In una Milano semi deserta, chiusa nel secondo lockdown, un famoso medico napoletano, esperto in procreazione medicalmente assistita, trova la morte sotto un ponteggio nella zona della Stazione Centrale. Inizia immediatamente l’inchiesta ufficiale, diretta dal Pm Traiano Fumagalli, un tipo schivo, amante della montagna, che identifica l’omicida grazie a un’immagine tratta dai filmati delle videocamere della zona. È un rider, diretto a uno degli hotel della zona. Immediatamente colpito da ordinanza cautelare, il giovane nomina come suo difensore l’unico avvocato che conosce: una donna che passa ogni giorno davanti alla sua bancarella e gli acquista le mascherine blu. Ed è così che Anastasia Soldato – per tutti Asia – avvocato penalista, si ritrova coinvolta in un caso giudiziario grave e delicato, convinta dell’innocenza del suo assistito. Ad aiutarla, coi mezzi e il raggio di azione limitati dal momento storico particolare, sua nipote Ulyssa, che con Alice e Berenice forma un trio noto come le whippets; Roby, il compagno, e pochi amici. Da un caso di cronaca realmente accaduto, una non-fiction narrativa che si trasforma in Legal thriller.
La notte della elezione, tuttavia, un omicidio nella stanza 622 scuote il Palace de Verbier, la banca e l’intero mondo finanziario svizzero. L’inchiesta della polizia non riesce a individuare il colpevole, molti avrebbero avuto interesse a commettere l’omicidio ma ognuno sembra avere un alibi; e al Palace de Verbier ci si affretta a cancellare la memoria del delitto per riprendere il prima possibile la comoda normalità. Quindici anni dopo, un ignaro scrittore sceglie lo stesso hotel per trascorrere qualche giorno di pace, ma non può fare a meno di farsi catturare dal fascino di quel caso irrisolto, e da una donna avvenente e curiosa, anche lei sola nello stesso hotel, che lo spinge a indagare su cosa sia veramente successo, e perché, nella stanza 622 del Palace de Verbier.
La bionda Zagara è di nuovo in caccia. Il suo collega Nero, latitante ricercato da Oriente a Occidente e onorato da amici scomodi e nemici furibondi, è stato dato per morto. A Istanbul, ai tempi del golpe, era rimasto a terra, colpito da sicari alla testa e al petto. Per tre anni lei l’ha pianto, e ora pare invece che sia vivo, anche se con un occhio di meno. Qualcuno lo ha soccorso e trasportato in Israele, prima che se ne perdessero le tracce. L’unica pista disponibile porta ai responsabili della sparizione di Nero dall’ospedale di Acri in cui era ricoverato. E il posto giusto dove iniziare le ricerche è la Turchia. Zagara ha speso un po’ di tempo per confezionarsi una solida copertura e sbrigare qualche faccenda di quelle che non si raccontano in giro. Adesso è pronta a giocare le sue carte. Ma all’orizzonte si staglia l’ombra del Gazi-Azam, un’organizzazione criminale che facendo proseliti tra gli uomini di potere mira a riscrivere il destino dell’antico Impero ottomano. E che potrebbe incontrare sul suo cammino un devastante duo.
Recensione a cura di Massimo Ghigi
E’ un periodo di grandi conferme sul fronte della narrativa di spionaggio italiana! Dopo Jason Hunter, anche Scilla Bonfiglioli esce nelle edicole con l’attesissimo seguito di ‘Nero&Zagara. Fuoco su Baghdad’ (Premio Altieri 2019) dal titolo ‘Nero&Zagara. Morte ad Ankara’ che, ve lo dico subito, è davvero una bomba!
Scilla è una di quelle autrici che, personalmente, subito associo alla parola ‘talento’. Mi piace veramente tanto come scrive e ho avuto modo di apprezzarla in diversi generi letterari e anche sulla corta distanza del racconto. Questo nuovo romanzo è l’ennesima conferma perché fila veloce come un Frecciarossa!
Abbiamo una trama molto lineare, non è uno di quei romanzi di spionaggio dove ci sono intrighi e scenari molto complessi tra cui destreggiarsi, e questo già mi ha messo a mio agio perché non sono mai andato in difficoltà nella lettura, non ho mai avuto bisogno di fare il punto della situazione. I fatti sono presto detti: Zagara ha la fondata speranza che Nero sia vivo e mette tutta se stessa nella sua ricerca; lungo la strada si trova a fare i conti con un traffico di bambini costretti alla prostituzione o ad imbracciare le armi e mandati al massacro. Tutto troppo semplice? Vi assicuro che non è affatto così.
