9, la rabbia del rivale – Domenico Notari

 

Recensione a cura di Adriana Rezzonico

I reggimenti di fanteria del Molise e dell’Aquila, rispettando un invisibile disegno, si dispongono lentamente lungo linee immaginarie.

Mi addentro con questa frase in uno dei romanzi più affascinanti che ho avuto il piacere di leggere ultimamente. La magia scorre sotto i miei occhi. L’autore riveste la preziosa tavola: velluti, broccati e tessuti pregiati danno il giusto tono a questo noir storico in una Napoli del 1976. L’architetto Mario Gioffredo è all’apice della sua carriera e molto invidiato. La penna dell’autore verga la carta con eleganza, usa una scrittura eccelsa, attinge nozioni storiche da una città ricca di fascino quale Napoli e circonda il lettore di rara bellezza. La reggia di Caserta, la maestosa eleganza di Palazzo Doria d’Angri, imponenti architetture che suggestionano. Un viaggio che Notari intraprende per far luce sulla scomparsa misteriosa dei disegni del dimenticato architetto Gioffredo. Nasce così la figura di Donnarumma, ci si smarrisce volentieri tra le descrizioni a ritroso. L’autore trasferisce le sue competenze professionali (è architetto) in un periodo storico definito, mostrandoci l’eleganza di alcuni edifici d’epoca. Incontriamo personaggi come Canevari, chiamato a progettare la reggia di Capodimonte, che preferisce non esporsi con il popolo che non lo ama, anzi lo odia. Oppure Carasale che con movenze eleganti, ammirato a corte, è l’artefice del teatro San Carlo, il più grande d’Europa, e gode di una fama prestigiosa.

Sono gli intrecci di queste indoli geniali che fanno insorgere rivalità e una rabbia repressa che cova lentamente e che viene alimentata dallo sfarzo di Corte. Gli eccessi del re, l’enorme smania di potere e l’arte che scalpita ovunque cercando di imporsi tra cospirazioni e screzi. Il livore non viene arginato ma smorzato dalle scene di vita quotidiana: resto affascinata dalla descrizione de “Lo pilo”, un trucco tipicamente partenopeo. Un equilibrio perfetto che l’autore gestisce tra le nozioni storiche e la narrazione fluida, mai appesantita, ricca di fascino: il nostro sapere ne esce rafforzato, scopriremo scorci rari ammantati di mistero.

Sono scatti nitidi, fotogrammi di vita, vascelli che solcano le acque del Golfo, barili di polvere e la vista mozzafiato di Castel dell’Ovo a farmi immedesimare nella trama. Un tripudio di anime a cui non mi sottraggo, una scialuppa che mi traghetta in una sorta di Paradiso. Donnarumma ricopre un ruolo fondamentale, la brezza che dal mare raggiunge i vicoli di una Napoli borbonica, allieta la lettura e spira con il profumo dei fiori di gelsomino, distendendo l’ira dei cittadini. Una collera inutile, esternata solo per leggerezza da un popolo senza carattere, cita l’autore. Una Napoli che si atteggia come una vajassa, una meretrice perennemente in vendita. Un dipinto perfetto che l’autore si prodiga a regalarci, un incedere della storia nelle increspature dei sentimenti in continua mutazione, come le maree.
Voce di Roberto Roganti

 

Trama

 Napoli, 1976. In un clima claustrofobico in cui si sovrappongono violenza e ideologia politica estremista, il giovane Silvestro Donnarumma decide di partecipare al concorso per assistente ordinario presso la Facoltà di Architettura. Da cane sciolto qual è, intraprende una ricerca sull’architetto settecentesco Mario Gioffredo, prima famoso e poi dimenticato in seguito alla misteriosa scomparsa dei suoi disegni. Tra questi, quello della reggia di Caserta, attribuita ingiustamente al suo nemico, Luigi Vanvitelli. La ricerca diventa un vero e proprio romanzo che suscita le ire del professor Scarpati, il quale estromette il giovane. Questi decide di vendicarsi, elaborando un piano astuto che coinvolge il fantasma di E. A. Mario e un sedicente gruppo eversivo. Vent’anni dopo, Donnarumma svelerà il mistero dei disegni scomparsi.

 

Dettagli

  • Genere: Noir storico.
  • Copertina flessibile:240 pagine
  • Editore:Castelvecchi (31 luglio 2018)
  • Collana:Emersioni
  • Lingua:Italiano
  • ISBN-10:8832822342
  • ISBN-13:978-8832822342

Ogni tuo passo – Alice Feeney


Recensione a cura di Vienna Rao

Nell’accingerci alla lettura un requisito fondamentale sarà sentirsi pronti “alle montagne russe”. Infatti man mano che l’autrice ci svelerà maggiori dettagli della vicenda ci sentiremo spesso così.

Aimee, affermata attrice, non sa cosa pensare degli strani eventi che ultimamente funestano le sue giornate. A metterci “il carico da novanta” sarà il fatto che non ricorda e di conseguenza non riconosce come reali azioni che altri le attribuiscono, insieme al dover fare i conti con l’amnesia selettiva che le è stata diagnosticata durante l’infanzia. Come potrà Aimee uscire da questa imbarazzante e opprimente situazione?

