Che dispiacere – Paolo Nori

Trama

Bernardo Barigazzi è uno scrittore che ha cominciato a fare il giornalista ma non l’ha detto a nessuno. Quando non scrive è impegnato a corteggiare Marzia, barista laureata in filosofia, con cui ha una relazione fatta, prevalentemente, di appuntamenti mancati. Con lo pseudonimo di Ivan Piri dirige “Che dispiacere”, un giornale sportivo che esce in edicola solo i giorni successivi alle sconfitte della Juventus. Sembrerebbe uno svago innocente, finché Barigazzi non si trova suo malgrado coinvolto in un’indagine di polizia. Manuel Carrettieri, ultrà con la passione per la cocaina, è stato ucciso e più di un indizio collega Barigazzi al delitto. In una Bologna autentica e insieme fiabesca, tra le osterie del centro e i vialoni della periferia, va in scena una commedia degli equivoci popolata di indimenticabili protagonisti, densa di umorismo e umanità. Per la prima volta Paolo Nori si misura con il giallo, passando dal racconto in prima persona a quello in terza, e orchestrando una sinfonia di voci e personaggi.

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Cattolica crime – Marco Ori

Trama

Arrigo, Mac e Ruperto sono tre delinquenti di mezza tacca che hanno urgente bisogno di denaro. Arrigo perché, a trentatré anni suonati, è stato cacciato di casa dai genitori e non ha nessuna intenzione di trovarsi un lavoro. Mac perché la sua tipa gli mette pressione con le solite storie di metter su famiglia e avere dei bambini. E Ruperto perché si è fatto dei debiti di gioco con un boss mafioso che minaccia di farlo fuori. Alla ricerca di soldi facili dunque, i tre si ritrovano quasi per miracolo in chiesa con la stessa idea: rapinare le offerte fatte dai religiosi a don Guido, il parroco di Cattolica, la città sulla costa romagnola in cui vivono. Ma non tutto va per il verso giusto, perché alla loro vista (con Arrigo mascherato da Lucifero) il prete crolla a terra colto da un infarto e, subito dopo, il fattorino di Mondo Pizza si mette a suonare insistentemente alla porta della canonica… e ora, cosa succederà?

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Alla ricerca del libro perduto: Uno scapolo – Adalbert Stifter

Trama

Victor è un ragazzo orfano di padre e madre, cresciuto nelle campagne della Boemia da una donna semplice. Per lui è il tempo inquieto del passaggio al mondo adulto, sospeso tra le incertezze di due età, su cui spicca però un’unica, tenace convinzione: non prenderà mai moglie. Prima di lasciare per sempre il guscio della giovinezza e indossare i panni dell’uomo responsabile, accettando un impiego statale, è chiamato a compiere un viaggio: un suo burbero e solitario zio, che vive al riparo dal mondo su un’isola remota, vorrebbe incontrarlo. Le ragioni che si celano dietro a questa richiesta resteranno oscure finché il rapporto tra i due non avrà superato le iniziali durezze e spigolosità, per poi risolversi in una sorprendente epifania. Uno scapolo è uno studio psicologico e un delicato lavoro di cesello, dove l’attento realismo, il desiderio di limpidezza e misura, il pessimismo sottile ma mai distruttivo e il pensoso umorismo compongono il più umano e autobiografico degli scritti di Adalbert Stifter, la cui produzione artistica merita di essere riscoperta nella sua totalità.

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I MAESTRI DEL GIALLO – FRANK PACKARD

a cura di Luigi Guicciardi

La nostra rivisitazione dei Maestri storici del Giallo, ora giunta a quelli dell’inizio del Novecento, s’è orientata in prevalenza su nomi dimenticati o addirittura quasi ignoti ai lettori italiani. E’ questo anche il caso di Frank Packard, nato a Montreal, nel Quebec canadese, il 2 febbraio 1877, ma vissuto in prevalenza negli Stati Uniti, dove prima studiò alla McGill University, poi lavorò come ingegnere civile per la Canadian Pacific Railway. La sua esperienza professionale nel mondo delle ferrovie contribuì a ispirargli molti racconti di viaggi e di avventure, nonché una serie di romanzi gialli – pur non molto numerosi – la maggior parte dei quali, tuttora inediti in Italia, risale al periodo compreso fra il 1917 e il 1935. Packard morì il 17 febbraio 1942 a Lachine, nel suo Quebec, e fu sepolto nel cimitero di Mount Royal a Montreal.

