La lettrice della stanza 128 – Cathy Bonidan

Trama

 

Tutte le sere, cascasse il mondo, Anne-Lise Briard scivola tra le lenzuola e si lascia cullare dalle pagine di un buon libro. È un momento tutto per lei, un rituale al quale non potrebbe mai rinunciare. Perciò, quando nel comodino di un delizioso hotel della costa bretone trova un vecchio plico battuto a macchina, ne approfitta per rimpiazzare il romanzo che, distratta com’è, ha dimenticato di portare con sé da Parigi. Divorare in poche ore l’anonimo dattiloscritto – una struggente storia d’amore – e lasciarsi sedurre dal piccolo mistero che rappresenta per Anne-Lise sono tutt’uno. Ed ecco che, di colpo, un weekend fin troppo tranquillo si trasforma in un’avventura. Sì, perché a pagina 156 di quel racconto così trascinante è annotato un indirizzo – probabilmente quello dell’autore – al quale Anne-Lise decide di rispedire il malloppo, “con tante grazie per la bella lettura che mi ha regalato, sebbene senza volerlo”. Ricostruire le peripezie e i passaggi di mano che hanno portato il libro fino a lei non sarà facile, ma Anne-Lise si getta nell’impresa anima e corpo. Per scoprire il segreto di una storia capace di toccare il cuore e le vite di quanti la leggono. E trovare il coraggio di scrivere per sé un finale inaspettato.

 

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La maledizione della pecora – Maurizio Parlati

Trama

Antonio Elia, attore di teatro, si gode gli applausi del pubblico a fine spettacolo. È infatuato di Silvia, l’attraente compagna di scena, che però apprezza negli uomini qualcosa che a lui manca: un portafogli gonfio. A consolare Antonio c’è Alessandro, regista divorziato e completamente fuso dalla marijuana e da sostanze neurotossiche di varia natura. Mentre è in camerino, Antonio riceve la visita dell’eterea Paolina: la giovane è un avvocato e lo informa di essere l’unico erede di un immenso patrimonio lasciatogli da Mario Elia, un prozio fino a quel momento sconosciuto. Frastornato dalla notizia e dalla sconvolgente bellezza della donna, Antonio accetta le sue condizioni: firmare con il sangue un contratto scritto su un vello di pecora.
Da quel momento, preso possesso della villa e della maggioranza azionaria della Elia’s Express, Antonio si ritroverà circondato da domestici permalosi e pescicani della finanza, spacciatori di droga e trafficanti d’armi: tutti irrimediabilmente squilibrati. Un esilarante pastiche tra azione e grand-guignol, sedute spiritiche e profezie, scontri a fuoco e rese dei conti… «proprio come in un film di merda», per usare le parole del protagonista.

 

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I delitti dei Castelli. Le indagini del maggiore Malvasi – Livia Frigiotti

Trama

FRASCATI. Una serie di delitti colpisce la più grande cittadina dei Castelli Romani. Alla caserma locale dei Carabinieri arriva un nuovo Comandante, per la prima volta si tratta di una giovane donna. Il Maggiore Anna Malvasi ha scelto questo luogo perché sa che è il momento giusto per affrontare il passato e tutti i suoi tormenti. La disciplina e gli insegnamenti del rigido padre le hanno condizionato la vita, ma le sue domande dovranno avere una risposta, prima o poi. Dovrà lottare contro i pregiudizi maschili per il ruolo che ricopre, determinata a ottenere la fiducia di chiunque la circondi, ostentando con naturalezza il fascino che le dona la divisa. La vita sarà pronta a riservarle anche altro: Anna sa che deve ricominciare a vivere e arriverà qualcuno ad aiutarla. Le cose, però, non sono mai come sembrano e dietro l’angolo ci saranno molte questioni, anche tragiche, su cui indagare.

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La donna di Swaroski – Debora Bocchiardo

Trama

Emily e Sarah, appassionate di barca a vela, dopo un incidente nautico che ha danneggiato la loro imbarcazione, accettano l’ospitalità di una nobile famiglia inglese, gli Hamilton, in vacanza in Costa Azzurra. Il viaggio sullo yacht, che le porterà fino in Cornovaglia, al castello di St. Michael, sarà ricco di imprevisti colpi di scena, delitti e misteri. La vita dei Duchi di Whiterock si rivelerà un complicato intrigo psicologico, oltre che di vicende sentimentali ed economiche. Emily si accorgerà ben presto che, per capire quell’intricata trama di destini incrociati, si dovranno prendere le distanze da ciò che appare e vedere oltre la facciata. In una villa in Normandia, inoltre, la skipper italiana si troverà di fronte ad un capolavoro di arte contemporanea: la Donna di Swarovski. Un’opera che, attraverso un sapiente contrasto tra luce e tenebra, induce a riflettere su quanto, in realtà, bene e male, odio e amore, genio e follia non possano esistere in maniera separata e come l’uno sia sempre indispensabile per poter esaltare al massimo l’altro, in un eterno gioco di scambi e di ruoli sulla scacchiera dell’animo umano. Chi vincerà la partita?