Aimee è sposata da anni con Ben e il loro matrimonio sembra procedere al meglio, se non fosse per il fatto che la donna desidera un figlio come coronamento del loro amore, mentre lui la pensa diversamente. Durante la lettura sarà possibile approfondire tanti altri particolari della loro vita di coppia. Interessante sarà il soffermarsi su come riusciranno a gestire le loro divergenze.

Ben sin dall’inizio viene descritto come un uomo imprevedibile, seppur routinario. Il susseguirsi di eventi strani confonde i lettori che a un certo punto non sapranno cosa pensare. Tenetevi forte però, perché a tempo debito l’autrice fornirà tutti i dettagli che mancano e la vicenda sarà finalmente chiara.

Jack, collega di Aimee, ricopre un ruolo secondario nella storia, ma contribuirà a instillare in lei dubbi e perplessità e, al contempo, fornirà “la giusta dose di suspense” per continuare la lettura.

Menzogne e mezze verità saranno temi cardine: si tratta di aspetti degni di nota che saranno sviluppati con la giusta sensibilità e attenzione. Inoltre avremo modo di riflettere sui motivi e sulle conseguenze di alcune scelte dei personaggi.

Cruciale sarà il riferimento all’infanzia, periodo fondamentale, in cui alcune mancanze o traumi possono mettere seriamente a rischio lo sviluppo di un bambino, se non è presente un adulto sensibile e attento.

Purtroppo a volte gli adulti tendono a imporsi sui bambini senza fornire spiegazioni e ciò contribuisce a destabilizzarli.

Un punto di forza del romanzo è l’alternarsi dei capitoli tra passato e presente, scelta che inizialmente potrà creare un po’ di scompiglio ma in un secondo momento si rivelerà azzeccata perché manterrà alta la tensione.

Non posso però negare che a tratti si potrebbe provare anche un po’ d’angoscia, man mano che i lettori si renderanno conto di certe dinamiche piuttosto disfunzionali tra alcuni personaggi. Tuttavia è una lettura che consiglio perché permette di riflettere e di crearsi un’opinione su argomenti attuali che ci riguardano più di quanto pensiamo.

Suggestivo e crudo, questo romanzo “toglie le fette di prosciutto dagli occhi” a chi pensa che certe cose non possano mai accadere. Buona lettura.

Voce di Vienna Rao

Trama

Quando suo marito svanisce nel nulla, Aimee Sinclair è quasi sollevata: Ben era un fannullone vendicativo e violento, che le stava rovinando la vita. L’unica cosa che la preoccupa è che sia scappato coi loro risparmi. Perciò, dopo aver denunciato la scomparsa, Aimee va in banca e scopre con orrore che il conto è stato prosciugato. Ma non certo dal marito. È stata lei a prelevare tutti i soldi. Aimee però non ricorda di averlo fatto. Così come non ricorda di aver mai alzato un dito su Ben. Eppure la polizia ha un video in cui si vede chiaramente Aimee che lo colpisce in un ristorante, oltre a una dichiarazione firmata in cui Ben sostiene che la moglie voglia assassinarlo. Aimee è sconcertata: certo, da piccola le era stata diagnosticata un’amnesia selettiva causata da un trauma, ma lei aveva solo finto di non ricordare nulla di quell’episodio. Possibile che ora abbia davvero iniziato a soffrire di vuoti di memoria? O qualcuno sta cercando d’incastrarla? Di una cosa è certa. Lei non ha ucciso nessuno. Non di recente, almeno…

 

Dettagli

  • Genere: Thriller
  • Copertina flessibile: 346 pagine
  • Editore: Nord (9 maggio 2019)
  • Collana: Narrativa Nord
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 884293190X
  • ISBN-13: 978-8842931904

Il gioco dei silenzi – Maurizio Foddai

 

Recensione a cura di Gino Campaner (ginodeilibri)

Maurizio Foddai, architetto torinese amante della musica, del cinema e attore di teatro è l’autore di questo bel romanzo che definire un giallo è riduttivo. Foddai non si limita a raccontare un omicidio e a incentrare gran parte del libro sulle indagini con tanto di scoperta del colpevole,  ma scava nel tempo fino a utilizzare un evento mai chiarito, forse cruento, per raccontare la vita passata e quella presente di un gruppo di amici. Questo, almeno, erano 25 anni fa.

Leggiamo dei loro progetti, delle loro aspettative verso il futuro e poi delle loro (spesso) deludenti esistenze.

Venticinque anni prima erano tutti adolescenti alle prese con l’ultimo anno di scuola e con le scelte che avrebbero condizionato il resto delle loro vite; erano molto affiatati e, come in ogni gruppo di amici, nascevano amori, gelosie, invidie, scherzi.

Ci fu però un evento inspiegabile che pian piano portò il gruppo a disgregarsi e gli amici ad allontanarsi per sempre. Ora una componente di questo ex gruppo, rientrata da poco in Italia, ha deciso che quei vecchi compagni devono riunirsi un’ultima volta (la notte di san Silvestro del 2015) per vedere come e cosa sono diventati e per confrontarsi su di un punto chiarificatore rispetto a ciò che avvenne tanto tempo prima.

Il romanzo si sviluppa con frequenti cambi temporali e inizia con la scoperta di un omicidio. A indagare viene chiamato Andrea Sacchi, un componente di quel gruppo di amici ora diventato commissario.