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L’estate di Piera – Giampaolo Simi e Piera degli Esposti

TRAMA

Piera è una leggenda e ha scritto la storia del teatro italiano. Soprattutto, è ostinata e ribelle, non ama i potenti, e sa bene quant’è sottile la differenza tra il palco e la vita. Del resto, nello spettacolo della commedia umana si mente, si tradisce, si recita a soggetto. E può anche capitare di uccidere. Adesso Piera ha deciso di sfidare Shakespeare e allestire la prima rappresentazione al femminile del Riccardo III. Lei è fatta così. Intanto Roma soffoca nell’afa di luglio. Il delitto, però, non va mai in vacanza. E una notte, da una finestra del suo appartamento vicino piazza Navona, l’attrice nota una sagoma disfarsi di un grosso sacco nel pozzo del cortile. La visione fortuita innesca la girandola degli eventi, mentre sullo stabile cala l’ombra del sospetto. Tra il viavai dei clienti del B&B al primo piano e la scaciata movida che affolla le vie del centro, Piera dovrà risolvere il mistero dell’omicidio di una ragazza, nonostante lo scetticismo della collaboratrice Dolores e l’indolenza della città. Ad affiancarla nell’indagine, che si trasforma presto in un duello psicologico con l’assassino, c’è l’ispettore Grossmeier, un poliziotto altoatesino trasferitosi nella Capitale, a cui l’abbraccio di mamma Roma non dà conforto. Calcando la ribalta della scena del crimine e rispolverando atmosfere alla Hitchcock, Piera Degli Esposti e Giampaolo Simi compongono una detective comedy capace di rappresentare con ironia pensosa e nerissima quel gioco di maschere e menzogne, di nevrosi e pulsioni che è il segreto della condizione umana.

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Il mistero della casa delle civette – Francesco & Max Morini

Trama

Mentre sono impegnati con l’inventario della loro libreria, in un novembre piovoso e freddo, Ettore Misericordia e Fango vengono chiamati dall’ispettore Ceratti. Una cartomante è stata uccisa in piena notte nel suo appartamento in piazza Vittorio. La dinamica dell’omicidio è piuttosto strana, perché la vittima è stata ferita a morte con un compasso, noto simbolo massonico. Per aiutare Ceratti a risolvere il caso, il libraio-detective e il suo fido assistente, tra sorprese e colpi di scena, si dovranno confrontare con le ombre e i segreti della vittima. Nel  corso di una lunga e ingarbugliata indagine nella Roma magica ed esoterica, Misericordia dovrà districarsi tra indizi e sospettati, scavando nei segreti della Casa delle Civette di Villa Torlonia: luogo depositario di un misterioso enigma legato al principe Giovanni Torlonia, vecchio e bizzarro inquilino che la abitò nei primi del Novecento, e ad altri due inquietanti personaggi, il sensitivo Gustavo Rol e Benito Mussolini…

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Il barattatore di libri – Emanuele Sapuppo

Trama

Svegliarsi una mattina qualunque e scegliere di fare qualcosa che rompa completamente gli schemi. Partire senza meta e senza soldi, solo, con cinquanta copie del proprio libro come unica fonte di sostentamento. Inizia così il viaggio di Emanuele Sapuppo, in giro per l’Italia e dentro se stesso. Un incontro inaspettato con tante anime. Una battaglia contro le proprie paure, alla scoperta dell’unica ricchezza che possediamo veramente: noi stessi, la nostra anima, la nostra libertà. Un cammino spirituale che si snoda imprevedibile tra i più bei paesaggi italiani, raccogliendo ogni giorno i segni di un mistero che si compie sotto gli occhi increduli dello stesso protagonista. Emanuele Sapuppo ci racconta il suo viaggio con la verità del cuore, in un diario che diventa un inno alla bellezza del momento presente. E ci insegna che la vita non tradisce, se ci crediamo veramente.

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La peste nuova – Fulvio Abbate

Trama

Guido Battaglia è uno scrittore, un inventore di storie, meglio, di barzellette. In crisi dopo la partenza di Valeria, talento prezioso per la stesura d’ogni sua opera, vive smarrito in un’imprecisata città sotto assedio da parte di un bacillo sconosciuto, dando corpo e immagini a memoria e fantasmi. In un’atmosfera sospesa, segnata dal passaggio dei mezzi del genio militare e delle ambulanze, viene incaricato da due irresistibili ragazze di comporre la storia perfetta che salvi tutti dalla “peste nuova”, risollevando così la città dalle paure che l’epidemia porta con sé. In cambio potrà godere del loro sesso. Portato a termine l’incarico insieme a un medico, Battaglia scoprirà la vera identità delle ragazze.