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Oggi parliamo con… Tullio Avoledo

 

Intervista di Gino Campaner e Dario Brunetti

 

Complimenti innanzitutto per il romanzo assolutamente da leggere. Una curiosità, il libro è attraversato da una vena forse meglio dire da un fiume di ironia nei dialoghi e nei pensieri dei protagonisti è una cosa voluta per stemperare l’atmosfera o fa parte del suo stile in occasione di questo romanzo?

 

Grazie per il giudizio positivo sul romanzo.

L’ironia fa parte del mio corredo genetico. A volte è una maledizione, perché in certi contesti sociali e aziendali non viene apprezzata, ma non posso farci nulla. E’ più forte di me, la tentazione di usare l’ironia anche quando cozza con il politicallycorrect. C’è uno slogan del Maggio ’68 francese che dice “Una risata vi seppellirà”. Me la sono tatuata nell’anima, assieme alla battuta “Il Re è nudo!” della celebre favola di Andersen. L’ironia del resto è l’unica arma lasciata al popolo dalle dittature, e quella in cui viviamo è secondo me la dittatura del perbenismo imperante. Che poi nasconde le peggiori infamie.

Poi comunque c’è da dire che con un personaggio come Sergio Stokar, ispirato ai classici dell’hard boiled, l’ironia era una caratteristica indispensabile. Certe battute di Philip Marlowe sono più corrosive dell’acido di Alien. Stokar è un po’ il figlio, rigorosamente illegittimo, di Marlowe…

 

Un libro che è prevalentemente un noir ma non solo e che coinvolge anche una serie infinita di argomenti: la speculazione edilizia, la corruzione e tanto altro quanto è stato impegnativo scriverlo? Lo rivedremo ancora all’opera nel noir o nel thriller?

 

E’ il romanzo che ho impiegato più tempo a scrivere, e credo si senta. Ha un sacco di personaggi, e una trama complessa, non facile da controllare. Tocca anche temi che vanno al di là del noir, di critica sociale e di denuncia, per usare un termine un po’ in disuso oggi. Ma questa era la parte più facile: basta leggere i quotidiani e tenerli da parte il tempo necessario perché le informazioni si assestino ed emerga la realtà dei fatti. Tenere sotto controllo azione e personaggi su una trama così complessa è come coreografare un balletto in modo che nessuno dei protagonisti faccia male, con una mossa sbagliata, a sé o agli altri. O al lettore… Per fortuna ci sono gli editor, che andrebbero ringraziati per il semplice fatto di esistere.

Quanto allo scrivere prima o poi un altro noir, beh, è esattamente quello che sto facendo in questo momento. Anche se sarà un noir molto diverso da Nero come la notte. Molto meno cupo, e con un protagonista decisamente meno tormentato di Sergio Stokar.

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Scirocco e zagara – Antonino Genovese

Trama

 

Mariangelo mastica amaro. Il cadavere di padre Giovanni Rossi, noto alle cronache per i suoi affari con la malavita locale e l’accoglienza dei migranti, viene trovato nella piscina della sua lussuosa villa. Mentre le alte sfere ecclesiastiche chiedono una rapida risoluzione del caso, il maresciallo Mariangelo e il brigadiere Fascia si fanno largo tra prostituzione, mafia, traffico di migranti e un progetto di accoglienza per orfani. Finiranno in una fiaba nera come la notte più buia, un inferno dal quale non vi è uscita e le nefandezze umane sono lame nel costato dei giusti. Nell’oscurità del crepuscolo le acque del lago si increspano. Una sirena, catturata nelle reti di un pescatore, è costretta a vivere lì, mentre un mostro a sei zampe la osserva, pronto a stringerla nella sua morsa. È proprio il mostro a stuzzicare la voglia di giustizia del maresciallo. Sullo sfondo della città di Barcellona Pozzo di Gotto, tra i sapori di una Sicilia che profuma di Zagare, granite, mentre il sole ottunde le menti e il sangue scorre, invadendo il letto del Longano, Gianluca dovrà sfidare la sua angoscia per il mare e salvare quel che resta del suo matrimonio con Giuseppina, desiderosa di un figlio e di vivere nella sua città natale: Lipari. È proprio nel mare della paura che si nasconde la soluzione alla prima indagine del maresciallo Mariangelo.