Ho trovato questo romanzo molto coinvolgente e impegnativo, certamente non banale. Piuttosto apprezzabile la capacità dell’autore di far vivere all’interno del racconto un gran numero di personaggi senza però che il lettore arrivi a perdere “l’orientamento”, pure se una certa attenzione è necessaria per comprendere a fondo l’intreccio.

Ogni protagonista viene descritto in maniera precisa, sia nella vita da adolescente sia in età adulta: tra lettore e personaggi si crea subito empatia. L’autore ci porta ad operare scelte, ognuno di noi opta per il suo preferito, quello per cui sperare che non si riveli, alla fine, uno spietato assassino. Il finale raggela e ci lascia con un palmo di naso. L’autore si è divertito a trasmettere, fino all’ultimo, una certa suspense circa il mistero che si cela nel romanzo.

In conclusione: un romanzo, seppur breve, molto divertente e appassionante, con un climax crescente che ti tiene incollato alle pagine.
Mi è piaciuto e lo consiglio vivamente.
Voce di Roberto Roganti

 

Trama

Torino, 1 gennaio 2016. Nelle prime ore del mattino il commissario Andrea Sacchi, insieme con la sua squadra, scopre un cadavere all’interno di un appartamento di un condominio semideserto. Sul comodino, una fotografia di gruppo risalente agli anni del liceo della vittima e alcuni fogli scritti a mano. Qualcosa che somiglia a una confessione e che riporta l’azione indietro di venticinque anni, quando il gruppo di ragazzi della fotografia condivideva tutto, a partire dalla passione per il teatro, e pensava che l’amicizia che li legava fosse così forte da resistere al tempo e ai casi della vita. Quell’illusione adolescenziale, invece, svanisce subito dopo la scomparsa misteriosa di Barbara, la ragazza più bella e desiderata del gruppo. I sospetti e le tensioni che ne seguono portano ciascuno a prendere una strada diversa, allontanandosi dagli altri. Finché, venticinque anni dopo, una nuova scomparsa, quella di Giuliana, un’altra componente del vecchio gruppo, fa sì che tutti si ritrovino a trascorrere insieme la sera di Capodanno. Le due sparizioni presentano inquietanti analogie. È possibile che i due casi siano in relazione l’uno con l’altro, dopo tanto tempo? È possibile che le due donne non siano solo scomparse, ma che qualcuno, forse la stessa persona, le abbia uccise? E in questo caso, è possibile che il responsabile si trovi all’interno del gruppo di amici? Qualcuno di loro sa, ma non parla. Tra colpi di scena, segreti indicibili e personaggi insospettabili, l’attentato a Benito Mussolini e il linciaggio di Anteo Zamboni sembrano poter cambiare il destino dell’Italia. Di cosa si tratta? Riusciranno Emiliano Solerti e il suo assistente a scoprire la verità?

 

Dettagli

  • Genere: Thriller
  • Copertina flessibile: 240 pagine
  • Editore: Libromania (8 aprile 2019)
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 8833101002
  • ISBN-13: 978-8833101002

La luce sia con voi. Non c’è pace per il commissario Peppenella – Peppe Lanzetta

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Recensione a cura di Gianfranco Machella

E’ questo il secondo appuntamento con il commissario Peppenella e la sua Napoli multiforme. Stavolta le vicende che interessano i protagonisti del libro di Peppe Lanzetta si muovono e si intersecano tra il sacro e il profano. Il nostro commissario si ritrova a che fare nientepopodimeno che con Gesù Cristo, Ponzio Pilato, la Maddalena, Giuda Iscariotae Lazzaro alzatiecammina! Ovviamente non sono i personaggi biblici che tutti noi conosciamo, ma individui in carne ed ossa; alcuni, criminali incalliti senza nessuno scrupolo, altri, poveri diavoli che tirano a campare. E tutto ciòavviene a Napoli, questa città unica al mondo, dove tutto è possibile, tutto si mescola costantemente: il giorno con la notte, il bene con il male, il freddo con il caldo, il sacro col profano…

Così, mettendosi sulle tracce di Gesù Cristo, che turba i suoi sonni perché da tempo tenta di arrestarlo, il commissario Peppenella e i suoi due subalterni si imbattono in tante altre situazioni non necessariamente collegate tra loro ai fine dell’indagine, ma che, per un verso o per l’altro, li coinvolgono in pieno. Situazioni ed episodi che l’autore ci racconta con semplicità ma anche crudezza, di uomini e donne normali, persone di strada, con i loro problemi, ansie e speranze. Con la città sempre in primo piano, perché, ce lo ricorda l’autore, a Napoli, la città più incasinata del mondo, una regola che vale per uno non ha senso per un altro, dove ognuno fa quello che vuole, in barba allo Stato e alle leggi scritte.

