è tutta una vita da trattare da capo, vecchie ferite da ricucire e nuove forme di comunicazione da costruire. Per fortuna però, sia nella vita privata sia sul lavoro, può avvalersi dello sguardo non convenzionale degli animali di sempre e di quelli incontrati lungo la risoluzione di questo difficile caso: il cane carlino erotomane, una gatta junghiana frustrata dalla convivenza con una psicologa freudiana, una lucertola che si interroga sull’evoluzione del genere umano, un gruppo di pipistrelli che passa da un rave all’altro…

Recensione a cura di Manuela Baldi

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Più nero della notte. Siracusa, 1965. Un’indagine del commissario Portanova – Alberto Minnella

Trama

È una sera calda del giugno del 1965. Nell’isolotto di Ortigia l’aria è ferma. In un appartamento in via Torres viene ritrovato cadavere Emanuele Mangiafico «anni 33, come Cristo, ma coniugato» precisa il brigadiere Melluzzo. È stato picchiato fino alla morte. Dopo aver mosso tre passi nella penombra, Portanova cerca a fatica di raccogliere le testimonianze degli inquilini dello stabile, quasi tutti votati a essere uomini d’acqua salata. A indagine in corso, la prima sospettata è la moglie Apolline Martin, francese dalla pelle dura. Tuttavia, la donna è stata vista lasciare la città molto prima che il pasticcio si verificasse. Tracciando il solco sulla vita della vittima, Portanova cerca a fatica di ricostruire il passato ambiguo di Mangiafico, ambiguo come quegli uomini che, pur di sbarcare il lunario, accettano di fare qualsiasi cosa e per chiunque, senza scrupoli. Nel frattempo, due eventi interrompono la recherche: sul Palazzo di Città dei teppisti scrivono a caratteri cubitali frasi fasciste, mettendo in imbarazzo gli inquilini del Municipio. Poi, una anziana donna di origini ebraiche viene ritrovata carbonizzata nella sua abitazione, una catapecchia rimasta in piedi per miracolo e scampata alla febbre edilizia che ha visto la zona nord della città soffocata da chili e chili di cemento. A causare la morte della donna è stata una vecchia stufa. Nessun delitto, nessun misfatto. Portanova, poliziotto navigato e malinconico, sarà coinvolto in questo tris nero come la notte che renderà Ortigia teatro macabro di una vergogna tutta italiana.

Recensione a cura di Dario Brunetti

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Buoni da mangiare – Mirko Giacchetti

Trama

“L’uomo osserva la fila dei lampioni nella notte. Riesce a contarne ventuno prima che un’altra puttana bussi al finestrino dell’auto. È la terza nel giro di cinque minuti, ma questo è il Mirabello, meglio noto come L’Onu del sesso. Per la strada nigeriane, slave, ucraine, polacche, rumene e qualche italiana. Le nazionalità assenti sono vendute in porzioni di carne da piacere riciclabile, cucinate da papponi con un cuore di acciaio e servite in appartamenti fatiscenti con contorno di lenzuola orribili. Si tratta di una falla nella moralità del piano regolatore in cui è possibile fare il giro del mondo in ottanta marchette. Sempre che non si abbia paura di addentrarsi in quel che resta dei palazzoni in pura edilizia popolare anni ’60, quando si seppelliva il condomino nel cemento armato.” Mirabello, una terra di nessuno in cui le anime si consumano troppo in fretta. Davide Spelletti attraversa la notte e la propria vita in cerca di una redenzione.

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Al mio segnale scatenate l’infermo. Libro disabilmente comico – Lello Marangio

Trama

Essere disabile è un lavoro sporco che qualcuno deve pur fare. Con ironia e umorismo, Lello Marangio lancia il suo grido di battaglia e racconta la sua vita da disabile e le principali problematiche connesse, divertendoci e invitandoci a riflettere. Scrittore professionista di testi comici, si è lasciato contagiare dal batterio dell’ironia attraverso il quale ha affrontato imbarazzi e difficoltà, trovando sempre il modo di riderci su. Con questo spirito racconta il mondo con una biografia comica che è allo stesso tempo una dolcissima favola umana.

Prefazione di Peppe Iodice

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Forse non morirò giovedì – Remo Bassini

Trama:

Riunione di redazione: davanti al direttore Sovesci, i suoi nove giornalisti. Siamo in un giornale di provincia. Arriva una notizia strana. Due uomini, forse due gay, di notte, in un parco, sono stati picchiati da quattro teppisti. Il direttore Sovesci dà indicazioni su come approfondire la notizia, poi lascia la redazione perché ha un appuntamento. Una sua ex giornalista, Caterina, che lavora in televisione, vuole intervistarlo.

È un uomo solo. La moglie lo ha lasciato, è convinto che il giornale sia la sua seconda casa.

L’azione si svolge in dieci giorni. Il romanzo è inframmezzato da spezzoni dell’intervista rilasciata a Caterina, dove Sovesci parla del giornalismo di bottega, quando l’unico mostro tecnologico conosciuto e utilizzato in redazione era il fax, e del giornalismo libero.

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Cadiamo come mosche – Gianluca Morozzi

Trama

Raccolta di 15 racconti

Recensione a cura di Rino Casazza

La lettura di questa emblematica antologia mi induce a spendere per Gianluca Morozzi la definizione di “poeta del delirio”, per le sue evidenti affinità – accostamento forse ardito ma non improprio – col poeta del delirio per eccellenza: E.A.Poe.

Cerco di spiegare perché.

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Area riservata – Roberto Van Heugten

Pomeriggio settembrino, un boato scuote la serena pausa caffè di Calvagese. L’annuale asta antiquaria di casa Vanetti è oscurata da fumo e calcinacci, così la famosa Casa sul meteorite, piegata ma non sconfitta, ritorna a far da sfondo di trame misteriose e intrighi inediti. Cosa c’è di così importante nei suoi scantinati? Perché un cliente folle, ma non meno determinato, è pronto a tutto pur di accaparrarsi il pezzo mancante? A seguire: inseguimenti e pestaggi, nel più totale anonimato. Sarà di aiuto per Gianluca Vanetti, biografo e investigatore non convenzionale, entrare nel mondo sfuggente e misterioso delle communities digitali d’affari e farsi coinvolgere nei folli progetti della Nuovi Legami

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I MAESTRI DEL GIALLO – WILLIAM BURNETT

a cura di Luigi Guicciardi

Photo of William R. Burnett

Nato a Springfield nell’Ohio il 25 novembre 1899 e morto a Santa Monica in California il 25 aprile 1892, William Riley Burnett cominciò a lavorare come impiegato dell’Ufficio Statistiche Industriali della sua città natale, ma passava le sere leggendo i classici della letteratura dell’Ottocento e del primo Novecento. In sei anni, tra il 1923 e il ’29, aveva scritto ben nove romanzi, varie commedie e un centinaio di racconti, pur senza riuscire a  pubblicare nulla della sua vasta produzione, che spaziava in così vari generi letterari. Finché, alla fine degli anni Venti, alla ricerca di nuove fonti d’ispirazione, si trasferì a Chicago e dall’impatto con questa metropoli – che contava già quasi due milioni di abitanti e dove cominciava a esplodere il gangsterismo e la corruzione nel clima della Grande Depressione – si rinnovò completamente come scrittore.

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