Questa rubrica nasce dalla voglia di condividere il mio “già letto” e il mio “da leggere”, e proporvelo in modo asciutto, senza fronzoli, invitandovi costantemente a condividere le letture facendo un passo in più: indossare le scarpe dello scrittore andando oltre il romanzo, addentrandovi nella vita stessa dell’autore. Il mio obiettivo? Suscitare il vostro interesse e incitarvi a partire per i viaggi che affronteremo: quattro scrittori in un anno, dalla narrativa al giallo, alla graphic novel.
I primi autori di cui leggerete in questa rubrica non hanno bisogno di preamboli o di sontuose presentazioni: F&L, un marchio di fabbrica che rappresenta una scrittura elegante e una produzione che ha spaziato dal giallo alla fantascienza. Ingegneri della trama, ricercatori della parola, hanno firmato collaborazioni giornalistiche, traduzioni, romanzi, e hanno curato insieme la collana Urania della Mondadori per un ventennio, dal 1961 al 1986. “La Ditta”: Carlo Fruttero, torinese, classe 1926, e Franco Lucentini, romano, classe 1920. Un sodalizio che si concretizzò in un grande successo di critiche e vendite che ebbe inizio nel 1972 con la trasposizione cinematografia del giallo La donna della domenica per la regia di Luigi Comencini. S’incontrarono a Parigi alla fine degli anni quaranta, si ritrovarono tempo dopo a Torino, all’Einaudi, e per più di quarant’anni condivisero la passione per la scrittura lavorando a quattro mani.
Contaminati dalla lettura francese per la cura dei dettagli se prendiamo come riferimento Maigret di Georges Simenon e da quella inglese per l’ironia, se pensiamo a Poirot di Agatha Christie, sdoganano il giallo italiano, lo nobilitano, adducendo un carattere poco presente nei lavori equivalenti dell’epoca: la territorialità. L’ambientazione torinese infatti, nelle descrizioni e nelle trame, ci permette di scandagliare con la medesima lente d’ingrandimento, l’anima borghese e oscura della città. La mia scelta per la prima tappa del nostro viaggio invece, è un romanzo ambientato a Venezia negli anni ottanta.
L’amante senza fissa dimora