Come nel precedente romanzo con protagonista il commissario Peppenella, anche qui non mancano gli esilaranti scontri dialettici tra lui e i suoi assistenti Caputo e Martusciello, e le situazioni al limite del grottesco. Questo rende ovviamente la lettura scorrevole e piacevole, e i brevi capitoli con continui cambi di situazioni, luoghi e protagonisti, hanno la capacità di far avanzare il lettore velocemente verso l’epilogo della storia.  Epilogo che costerà caro al nostro commissario, ma non dal punto di visto professionale, ma per il motivo che dovrà tenere fede ad un giuramento fatto: e di questo non saprà se esserne felice o dispiaciuto!
Voce di Gianfranco Machella

 

Trama

Gesù Cristo, Ponzio Pilato, Giuda Iscariota e la Maddalena… non sono esattamente i personaggi biblici e nemmeno le statuette del presepe che affollano i vicoli di Napoli. Sono i soprannomi di criminali incalliti e senza scrupoli che turbano i sogni del commissario Peppenella, sempre più solo e trasandato. La luce invece è quella elettrica, staccata a casa del commissario a causa di un contatore taroccato in una città taroccata, Napoli, dove niente e ciò che sembra e tutto si confonde: lecito e illecito, ladri e onesti, suore e prostitute, legge e anarchia, dando vita ad una casba folle e intricata che rischia di far impazzire il povero Peppenella.

 

Dettagli

  • Genere: Giallo
  • Copertina flessibile:228 pagine
  • Editore:Cento Autori (21 gennaio 2016)
  • Collana:L’arcobaleno
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10:8868720469
  • ISBN-13:978-8868720469

Che fine ha fatto Sandra Poggi? – Davide Pappalardo

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Recensione a cura di Paola Varalli

Libero Russo, per citare le parole dell’autore, “ha due amici stranieri: lo scozzese Johnnie Walker e lo spagnolo Fundador.”

Spesso questi due gli risolvono i problemi o almeno… lui si illude che lo facciano. Diciamo che quantomeno lo consolano, ecco.

In questa nuova avventura ritroviamo lo squinternato investigatore uscito dalla penna del talentuoso Davide Pappalardo, intento ad arrabattarsi sulle tracce di una giovane della Milano bene, apparentemente scomparsa.

Come l’autore ci ha abituato nel precedente Buonasera signorina, la storia è raccontata in prima persona al passato, cifra stilistica che ci lascia incollati come patelle a Libero Russo nel corso delle sue indagini, poiché il detective senza licenza ne è la voce narrante.

Fin dall’inizio veniamo catapultati nel 1973, epoca che ignora, o quasi, l’esistenza dei telefoni cellulari e di altre diavolerie tecnologiche note a noi lettori che viviamo nel futuro. Qualcuno si chiederà: embè?

E invece la cosa ha un suo rilievo, perché tutta l’indagine si svolge con metodi di comunicazione primitivi, rispetto agli attuali, con tutto ciò che ne consegue a livello di plot.

In una Milano fredda, poco prima di Natale, Libero Russo si aggira sulla Lancia Fulvia (ereditata da zio Pino) coadiuvato dall’ex collega Marione che, al contrario di lui, in polizia ci è rimasto.

Si muoverà anche in altre città, sempre alla ricerca della fantomatica Sandra Poggi, più sgusciante di un’anguilla, che si dilegua puntualmente ogni volta che Russo crede di averla acchiappata. Non mancheranno colpi di scena e un crescendo di tensione, in un climax ben orchestrato.

Come al solito l’autore fa un uso sopraffino della metafora che, permeata di sottile ironia, riesce ad alleggerire quel clima cupo che hanno spesso gli “hardboiled” e che qui è stemperato abilmente. Pappalardo non ci fa mancare nemmeno le citazioni colte, spaziando dal Deserto dei tartari di Buzzati a Primo Levi.

Insomma, qualcuno ha definito quest’opera un giallo vintage ma moderno, mi pare una definizione azzeccata.

Lettura assolutamente consigliata. Si divora in un boccone e poi… spiace che sia finito.

 

Voce di Paola Varalli

 

Trama

Milano, dicembre 1973. Libero Russo, scalcagnato investigatore, viene contattato da uno sconosciuto nella sua bicocca al quartiere Isola, dove vive in compagnia di un gatto e delle canzoni di Fred Buscaglione. Deve rintracciare Sandra Poggi, una ragazza della Milano bene di cui si sono perse le tracce. Un caso all’apparenza semplice, visto che la giovane è in contrasto con la famiglia. Libero, alle prese con i propri tormenti interiori e con la nostalgia per la sua terra, la Sicilia, intuisce che potrebbe non trattarsi semplicemente di una fuga da casa. In un vorticoso giro di giostra tra Milano, Venezia e Bologna, l’investigatore entra in contatto con neofascisti, strizzacervelli, prostitute, doppiogiochisti, movimentisti, poliziotti corrotti, per cercare di arrivare a Sandra, che sembra volatilizzarsi ogni volta che l’afferra, in un gioco di specchi in cui non si sa più chi è l’inseguito e chi l’inseguitore…

Dettagli

  • Genere: Giallo
  • Copertina flessibile:207 pagine
  • Editore:Pendragon (23 aprile 2019)
  • Collana:gLam
  • Lingua:Italiano
  • ISBN-10:8833640957
  • ISBN-13:978-8833640952

Chiamami sottovoce – Nicoletta Bortolotti

Nicoletta Bortolotti - Chiamami sottovoce - Cover

 

Recensione di Manuela Fontenova

 

“Non. Fare. Rumore. Nessun rumore, nessuno, nessuno! Non devi neanche respirare… Mi dispiace ma è per il tuo bene. Ti è chiaro questo? Il resto lo imparerai col tempo. Se hai bisogno di qualcosa chiamami pure, ma sottovoce”

 

Nicole è una donna che cerca ancora la sua strada. Ha avuto una vita serena, felice, è stata molto amata, ma c’è un tassellino mancante che rende il suo cuore incompleto. La morte della madre manda in frantumi quelle poche certezze sulle quali poggia la sua fragile stabilità emotiva: cosa manca nell’album dei suoi ricordi? O meglio chi manca all’appello tra le memorie dei giorni felici trascorsi ad Airolo? Scoprire a distanza di anni che la sua famiglia non si è mai liberata della casa d’infanzia, La Maison des roses, le farà affrontare il passato, rincorrendo quelle sensazioni che stringono con un laccio una ferita forse mai completamente rimarginata.