Uno degli aspetti che rende notevole questa nuova avventura di Nero&Zagara è che viene rivelato molto del passato di entrambi. Li riscopriamo piano piano, veniamo a conoscenza del loro triste passato, di quando erano solo dei ragazzini, costretti però a diventare presto adulti, nel peggiore dei modi, nella sofferenza e nel dolore. Leggere questa parte del libro per me è stato un vero massacro emotivo, ho sofferto per loro e con loro! Bellissima anche la parte in cui Scilla ci racconta il primo incontro tra Nero e Zagara letteralmente bagnato nel sangue!
Un altro fatto che mi ha esaltato tantissimo è stato leggere di come Nero, nel bene o nel male, abbia lasciato il segno in tantissime persone; c’è chi lo cerca per ucciderlo con le proprie mani, motivato da una vendetta che non trova pace e chi gli deve tutto, la propria vita o quella dei propri cari, e lo vuole trovare per sdebitarsi, fosse l’ulima cosa che fa nella propria vita. Questo fa sì che Zagara sia accompagnata da una carovana di gente, alcuni di cui si può fidare ciecamente altri, più verosimilmente, che deve tenere costantemente d’occhio e altri ancora che, in un modo o nell’altro saranno una spettacolare sorpresa, in un finale di romanzo semplicemente epico!
La storia è talmente avvincente che non ha neanche bisogno di particolari ‘effetti speciali’, abbiamo un numero di cadaveri se vogliamo, anche sotto la media, e non c’è bisogno di morti particolarmente coreografiche o con profusione di dettagli perché basta la naturale evoluzione degli eventi per mantenere alta la tensione nel lettore.
Il finale ragazzi, torno a ribadirlo, è veramente tanta tanta roba! Colpi di scena e momenti che non possono non commuovere anche il più duro dei mercenari. Si arriva all’ultima pagina e già si pensa a quale futuro aspetta i nostri due eroi. Io spero davvero di dover attendere poco per scoprirlo e, per il momento, mi limito a fare i complimenti a Scilla Bonfiglioli e ad invitarvi caldamente alla lettura di questo gran bel libro!
Remo Nebel, uomo mite e arrendevole, insegna tedesco a Verona. Sul suo recente passato grava un misterioso episodio traumatico che gli ha prodotto una persistente amnesia: ricoverato prima negli Stati Uniti e poi in Italia, nulla ricorda del suo viaggio oltreoceano e l’uomo sta provando a ricucire la propria esistenza. L’incontro con un eclettico “personal trainer” inglese, Homer Blackmore, sembra infondergli nuova energia e risolutezza. Col tempo, però, gli atteggiamenti pervasivi di Blackmore finiscono per condizionare la vita di Nebel: le esperienze sconcertanti che il coach lo costringe a vivere e le sedute di ipnosi regressiva con uno strano analista conducono il professore a svelare a poco a poco le motivazioni del suo periodo oscuro negli Usa, iniziato sul filo di una ricerca che Nebel sta conducendo da anni. Un’indagine a caccia di una sostanza arcana che nel corso dei secoli ha generato una lunga scia di sangue e follia. E che, stando a un’antica missiva, pare collegare lo scrittore Emilio Salgari a un certo dottor Jekyll di Londra.
