Intervista per Gialloecucina a Pierluigi Porazzi a cura di Alessandro Noseda.
È tornato a trovarci il papà di Alex Nero. Un po’, forse gli mancavamo.
Benvenuto Pierluigi. Mettiti il grembiule che prepariamo un piatto friulano, tua terra d’adozione.
P.P.: Purtroppo non so cucinare… ma proviamoci comunque!
Cosa pensi di cucinare per gli amici di Gialloecucina? Sai che, alla fine, ti chiederemo ricetta completa?
P.P.: Facciamo il frico, piatto tipico del Friuli…
A breve sarai in libreria col nuovo romanzo, “Il lato nascosto” di La Corte Editore, già il titolo prende il lettore. Cosa ci puoi anticipare senza rovinarci lettura?
P.P.: Prima di tutto, i protagonisti saranno due poliziotti, un uomo e una donna. Sarà però lei, la più intuitiva e tenace, ad arrivare per prima alla soluzione del caso.
Senza svelare troppo della trama, posso dire che è un giallo/thriller, quindi con gli elementi del mystery (fino alla fine non si sa chi è il colpevole dell’omicidio), ma anche con un approfondimento riguardo a temi sociali e di attualità. In questo senso avrà un ruolo importante, nel romanzo, anche un esponente della mafia nigeriana.
L’ultimo tuo lavoro, “La ragazza che chiedeva vendetta” ha avuto i favori della critica e del pubblico, confermandoti tra le penne noir più apprezzate dai lettori. Qual è, a tuo avviso, il motivo del successo del genere in Italia e dei tuoi romanzi, in particolare?
P.P.: Attraverso il noir si riesce a raccontare la realtà spesso meglio che con altri strumenti o generi letterari. Inoltre, un’altra possibile spiegazione può risalire al bisogno di giustizia dei lettori: in un mondo in cui predominano il marciume e la mistificazione della realtà, può essere consolatorio trovare un pizzico di giustizia o verità nei romanzi.
Per quanto riguarda i miei libri, credo che i lettori apprezzino sia le trame, che coniugano i canoni del giallo classico con il thriller moderno, e il fatto che dipingano la società dei nostri tempi in modo lucido e implacabile.