Ecco che con un salto temporale ci troviamo nel lontano 1976, quando una Nicole bambina legherà inesorabilmente la sua vita a quella di Michele, 9 anni e un’esistenza avvolta dal silenzio. Michele è il bambino nascosto di questa storia, testimone di tutti i bambini che negli anni ’70 e ’80 vissero in clandestinità nei territori svizzeri, senza andare a scuola, senza uscire mai. Fantasmi per la legislazione, tesori da proteggere per i propri genitori, che decisero di portarli con sé nonostante il divieto di ricongiungimento familiare imposto dal paese che avrebbe dato loro una spiraglio di luce in una vita di miseria. Una parte di storia che forse non molti conoscono, perché i flussi migratori verso la Svizzera non partirono soltanto dal Meridione, ma riguardarono tutta la penisola. Michele farà il suo viaggio nascosto nel bagagliaio di un auto, da Verona passerà la frontiera a Chiasso, ben mimetizzato tra le valige, ignaro del silenzio in cui verrà confinato per i mesi a venire.

Siamo ad Airolo, paesino della Svizzera sormontato dal monte Gottardo, dove una squadra di operai sta costruendo, sotto la direzione dell’ingegnere capo, quella che sarebbe diventata, all’epoca, la galleria più lunga del mondo. Nicole abita in una bella villetta, l’ingegnere capo è il suo papà, sua madre è la maestra del paese. La sua vita è scandita dalla scuola, dai giochi e dalla visite alla vicina, la signora Delia, che gestisce una pensione dove ospita tanti lavoratori italiani, ma quello che nessuno sa è che Delia ha una soffitta con un lettino, un armadio e un piccolo ospite che esce solo quando nessuno può vederlo. E’ il figlio di un operaio impegnato nei lavori della galleria: è Michele. L’amicizia tra i due bambini sboccerà contro ogni previsione, nonostante le accortezze e le precauzioni, riusciranno a trovarsi. Può un legame nato in così tenera età, influenzare gli adulti nei quali si trasformeranno i due piccoli amici?

Con questo quesito dovrà fare i conti Nicole, che ripercorrendo la lunga strada dei ricordi si troverà a dover proseguire per una deviazione dolorosa, ma illuminante.

Nicoletta Bortolotti è riuscita a tessere una storia di infinita delicatezza e sensibilità, partendo da un fatto realmente accaduto, l’emigrazione italiana in Svizzera e il caso dei “bambini nascosti”, creando personaggi ben caratterizzati in ogni piccolo dettaglio. A partire da Nicole con la quale l’autrice ha dimostrato di essere un’eccellente narratrice, adattando stile e linguaggio alla sua crescita: si è calata nella bambina di otto anni dandone una versione quanto mai veritiera e credibile e l’ha accompagnata fino all’età adulta. Stessa cosa per Michele, del quale ha messo in luce l’indole buona, l’amore per i genitori, e l’infinita pazienza. Sicuramente Delia, la proprietaria della pensione è la figura che più ha toccato il mio cuore e mi piacerebbe raccontarvi il perché, ma non posso certo rovinare la vostra lettura (e fidatevi di me, questo è uno di quei libri da leggere assolutamente).

Sono riuscita ad avere sempre immagini vivide dei luoghi raccontati: quasi potevo vedere la Maison des roses, la casa di Delia, e con la stessa facilità ho immaginato i due bambini ormai adulti e le loro case, ognuno con la propria vita, ma uniti da un invisibile filo che nemmeno il tempo è riuscito a spezzare.

I libri che rimangono nel cuore sono proprio quelli che anche a distanza di qualche mese dalla lettura tornano ad affacciarsi prepotentemente nella memoria, può bastare un nome, un colore, un odore. Si dice che siano i libri a trovarci senza che noi li cerchiamo, ed è proprio quello che è successo a me con Chiamami sottovoce. Avevo bisogno di questa lettura che mi è arrivata come un dono inaspettato da una carissima amica e mi ha scaldato il cuore.

Di qualsiasi cosa abbia bisogno il vostro di cuore, non lasciatevi scappare il romanzo di Nicoletta Bortolotti.

