Oggi parliamo con… Ferdinando Salamino

 

Intervista a cura di Gino Campaner

 

Oggi nello spazio interviste abbiamo il piacere di ospitare l’autore Ferdinando Salamino. Grazie per averci dedicato un po’ del tuo tempo.

Prima se posso ti faccio volentieri qualche domanda di carattere generale per conoscerti un po’ meglio… Allora Ferdinando raccontaci un po’ di te dove nasci e vivi, la tua formazione, qual è il tuo lavoro e poi dicci come nasce l’idea di scrivere romanzi.

Ciao, Gino, sempre un piacere chiacchierare con te. Nasco a Milano, da genitori del Sud Italia (ti ricorda qualcuno?). Ho fatto studi classici, sì, proprio in “quel liceo” Carducci di Milano, teatro delle vicende de “Il Kamikaze di Cellophane”. Mi sono laureato in Psicologia, ho un dottorato in Psicologia Clinica e un Master in Psicoterapia Sistemica. Esatto, proprio come il dottor Erminio Fleni, personaggio cruciale nelle vicende del “nostro” Michele Sabella. Attualmente vivo a Kingsthorpe, un piccolo villaggio delle Midlands Inglesi, e insegno all’Università di Northampton. Come vedi, molta della mia storia personale è finita dentro i romanzi. Credo fosse per me una necessità intraprendere il mio percorso di “cantastorie” a partire da luoghi e atmosfere conosciuti, vissuti sulla pelle. Questo non significa che siano racconti autobiografici, tutt’altro, ma che ho avuto a disposizione immagini vivide, percezioni intense, per cominciare a costruire il mondo in cui si muove Michele.

 

Oltre a scrivere sei anche un lettore? Hai un genere preferito? Preferisci gli ebook o il libro cartaceo?

Sono un lettore da vasca da bagno. Il bagno caldo a fine giornata è spesso il momento che posso ritagliare per questa meravigliosa passione. Per questo, mi trovo più a mio agio coi cartacei. Sai che tragedia, dovesse finirmi lo smartphone nell’acqua? I miei generi preferiti sono il noir, il thriller, la fantascienza – con una predilezione per il cyberpunk – le atmosfere slipstream. Ma ho letto anche molta narrativa generale, fantasy e pure qualche romance. Non sopporto il chick-lit. Limite mio, non superabile.

 

Da dove nascono le tue storie. Elabori notizie che leggi o sono esclusivamente di fantasia?

La mia fantasia germoglia e fiorisce su un terreno di quotidianità. Storie catturate in un bar, lette su un giornale, ascoltate sul lavoro.

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