Nell’ambito della rassegna Maggio in giallo 2021, che per problemi legati alla pandemia ha dovuto essere spostata in ottobre, ho avuto l’onore e il piacere di intervistare lo scrittore Alessandro Maurizi. L’auditorium del Comune di Vizzolo Predabissi, presente la Sindaca, l’autore Gino Marchitelli (tra gli ideatori della rassegna) e alcuni rappresentanti del Comune e dell’associazione il Picchio, ha fatto da cornice a una serie di interessanti incontri con gli autori.
Eccovi il mio resoconto.
Intervista ad Alessandro Maurizi a cura di Paola Varalli.

PV – Caro Alessandro, ti farò una serie di domande per scoprire qualcosa in più sul commissario Castigliego e sul suo operato.
Il tuo ultimo noir “Castigliego e i tormenti del Papa” uscito per la Fratelli Frilli editori ha avuto un certo successo, così come il precedente “Roma e i figli del male”. Sappiamo che tu, in quanto ispettore della Polizia di Stato hai ovviamente buona dimestichezza con le indagini, molto più di altri scrittori (tipo me) che, occupandosi di mestieri differenti, arrancano quando devono scrivere di procedure di polizia e ricorrono al consiglio di voi esperti per evitare di scrivere cavolate. La domanda, dunque è: come mai le tue indagini… anzi quelle del tuo commissario italo spagnolo, Manuel Castigliego, si svolgono sempre in Vaticano o comunque in ambiente religioso?
AM- Guarda Paola, ho scelto di far operare il mio commissario in Vaticano per una sorta di bonaria ripicca. Don Matteo, padre Brown… insomma tutti questi religiosi che aiutano polizia e carabinieri, mi sono detto: “Ma perché non ribaltiamo la questione?” Ed ecco che è nato Castigliego, un commissario di pubblica sicurezza che viene chiamato a risolvere beghe, piuttosto serie, che accadono all’ombra del cupolone, nell’ultimo caso, addirittura durante un conclave. A porte chiuse un cardinale viene assassinato.
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