Voce di Manuela Fontenova

 

Trama

 È primavera, eppure la neve ricopre la cima del San Gottardo, monumento di roccia che si staglia sopra il piccolo paese di Airolo. La Maison des roses è ancora lì, circondata da una schiera di abeti secolari: sono passati molti anni, ma a Nicole basta aprire il cancello di ferro battuto della casa d’infanzia per ritrovarsi immersa nel profumo delle primule selvatiche ed essere trasportata nei ricordi di un tempo che credeva sommerso. È il 1976 e Nicole ha otto anni, un’età in bilico tra favole e realtà, in cui gli spiriti della montagna accendono lanterne per fare luce su mondi immaginari. Nicole ha un segreto. Nessuno lo sa tranne lei, ma accanto alla sua casa vive Michele, che di anni ne ha nove e in Svizzera non può stare. È un bambino proibito. Ha superato la frontiera nascosto nel bagagliaio di una Fiat 131, disegnando con la fantasia profili di montagne innevate e laghi ghiacciati. Adesso Michele vive in una soffitta, e come uniche compagne ha le sue paure e qualche matita per disegnare arcobaleni colorati sul muro. Le regole dei suoi genitori sono chiare: “Non ridere, non piangere, non fare rumore”. Ma i bambini non temono i divieti degli adulti, e Nicole e Michele stringono un’amicizia fatta di passeggiate furtive nel bosco e crepuscoli passati a cercare le prime stelle. Fino a quando la finestra della soffitta s’illumina per sbaglio, i contorni del disegno di due bambini stilizzati si sciolgono nella neve e le tracce di Michele si perdono nel tempo. Da quel giorno, Nicole porta dentro di sé una colpa inconfessabile. Una colpa che l’ha rinchiusa in un presente sospeso, ma che adesso è arrivato il momento di liberare per trovare la verità. Questa è la storia di un’amicizia interrotta e di un segreto mai svelato. Ma. è anche la storia di come la vita, a volte, ci conceda una seconda occasione. Chiamami sottovoce è un romanzo potente su un episodio dimenticato del nostro passato recente. Perché c’è chi semina odio, ma anche chi rischia la propria libertà per aiutare gli indifesi.

 

Dettagli

Genere: narrativa

Copertina flessibile: 357 pagine

Editore: HarperCollins Italia (3 maggio 2018)

Collana: HarperCollins italia

Lingua: italiano

ISBN-10: 8869053121

ISBN-13: 978-8869053122

Il tuo tempo è adesso – Carène Ponte

Recensione a cura di Vienna Rao

L’incipit del romanzo presenta la protagonista della vicenda: Molly, una donna che ha un grande peso sul cuore che offusca le sue giornate. Al suo fianco c’è il fidanzato Germain che, nonostante gli innumerevoli tentativi, sembra non capirla mai abbastanza e addirittura dice spesso la cosa sbagliata nel momento meno opportuno. Come affronterà la protagonista questo periodo burrascoso?

Molly lavora come cameriera e ha una vita piuttosto piena tra l’ambito professionale e la sua calorosa famiglia, che sarà presente in momenti ricorrenti e particolari della vita della giovane donna. Inoltre lei considera parte del suo nucleo familiare anche amici di famiglia e sarà interessante riflettere su questo aspetto durante la lettura. Alcuni fatti narrati mi hanno riportato alla mente il cartone animato “Lilo e Stitch”, in particolare la famosa citazione: Ohana significa famiglia e famiglia significa che nessuno viene abbandonato o dimenticato. Lascio a voi il piacere di scoprire qualcosa in più in merito…

Viviane, migliore amica della protagonista, è una figura centrale nella narrazione in quanto se da una parte è rilevante per Molly la sua vicinanza fisica e affettiva, dall’ altra è una persona che si lascerà coinvolgere da quel che le accade apportando a noi lettori importanti spunti di riflessione. Infatti Viviane è un porto sicuro per Molly, ma nel momento del bisogno lascerà all’amica la possibilità di fare altrettanto e ciò rappresenta perfettamente certi aspetti cruciali dell’amicizia, come la fiducia e la reciprocità.

Molly pian piano cambierà prendendo decisioni importanti che rivoluzioneranno la sua vita, vi consiglio quindi di fare attenzione quando scoprirete cosa ci sia dietro a tutto questo. Volutamente non svelo altro in quanto un punto di forza dell’autrice è proprio la capacità di trasportare noi lettori nel vortice degli avvenimenti, con così tanta grazia da conquistarci e coinvolgerci.

Scorrevole e intriso di valori, questo piacevole romanzo sarà un’ottima compagnia e un pretesto per “partecipare” a una storia che fa bene al cuore, ricordando a tutti noi ciò che davvero ci riempie di gioia a dispetto della materialità!
Voce di Vienna Rao

 

Trama

Ci sono sogni che teniamo in fondo al cuore per paura di realizzarli. Finché non riceviamo una spinta e ci convinciamo che non ha più senso rimandare. È così anche per Molly che, a trent’anni, si sente la spettatrice di una vita che non le appartiene più. Ma proprio quando sembra aver perso ogni speranza, le viene recapitato un pacco anonimo con precise istruzioni: contiene dodici buste, Molly dovrà aprirne una al mese ed esaudire le richieste che contengono. All’inizio, crede si tratti di un errore. O peggio, di uno scherzo bello e buono. Non ha tempo di dare retta a uno sconosciuto che crede di conoscerla meglio di chiunque altro. Eppure, fare un tentativo non costa nulla e così, mese dopo mese, busta dopo busta, comincia a seguire consigli e disposizioni: si libera del lavoro di cameriera che non l’ha mai fatta sentire realizzata, si lascia cullare dal rumore del mare in una giornata d’inverno, trova il coraggio di prendere lezioni di tango a Grenoble, una cittadina che, più della ville lumière, rispecchia il suo carattere. Ben presto, si rende conto che ogni cambiamento assomiglia a uno dei sogni che ha tenuto nascosti per compiacere gli altri ed è un passo avanti verso la felicità. Le manca solo una busta, l’ultima, per tagliare il traguardo. È sicura che sia la più importante e non può negare l’emozione che le prende la gola quando la tiene tra le mani. Perché forse scoprirà chi si cela dietro il piano che le ha cambiato la vita, ma soprattutto la aiuterà a prendere la decisione più difficile: aprirsi di nuovo all’amore che dà senso all’esistenza e rende possibile qualsiasi cosa.