Il rione Sanità è un’isola. Un lungo ponte lo divide dal resto di Napoli. Qui, i vivi e i defunti convivono da secoli e non vi è posto, più di questo, in cui morte e vita siano così strettamente intrecciate. Ed è qui che, dopo quarant’anni, due fratelli si rincontrano. Raffaele, dato in adozione giovanissimo alla morte della madre, ci torna come parroco della basilica di Santa Maria alla Sanità. Peppino, invece, è il boss del quartiere. Due uomini che non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altro. Eppure, il richiamo del sangue, ineludibile, li unisce. Un legame che è fonte di pericolo e tormento per entrambi. Quando la morte colpisce e un cadavere viene ritrovato in un appartamento del rione, le indagini, suffragate da un testimone poco affidabile, seguono un unico bina – rio. Quell’omicidio fa tirare un sospiro di sollievo a tante persone, ma Raffaele non si lascia abbindolare. Decide di rivolgere il suo sguardo, esperto della vita, proprio tra la sua gente, anche se questo significa guardare qualcuno di molto, forse troppo, vicino a lui. Ma Raffaele non si è mai fermato davanti a nulla e non inizierà adesso. Sa bene che le sue indagini possono compromettere un equilibrio basato su regole non scritte e allo stesso tempo inderogabili, ma deve andare avanti. Per – ché la Sanità è un’isola e per navigare il mare che la circonda ci vogliono coraggio, passione e un concetto diverso di verità. Nel suo romanzo, Anna Vera Viva ci guida in uno dei rioni più affascinanti del nostro paese. E, attraverso la potenza del sangue, ci fa conoscere l’animo umano e le sue contraddizioni. Dopo aver letto questo libro, l’eterno scontro tra bene e male avrà un sapore nuovo.
Enrico Franceschini è un giornalista, vive a Londra dove è stato corrispondente per il quotidiano “La Repubblica” per lunghi anni, precedentemente lo era stato da New York, Washington, Mosca e Gerusalemme.
In libreria con due libri: il più recente “Elisabetta II 1926 – 2022 l’ultima grande regina – Mondadori, Le Scie, e quello immediatamente precedente, “Un’estate a Borgomarina” facente parte della collana Nero Rizzoli. con protagonista Andrea Muratori.
Enrico Franceschini , benvenuto su Giallo e Cucina.
1.MaBal – Enrico, iniziamo proprio dal tuo ultimo libro, sia perché di stretta attualità, sia per conoscere il tuo pensiero: potresti dirci chi è stata la Regina Elisabetta II per gli Inglesi?
E.F. ”E’ stata un simbolo nazionale che li teneva uniti e li confortava nei momenti più importanti, che fosse il discorso di Natale in tivù o le difficoltà per la pandemia. Non ha mai deciso niente, perché non era quella il suo ruolo. E ha vissuto, come tutti i monarchi, fra castelli e servitù, dunque in condizioni di grande privilegio. Ma si è comportata con dignità e senso del dovere. Restando così a lungo sul trono, per più di settant’anni, gli inglesi si sono abituati alla sua presenza come se si trattasse di una persona di famiglia. E anche i suoi problemi, tre divorzi su quattro figli, i litigi fra i nipoti, l’hanno avvicinata alla gente che si poteva rispecchiare nelle vicende della casa reale. Un personaggio storico, forse l’ultimo del Novecento”.
2.MaBal Immagino che avendo fatto il corrispondente da Londra per un lungo periodo tu avessi moltissimo materiale sulla regina già pronto, ma decidendo cosa pubblicare c’è qualcosa che ti ha colpito che magari non ricordavi più?
E.F. ”Ho scritto molto della regina in vent’anni di corrispondenze da Londra. Avevo molto materiale per il libro. Ma la cosa che non ricordavo più nei dettagli, paradossalmente, era la serata che ho trascorso a Buckingham Palace con la regina e Carlo in occasione del banchetto di gala per la visita del presidente della repubblica Ciampi. Poiché questo è un blog anche di cucina, una cosa che di quella serata non ricordavo era per esempio il menù. Avevo tuttavia conservato l’invito, che non era un semplice cartoncino bensì un libretto di istruzioni lungo una dozzina di pagine, comprendente anche la lista dei piatti che sarebbero stati serviti in tavola. Bè, se volete sapere cosa si mangia a palazzo reale, dovrete leggere il mio libro. Posso anticipare una cosa: non fu una cucina memorabile. E’ difficile, del resto, cucinare per duecento persone. Il caffè, tuttavia, non me lo scorderò più. Perché mentre lo bevevo la regina venne a mescolarsi ai suoi ospiti e per caso il primo con cui si fermò a chiacchierare fui proprio io”.
3.MaBal – Passiamo al secondo libro di cui vorrei parlare con te: “Un’estate a Borgomarina” terzo libro di una serie con protagonista Andrea Muratori, detto Mura, giornalista in pensione, che dopo aver vissuto prima in giro per il mondo e poi a Londra, rientra in Italia e va a vivere a Borgomarina, riconoscibilissima cittadina della Riviera romagnola, vive con poco e di poco e gli capita di trasformarsi in investigatore. Come ti è venuta l’idea per questo personaggio? Sbaglio a pensare che si tratti del tuo alter-ego? Hai pensato prima al personaggio e poi all’ambientazione?
