OGGI PARLIAMO CON…Stefano Cirri

Intervista a cura di Gino Campaner

Ciao Stefano, benvenuto nello spazio interviste del blog Giallo e cucina. Grazie per aver accettato il nostro invito. E’ la prima volta che ho il piacere di dialogare con te. Sono contento di questa opportunità perché credo tu abbia le potenzialità per diventare un ottimo scrittore. I tuoi romanzi ti hanno già dato grandi soddisfazioni ma la tua “carriera” è solo agli inizi e ci sono tutti i presupposti per continuare a migliorare. Approfitterò di questa occasione per torturarti un po’ con varie domande sulle tue abitudini in campo letterario, oltre, ovviamente, a parlare dei tuoi libri.

Inizierei con la domanda più ovvia, quella della presentazione. Quando sei nato e dove vivi, cosa fai nella vita oltre a scrivere? Dicci un po’ di te.

Ciao Gino, ringrazio te e il blog per l’opportunità, è un grande piacere anche per me. Che dire? Sono nato nel lontano 1976 a Firenze e da Firenze non mi sono mai mosso! Ho assistito impotente all’ormai famoso scudetto ‘rubato’ della stagione 81-82 e come se non bastasse anche alla finale di coppa UEFA del 1990 ad Avellino. E non mi sono mai ripreso, da allora! Tuttavia, provando a farmene una ragione, sono andato avanti nella vita e dopo un modesto quinquennio al liceo scientifico mi sono iscritto a scienze naturali senza però mai laurearmi. Nel frattempo ho lavorato in una cooperativa di solidarietà sociale – esperienza che mi ha formato tantissimo e di cui parlo nel mio terzo libro ‘Le otto sagome’ – poi ho fatto il praticantato in uno studio di consulenza del lavoro fino all’esame di stato che mi ha portato ad essere Consulente del Lavoro. Una professione che peraltro porto avanti ancora oggi. Sono stato un buon pallavolista, seppure dal basso dei miei 179 centimetri. Sono stato un discreto chitarrista, sia classico sia metal. Mi sono appassionato all’arte della lavorazione del legno a tal punto che in tanti mi credono un falegname, anziché un Consulente del Lavoro. Ho una splendida moglie, tre cani e due cavalli.

Come mai e quando hai deciso di iniziare a scrivere?

Ritengo fondamentale la ‘parentesi’ artistica che mi si è aperta all’improvviso intorno ai vent’anni, quando avevo una fantasia molto accesa e la voglia reale di diventare uno scrittore a ogni costo. Ho buttato giù storie in uno stile improponibile, ma con contenuti interessanti. E ciò che ho prodotto ormai 26 anni fa è rimasto nel disco rigido del mio vecchio PC, per poi passare di computer in computer fino a una sera del gennaio 2018, quando – rileggendo quelle vecchie annotazioni – non mi è venuta l’ispirazione decisiva. Sono partito a scrivere e non mi sono più fermato. Il periodo che va dall’inizio 2018 all’estate del 2020 è stato strategico, perché in quel lasso di tempo ho scritto praticamente tutti i libri che ad oggi sono stati pubblicati. Per lo meno nella loro prima stesura.

Oltre a scrivere sei anche un lettore? Hai un genere preferito? 

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