Dettagli

  • Genere: Romanzo
  • Copertina flessibile: 215 pagine
  • Editore: Garzanti (16 maggio 2019)
  • Collana: Narratori moderni
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 881114924X
  • ISBN-13: 978-8811149248

 

Sant’Agata Atto Settimo – Michela Gecele

Recensione a cura di Elena Rossi

Sant’Agata Atto Settimo fa proprio pensare a qualcosa di teatrale, a una messa in scena.
In questo libro c’è tutto: la religiosità, la (mala) fede, i culti pagani, il mistero e l’ambivalenza. Non mancano certo le torte con tanto di ricette. E la percorrenza delle strade, delle piazze, nome per nome. Che, per chi non la conoscesse, è tipico della scrittrice, questo accompagnarci per mano nei vicoli stretti o nei grandi viali. Ci sono le Sante (donne) Agata, Rita… ma ci sono anche i Ching, che la protagonista consulta e ai quali si ispira. C’è del fascino in tutta questa ricchezza letteraria e c’è del cinema a Berlino. Sì, perché la festa di Sant’Agata a Catania coincide con il festival cinematografico di Berlino, che non tarderà a illuminare Ada Hartman, fornendole spunti utili alle sue indagini. Tanti i dettagli, sottili i passaggi che porteranno Ada a scoprire chi detta i tempi dell’apertura del sipario, chi decide se sei vivo o non lo sei. Se fai parte della scena, o resti dietro le quinte.

Voce di Elena Rossi

 

Trama

Catania, 3 febbraio, inizio della festa di Sant’Agata. Le strade di Catania si trasformano in uno scenario per la partitura della festa, che quest’anno farà da sfondo alla quinta avventura di Ada Hartmann, investigatrice per passione. Devoti e curiosi si muovono come un’onda che si forma, si infrange e defluisce, fra candelore, bancarelle e ceri. In mezzo a questi movimenti, un colpo di pistola confuso nei suoni della festa pone termine alla vita di un artigiano. Porrà termine anche alla festa? Ada, aiutata da due nuove amiche e sfidando il suo amico commissario, ricerca i tasselli per comporre il mosaico dell’indagine e quello della festa, mentre il quadro si complica con una seconda morte sospetta, sempre durante il passaggio della Santa. La sociologa si immerge nelle multiformi sfaccettature della festa, senza rinunciare a un’apparente deviazione dalle indagini, un breve viaggio nella Berlino del festival del cinema. E proprio l’immersione nel festival, che riecheggia i mondi agatini, con protagonisti che delineano o alludono a personaggi reali, suggerisce ad Ada le sottili tracce da seguire, dandole un nuovo slancio per entrare nel fulcro di Catania e della sua festa.

 

Dettagli

  • Genere: Giallo
  • Copertina flessibile:162 pagine
  • Editore:Forme Libere (7 Gennaio 2019)
  • Collana:Passi nel buio
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 8864590897
  • ISBN-13: 978-8864590899

La congiura dei fratelli Shakespeare – Bernard Cornwell

Recensione a cura di Eleonora Zaffino

Siamo davanti a un romanzo storico opera di un autore, Bernard Cornwell , che possiamo definire capitano di lungo corso in questo genere letterario.

Teatro della vicenda, è proprio il caso di dirlo, sarà l’Inghilterra di fine cinquecento, sotto il regno della grande Elisabetta I.

A guidarci in questo viaggio è Richard Shakespeare, attore e fratello minore del celeberrimo William. Per suo tramite, conosceremo la nascita del teatro moderno e le vicissitudini della Compagnia del Gran Ciambellano.

Un’ accurata ricostruzione storica ci mostrerà la quotidianità di quell’epoca.  Comprenderemo la vita della gente di spettacolo: emozioni, gioie, dolori e soddisfazioni. Ma anche le fatiche, a volte persino gli stenti  di chi fa un mestiere difficile e spesso sottopagato, a quell’epoca poi, fortemente osteggiato dai puritani.

Solo l’apprezzamento della Regina per le rappresentazioni salverà i teatri dalla chiusura.

Impareremo che, in un mondo in cui non esisteva il diritto d’autore, il manoscritto di un’opera teatrale aveva un valore inestimabile e c’era sempre qualcuno disposto a tutto pur di entrarne in possesso, anche usando mezzi non proprio onesti.

A causa di queste dinamiche Richard si troverà al centro di una situazione complessa e pericolosa. Per sapere come ne uscirà resteremo avvinti alla lettura fino all’ultima pagina. Quasi dispiace arrivare all’epilogo.

Abbiamo tutti gli ingredienti giusti: sfida, amore, pericolo. Ma anche la crescita personale di Richard, Incontreremo un ragazzo e lasceremo un uomo.