Su uno scoglio del lungomare di Napoli viene ritrovato il corpo nudo e mutilato di una giovane donna. Un macabro rituale che ha già fatto più di una vittima. Una squadra di profiler, guidata dallo psichiatra Tito Jacopo Durso, sta indagando sul caso ed è alla disperata ricerca di qualche indizio sull’assassino, ribattezzato dalla stampa come l’Anatomista. Alla sua équipe la polizia ha deciso di affiancare una psicologa, Artemisia Gentile, esperta nella cura di vittime di abusi e maltrattamenti. Artemisia è una donna molto speciale: il suo passato nasconde un tremendo segreto, che la rende vulnerabile ma anche estremamente intuitiva. Mentre la Squadra brancola nel buio, sarà proprio lei a scoprire sui corpi delle vittime un inquietante messaggio lasciato dall’Anatomista. Un piccolo ma determinante particolare che le accomuna tutte. E quando l’assassino sequestra altre giovani donne, continuando a perseguire il suo raccapricciante disegno, Durso decide di usare proprio lei come esca…
Tycho Ceton è un uomo braccato – dagli uomini e dalle conseguenze dei suoi crimini. Ha visto ciò che i suoi nemici sono capaci di fare e adesso per sopravvivere è disposto a tutto. Intanto, la famiglia reale è decisa a soffocare per sempre la ribellione che la minaccia. Si dice che esista una lista dei cospiratori e che a possederla sia Anna Stina Knapp. Emil Winge vuole fermare Ceton e Cardell è deciso a salvare Anna Stina. Ancora una volta stringono un patto, ancora una volta, l’ultima, dovranno lavorare insieme, districandosi con scaltrezza tra vicoli fetidi e palazzi lussuosi e corrotti, all’interno di trame piú vaste di loro. Un ultimo grande affresco, un ultimo grande thriller per concludere una trilogia i cui protagonisti sono Stoccolma e il suo passato tanto quanto i personaggi che i lettori hanno imparato ad amare, e temere.
Athena Barbera si è laureata in Filosofia all’Università di Genova, con una tesi sui bestseller americani contemporanei. Ha lavorato presso la stessa Università per la realizzazione di un database testuale, curando circa 50 testi di filosofia per la pubblicazione ordinaria e sul web. Lavora da anni in campo editoriale, ha collaborato con La Repubblica e altre testate giornalistiche e con le maggiori case editrici in qualità di ghostwriter, editor e traduttrice. Ha pubblicato, tra gli altri, il saggio Storia delle crociate. È autrice di racconti pubblicati su riviste e antologie. È traduttrice di narrativa per HarperCollins e senior editor per l’agenzia letteraria EditReal.
Athena,
grazie di avere accettato il nostro invito e di averci concesso l’intervista che segue. L’intento di questa rubrica è scoraggiare chi ha un romanzo nel cassetto a tirarlo fuori per pubblicarlo, anzi, non solo consigliamo di tenerlo lì dov’è, ma di chiudere a chiave il cassetto. Perché? Perché prima di pubblicare un proprio testo è importante conoscere cosa c’è dietro, i rischi nei quali si può incorrere, ma soprattutto perché quasi mai la scrittura viene associata alla parola lavoro. Ebbene sì, scrivere è un lavoro come tanti che comporta impegno, disciplina, sudore, concentrazione, passione e che coinvolge diverse figure professionali: case editrici, agenti letterari, editor, grafici, uffici stampa, blogger. Per questo quinto articolo abbiamo deciso di informare i possibili scrittori-avventori della bottega editoria sulle tecniche di scrittura.
Mario, che il lavoro costringe a quotidiani e monotoni viaggi attraverso la Toscana, scorge una mattina tra la folla Giovanna, con cui, non ancora marito e padre, ebbe una facile avventura. Per il semplice desiderio di farla rivivere, Mario si procura un incontro casuale con lei, sicuro com’è di ottenere quel che vuole. E in effetti è così. Ma la ragazza non è più leggera come un tempo, e si lega a Mario. Ora è lui a sentire, a tratti, qualcosa che supera il passatempo. E la relazione che si avvia trascorre burrascosa, felice e malinconica. L’iniziale riaccendersi di un’avventura giovanile si trasforma, a poco a poco, in una passione vera.