Rubrica “Palato da detective”, n° 20 : UN DELITTO, NON ASSAGGIARLA (L’oste-detective di Filippo Venturi: ossequio alla tradizione bolognese e fiuto investigativo)

Articolo di Giusy Giulianini

Basta leggere i titoli delle black comedy che Filippo Venturi ha fin qui dedicato al suo oste-detective, Emilio Zucchini, per cogliere al volo la “poetica” di questo scrittore, brillante, estroso e per nulla superficiale.

(Fig.1 – Filippo Venturi e i suoi romanzi)

Un autore crime, ristoratore lui stesso e convinto paladino della classica cucina bolognese, non avrebbe potuto scegliere intestazioni più azzeccate per i suoi primi tre romanzi (Fig.1 – Filippo Venturi e i suoi romanzi). Ecco dunque sfilare Il tortellino muore nel brodo (e giammai nella panna o nel ragù, figuriamoci nel pomodoro), Gli spaghetti alla bolognese non esistono (“un’invenzione internazionale, meglio un complotto!”), È l’umido che ammazza (e non solo quello degli intingoli).

Titoli-manifesto per una serie briosa e intelligente che ha per protagonista un calzante “doppio” di Venturi stesso: Emilio Zucchini che, infatti, è oste come lui e come lui titolare di una trattoria. Anche se, a voler essere precisi, il nostro scrittore lo batte due a uno perché oltre al ristorante gestisce anche un bistrò.

 E pensate che alla bolognesità di Emilio Zucchini non gli va giù neppure il soprannome che gli hanno affibbiato, “Zucca”, perché richiama troppo un fondamentale ingrediente della gastronomia ferrarese. Anche se si rende conto, pur a malincuore, che «mica potevano soprannominarlo “ripieno di tortellini”».

Al pari del locale di Venturi, anche quello di Zucchini

Continua a leggere