Articolo di Enrico Luceri
Achille van Golk è l’eccentrico, esigente, infallibile editore e direttore della rivista londinese di alta arte culinaria Lucullus. Un uomo di gusti raffinati, che ha appena avuto l’onore di organizzare un pranzo di gala nientemeno che a Buckingham Palace. Un privilegio che ha dimostrato di meritare reclutando i quattro chef internazionali in grado di cucinare per la corte inglese un menù all’altezza della situazione: il piccione in crosta del tedesco Ludwig Kohner, l’aragosta dell’italiano Antonio “Nutti” Fenegretti, l’anatra pressata del francese Jean-Claude Moulineax, e come dessert la rinomata Bombe Richelieu della canadese Natascha O’Brien.
Appare stravagante e quasi improbabile che un simile gourmet sia proprio britannico, visto che la sua terra non possiede la tradizione gastronomica, per dire, di Italia e Francia, ma tant’è. Può accadere più facilmente se si tratta di un romanzo, anzi di una ricca e godibile pietanza narrativa scritta dalla coppia di autori americani Nan e Ivan Lyons, moglie e marito nella vita, e servita sulla tavola apparecchiata dei lettori con ineccepibile garbo.
Pubblicato in Italia da Sonzogno nel 1978 con il titolo Cadaveri su piatti di classe (in originale, Someone is killing the great chefs of Europe), il romanzo è una divertente variazione del classico giallo rosa, con una singolare ambientazione in altolocati ristoranti dove si pratica l’alta cucina. Una trama ispirata forse involontariamente a un modello autorevole come l’indagine dell’ineffabile detective privato Nero Wolfe per risolvere il delitto commesso alla riunione annuale dei Quinze Maitres (Alta cucina, di Rex Stout), ma coniugandola con un brio, una verve, una girandola di allusioni e calembour talmente frizzanti da somigliare al delicato perlage di uno champagne millesimato. La suspense di conoscere la verità e l’identità dell’assassino è invece solo un pizzico, perché i lettori la apprendono fin dai primi capitoli.
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