Attraverso il racconto della nascita di due opere grandiose come “Sogno di una notte di mezza estate” e “Romeo e Giulietta”, abbiamo l’occasione di comprendere le peculiarità del mondo dello spettacolo e la psicologia dei suoi protagonisti. Nei pensieri di Richard troviamo considerazioni che valgono ancora oggi.

I libri che preferisco sono quelli, che insieme a una bella storia, danno qualcosa su cui riflettere. Qui ne abbiamo un valido esempio.

Voce di Eleonora Zaffino

 

Trama

Nel cuore dell’Inghilterra elisabettiana, Richard Shakespeare sogna una carriera brillante all’interno del mondo teatrale londinese, mondo dominato da suo fratello maggiore, William. Ma Richard è un attore squattrinato, che sopravvive solamente grazie al suo bel viso, alla lingua tagliente e a piccoli furti. A poco a poco allontanatosi dal fratello, la cui fama cresce sempre di più, Richard è fortemente tentato di abbandonare la fedeltà alla famiglia. Così quando un manoscritto dal valore inestimabile sparisce, i sospetti ricadono su di lui. Costretto in un doppio gioco ad alto rischio che minaccia di rovinare non solo la sua carriera e l’eventuale ricchezza futura, ma anche quella dei suoi colleghi, Richard deve affidarsi a tutto ciò che ha imparato sugli spalti dei teatri più frequentati e nei vicoli meno battuti della città. Per evitare il patibolo, dovrà ricorrere a tutta la sua astuzia…

 

Dettagli

  • Copertina rigida: 428 pagine
  • Editore: Longanesi (18 aprile 2019)
  • Collana: La Gaja scienza
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 8830451428
  • ISBN-13: 978-8830451421

Chiedi alla notte – Antonella Boralevi

Risultati immagini per Chiedi alla notte - Antonella Boralevi

Recensione a cura di Vienna Rao

Sin dalle prime pagine, ricche di descrizioni minuziose inerenti la Serata di Gala della Mostra del Cinema, l’autrice ci fa “sentire a casa” in quanto la narrazione di numerosissimi dettagli mette il lettore a proprio agio, lo fa partecipe del meraviglioso evento.

La morte della protagonista del Film di Apertura, Vivi Wilson , ci scuote dagli “occhi a cuoricino”, segno inequivocabile dell’incanto che ci aveva suscitato il racconto di sfarzo e lusso.

Il tragico evento destabilizza i partecipanti alla Mostra, risveglia giornalisti alla ricerca di scoop e nel contempo attiva il commissario Alfio e i suoi colleghi, chiamati a far luce sulla vicenda. Ad aiutare gli ispettori, penserà la dottoressa Botti, medico legale, famoso per la sua minuziosità durante le autopsie.

Il commissario Alfio ama il suo lavoro e ogni giorno si impegna a render giustizia alle vittime. È coadiuvato dal valido ispettore Cecchin, per cui nutre una stima e una fiducia profonde. Sono presenti anche riferimenti alla vita privata di entrambi, le numerose donne che sfiorano la vita del commissario e la recente paternità dell’ispettore Cecchin.

Emma, protagonista del precedente libro dell’autrice La bambina nel buio, torna a stupirci in varie occasioni, in modo peculiare per il suo intuito che si rivelerà prezioso aiuto nelle indagini sulla morte di Vivi. Emma è ospite della Contessa Maria Morosini, proprietaria di una meravigliosa Villa: scopriremo qualcosa di più a riguardo, a tempo debito…

Numerosi sono i personaggi secondari che contribuiscono a impreziosire la vicenda, molte sono le sfaccettature che li caratterizzano e il loro ruolo, seppur secondario, in un certo senso influenza la vicenda più di quanto possiamo immaginare….

I personaggi sono quindi descritti con cura ed ogni ulteriore dettaglio è introdotto con una delicatezza unica. Sembra quasi che la Boralevi costruisca un sentiero per noi e lasci alcuni sassolini lungo il percorso, spetta a noi lettori cercare di capire dove vuole andare a parare. Ovviamente, alla fine ci darà le spiegazioni che desideriamo (forse anche qualcuna in più di quanto ci si aspetti) ma nel frattempo ci avrà fatti sentire attivi e partecipi all’interno della vicenda e ciò non è da tutti.

Oltre le numerose descrizioni della Villa che appartiene alla Contessa Morosini e del luogo in cui si tiene l’importante evento della Mostra del Cinema, degna di nota è la scelta dell’autrice di menzionare, all’inizio di ogni capitolo, l’ambientazione dei fatti proposti, dividendo la vicenda in paragrafi e citando l’orario preciso degli avvenimenti. Tutto ciò agevola la lettura e ci permette di riflettere con maggiore “cognizione di causa” sulle questioni che emergeranno, durante la narrazione.

Concludendo, si tratta di una lettura complessa e ben strutturata, che ammalia il lettore dalla prima all’ultima pagina, regalando emozioni che difficilmente si potranno dimenticare!

 Voce di Vienna Rao

 

Dettagli

  • Genere: Thriller
  • Copertina flessibile: 552 pagine
  • Editore: Baldini + Castoldi (18 aprile 2019)
  • Collana: Romanzi e racconti
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 8893881934
  • ISBN-13: 978-8893881937