Abbiamo il piacere di avere con noi a GialloeCucina Claudia Zani, nome di battaglia Scarlett Phoenix, ed è quanto mai appropriato parlare di battaglia perché la nostra interlocutrice è la fresca vincitrice del ‘Premio Altieri’, il più importante riconoscimento per la letteratura di Spy-Action in Italia. Il suo esordio nella cosiddetta ‘Italian Legion’ si intitola ‘RED Reaper. Il gioco del diavolo’ ed è stato pubblicato nella prestigiosa collana ‘Segretissimo’ di Mondadori. Cerchiamo subito di conoscere meglio la protagonista della nostra intervista.
GeC: Claudia quando e come nasce il tuo alter-ego Scarlett Phoenix e a cosa è dovuta la scelta di un genere letterario, lo spionaggio d’azione, generalmente ad appannaggio degli uomini?
SP: Il placido fluire degli eventi non mi è mai interessato, ho sempre seguito l’attualità e in prima persona ho sperimentato come la vita sia un susseguirsi di situazioni che fanno parte di un enorme incastro frutto di fatalità e calcolo. Scarlett fa parte, a pieno titolo, di questo tipo di incastro. È ciò che potrei essere o, forse, ciò che sono stata in un’altra vita.
Lo scrittore colombiano Gabriel García Márquez ebbe a dire che tutti gli esseri umani hanno tre vite: una pubblica, una privata e una segreta ma la scrittrice de ‘Il gioco del diavolo’ va ben oltre questa definizione.
Scarlett può muoversi con agilità e sicurezza sul filo della lama, fa quelle cose che io non ammetterei mai di aver anche solo pensato. È la parte nascosta, quella sul lato in ombra della luna. A volte la combatto ma spesso prende il sopravvento. Dove viva, cosa faccia, cosa pensi, onestamente non lo so nemmeno io. Assomiglia molto a quelle creature delle favole che sbucano al momento giusto, più spesso in quello sbagliato, fanno ciò che devono e poi svaniscono nel nulla. Questo nel presente, ma l’alter ego fine a sé stesso nasce da esigenze diverse. Per anni ho bazzicato il mondo dei giochi di ruolo, roba decisamente nerd, lo ammetto, che mi ha formata per quanto riguarda l’azione. Nel gioco di ruolo il world building è importante, soprattutto nelle ambientazioni fantascientifiche o post-apocalittiche. Nella creazione delle ambientazioni mi sono spesso lasciata ispirare dai mondi sull’orlo dell’Armageddon creati da Alan D. Altieri. La sua Gottshalk Yutani è l’emblema assoluto della corporazione mondiale che stringe la mano a dio e al diavolo. Non ti nego che il mio primo amore è stato lo spionaggio, ma, come costruttrice di trame so quanto possa essere divertente scagliare i propri personaggi nel fuoco dell’inferno per farli emergere forgiati di nuove caratteristiche e consapevolezze. Chi ha amato L’Ulisse o l’Odissea non può non apprezzare l’azione che, dal mio punto di vista, non è fatta solo di bossoli roventi che schizzano da ogni parte. Agire significa pianificare, ideare strategie e metterle in atto. Un magnifico cavallo di Troia che può cambiare il corso degli eventi.
GeC: Un giorno ti arriva una telefonata e ti comunicano che sei la nuova vincitrice del Premio Altieri… ci racconti com’è andata e cos’hai provato la sera della premiazione, al MystFest di Cattolica, quando hai visto in anteprima sul mega-schermo la copertina del tuo libro?
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