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Il vizio del diavolo – Enrico Luceri

Trama

Antivigilia di Natale 2018. È stata annunciata un’allerta meteo: è previsto un nubifragio che provocherà allagamenti e mancanza di collegamenti. In un collegio sperduto nella campagna dell’Italia settentrionale, sono rimasti un prete, due suore e una giovane orfana. Dopo il crepuscolo, un frate chiede ospitalità al collegio per un incidente d’auto. E a tarda sera, il malore di una suora costringe un medico a raggiungere la scuola con mezzi di fortuna. Da quel momento, comincia una notte di terrore. Un assassino colpisce spietato, freddo e inafferrabile. Un intruso penetrato nel collegio, o uno degli insospettabili ospiti? O è davvero il diavolo a nascondersi negli angoli bui dei corridoi e a sghignazzare divertito? La realtà sembra sempre più un’illusione, una magia, una messa in scena. Perché forse è davvero il diavolo ad aggirarsi per il collegio. E il suo vizio è ingannare.

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Se ne vanno tutti – Manlio Ranieri

Trama

Questo è un romanzo di periferia. Leo si è trasferito a Roma, in una palazzina popolare che rappresenta un intero mondo in miniatura – dall’Europa all’Asia, passando per l’Africa – quando ha sentito il bisogno pressante di dare una sterzata alla sua vita, cambiare aria e dimenticare un passato doloroso. Il suo presente, invece, è una regione dello stato di Instagram, popolata di piccoli criminali, ex-poliziotti prepotenti, ragazze rumene, bengalesi che aggiustano qualsiasi cosa e da tutti i suoi alter ego, che chiama con nomi improbabili: il più tenace di loro rappresenta il suo lato paranoico e viene battezzato Paranoid Android.

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LE RIBELLI – Chandler Baker

Trama

Sloane, Ardie, Grace e Rosalita lavorano da anni alla Truviv, marchio di abbigliamento sportivo con sede a Dallas, e con molte delle loro colleghe hanno due cose in comune: sono madri lavoratrici e si muovono al di qua di una linea invisibile che le separa dai collaboratori uomini, nell’ombra del loro prepotente superiore Ames Garrett. Quando il CEO della Truviv muore improvvisamente e loro scoprono che la persona più vicina ad assumere il controllo del ruolo vacante è proprio Ames – che ha appena assunto una nuova ragazza, giovane, bella e single – capiscono che è arrivato il momento di fare qualcosa. Troppo a lungo, infatti, ci sono stati solo sussurri, bisbigli messi ripetutamente a tacere, ignorati o nascosti dai complici. Sloane, avvocato dell’azienda, convince le altre a fare qualcosa. Qualcosa di apparentemente innocuo, qualcosa che sembra un sussurro ma presto diventa un grido. La loro decisione metterà in moto una serie di catastrofici eventi all’interno dell’ufficio: le bugie saranno scoperte, i segreti verranno rivelati. E non tutti sopravvivranno. Le vite delle quattro protagoniste e delle persone a loro vicine – altre donne, colleghi, mogli, amici e persino avversari – cambieranno drasticamente di conseguenza.

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Rubrica “Palato da detective”, n°9 – DA CHEF S’INDAGA MEGLIO. Al ristorante o in agenzia investigativa?

Articolo di Giusy Giulianini

 

Alzi la mano chi ha il coraggio di negare che gli chef, stellati o meno, telegenici in varia misura, amichevoli o marziali, sono i nuovi divi dei nostri giorni. Dalle loro ipertecnologiche cucine, dagli schermi televisivi o dalle pagine patinate dei rotocalchi dispensano ai comuni mortali imperativi categorici su qualità, quantità e preparazione del nostro cibo quotidiano. La loro parola è legge e noi, in riverente branco, corriamo a farci rapinare nei loro sacri templi.

Fioriscono sempre nuove filosofie nutritive, che si affiancano ai precetti alimentari di molte religioni. E, anche se presso numerose culture cibi particolari sono associati al rito della commemorazione dei defunti, è comunque universalmente riconosciuto il ruolo insostituibile del cibo nello scacciare l’idea della morte e dunque il suo valore consolatorio.

Sarà per queste ragioni che, da qualche anno, gli chef sono diventati protagonisti anche della scena narrativa e cinematografica? L’estensione del fenomeno parrebbe confermare l’ipotesi, almeno per quanto riguarda il genere light crime, ovvero il racconto d’indagine che si apre spesso al sorriso.

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