
Intervista a cura di Gino Campaner
Oggi a giallo e cucina, nello spazio interviste, abbiamo il piacere di ospitare Anemone Ledger…bentrovata come va? Il breve incontro di oggi servirà principalmente a noi lettori per conoscere meglio il tuo romanzo d’esordio ovvero L’insana improvvisazione di Elia Vettorel. Ma se posso, col tuo permesso, ne approfitterò per conoscere meglio anche te come autrice. Inizierei quindi subito col chiederti una tua breve presentazione: dove sei nata, cosa fai nella vita e quando nasce il sacro fuoco della scrittura?
Buongiorno a te. Sono nata a Napoli, classe 1999. Purtroppo non posso dare informazioni circa il mio lavoro attuale, ma interpreto comunque anche l’ambito letterario come tale. Diciamo dunque che ho un doppio lavoro: prendete per buono il fatto che ne conosciate uno. Ho iniziato a scrivere dagli otto anni in poi, per esorcizzare le mie paure.
Come prima cosa bisogna dire che L’insana improvvisazione è si il tuo primo romanzo ma non è la tua prima opera in assoluto. Prima infatti avevi scritto una serie di racconti pubblicati in una raccolta intitolata Il sorpasso dell’irrealtà. Sono racconti horror che tu scrivesti in giovanissima età ed alla quale facesti seguire appunto L’insana improvvisazione di Elia Vettorel, entrambi furono auto pubblicati. Ora la casa editrice Homo scrivens ha deciso di ripubblicarli, riconoscendone la bontà. A me sono piaciuti moltissimo tutte e due. Ti faccio i miei personali complimenti. Oggi parleremo in special modo di Elia Vettorel e della sua vicenda. Ho finito. Introduzione bella corposa ma la meritavi ora direi di iniziare. Tutto giusto? Correggimi pure eventualmente.
Sì, tutto giusto. Ho sempre affermato che Homo Scrivens ha praticamente raccolto la mia scrittura, fidandosi di me. Ti ringrazio per i complimenti.
La prima domanda che ti faccio è forse la più ovvia. L’ispirazione per scrivere questo tipo di storia è arrivata elaborando fatti e persone reali o è di pura fantasia? L’ispirazione ti è giunta magari leggendo un libro o vedendo un film?
Nella parte finale del romanzo c’è la cosiddetta “Stanza dello scrittore”: una parte in cui racconto la nascita della storia e altre cose.
Elia Vettorel è nato per quattro motivi principali: il mio amore per Firenze, la mia curiosità adolescenziale per la figura del serial killer, la mia vicinanza a musicisti – nonché persone – particolari e i continui scontri con mia madre.
Raccontaci un po’ la trama, incuriosiscici.
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