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Variazioni sul noir – Massimo Carlotto

Trama

Paura, amore, invidia, nostalgia, rabbia, gelosia, vendetta: sono solo alcune delle emozioni con cui Massimo Carlotto ha raccontato con vivida crudezza la realtà italiana in 25 anni di scrittura appassionata e coinvolgente, che questa antologia vuole celebrare, raccogliendo alcuni dei suoi racconti noir più intensi. Storie a volte ispirate da fatti di cronaca altre volte dalla sensibilità dell’autore, con l’obiettivo di scavare nell’animo dei protagonisti e in ognuno di noi. Variazioni sul noir: potremmo definire così questi racconti che narrano la stagione della lotta armata, la dura vita del carcere, i pregiudizi che colpiscono intere città o un essere umano.

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Oggi parliamo… con Luana Troncanetti

 

Intervista a cura di Marika Mendolia e Dario Brunetti

 

MM, DB- Diamo un caloroso benvenuto su Giallo e Cucina a Luana Troncanetti, col suo ultimo romanzo La cuoca – Storia di un terremoto e partiamo subito con la prima domanda. La pregnante tematica da te affrontata ripercorre intensamente un tragico evento distruttivo: il terremoto del 1997 sull’Appennino umbro-marchigiano; cosa ha spinto profondamente a trattare tale argomento?

Bentrovati, grazie per l’invito a parlarvi di un romanzo che nasce dall’essere una terremotata per vie traverse. Il mio dolore è imparagonabile a quello di chi ha perso la sua unica casa, il lavoro, ogni punto di riferimento. Ho cercato di raccontare la pena di chi vive in certi territori in una storia breve che si legge in un soffio, l’ho scritta con la stessa furia dell’evento che mi ha spinta a concepirla.

Sono nata a Roma come mio padre ma i suoi genitori erano originari di due paesini in provincia di Macerata. I luoghi che nomino nel romanzo, Camerino in particolar modo, rappresentano la mia seconda terra. Ho passatotutte le mie estati in quei territori vivendo, nel 1979, il primo terremoto sulla mia pelle: quello che devastò l’Umbria, Norcia in particolar modo. In linea d’aria, la zona nel maceratese dove trascorrevo le vacanze era vicinissima. L’esperienza mi ha traumatizzata per decenni.

Nelle Marche ci sono le mie radici, i parenti, gli amici d’infanzia. C’erano anche due case che mio padre aveva ristrutturato con amore e fatica, recuperando materiali antichi come le greppie delle vacche; riuscì a trasformarle in mobili rustici pur non essendo un falegname, solo per raccontartene una. Lui chiedeva a chi di mestiere come si facesse, osservavae replicava alcune arti. Aveva una manualità incredibile.

Vedere tutti i nostri ricordi e il suo lavoro seppellito dai calcinacci, appena ci hanno autorizzati a entrare in quelle abitazioni per recuperare il poco possibile, visitare i territori feriti a pochi mesi dal disastro, ascoltare successivamente i racconti di chi è rimasto lì a combattere una guerra ancora irrisolta: la somma di tutto ciò mi ha spinta a concepire una storia in cui i terremoti sono soprattutto quelli dell’anima.

DB- Nunzia 77 anni la cuoca e Clara 50 anni cardiologa ci parli di queste due straordinarie protagoniste?

Ti ringrazio di cuore, Dario, ma non sono poi così straordinarie. Credo che la loro forza consista invece nell’incarnare il consueto. Sono costrette a ricostruirsi in mezzo alle macerie nonostante tutto e tutti, il mondo è pieno di Clara e Nunzia. Ciò che mi ha inorgoglito dei tanti riscontri di lettura sono stati i messaggi privati di donne che si sono riconosciute in alcune loro esperienze. Sembrano vive, queste mie due donne di carta, non personaggi di un romanzo. Così mi è stato detto, e non ti nascondo che questa suggestione di incontro tangibile con i lettori (fra i quali diversi uomini) mi commuove molto.

MM- Potresti descriverci come si è evoluto man mano empaticamente il rapporto che ha instaurato in prima persona con la protagonista principale della sua opera?

È stata un’empatia fulminea, Marika. Nunzia non mi ha concesso il tempo di conoscerla, aveva “prescia” di confessarmi i suoi peccati. D’altronde (sorrido) lei sta per morire, no? “Nun c’ho tempo da perde, cocca!”, ha strillato e questo, credimi, dipinge bene il pragmatismo marchigiano. Ha una voce forte, è quella che mi ha raccontato ogni avvenimento, suggerito un finale insolitomentre stavo ancora scrivendo l’incipit, detto tutto di Clara e delle altre donne del romanzo. Non ho avuto modo o bisogno di inventare, progettare, pensare. Ho scritto sotto dettatura, di solito mi succede soltanto nei racconti di poche cartelle.

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