Recensione a cura di Paola Varalli
Libero Russo, per citare le parole dell’autore, “ha due amici stranieri: lo scozzese Johnnie Walker e lo spagnolo Fundador.”
Spesso questi due gli risolvono i problemi o almeno… lui si illude che lo facciano. Diciamo che quantomeno lo consolano, ecco.
In questa nuova avventura ritroviamo lo squinternato investigatore uscito dalla penna del talentuoso Davide Pappalardo, intento ad arrabattarsi sulle tracce di una giovane della Milano bene, apparentemente scomparsa.
Come l’autore ci ha abituato nel precedente Buonasera signorina, la storia è raccontata in prima persona al passato, cifra stilistica che ci lascia incollati come patelle a Libero Russo nel corso delle sue indagini, poiché il detective senza licenza ne è la voce narrante.
Fin dall’inizio veniamo catapultati nel 1973, epoca che ignora, o quasi, l’esistenza dei telefoni cellulari e di altre diavolerie tecnologiche note a noi lettori che viviamo nel futuro. Qualcuno si chiederà: embè?
E invece la cosa ha un suo rilievo, perché tutta l’indagine si svolge con metodi di comunicazione primitivi, rispetto agli attuali, con tutto ciò che ne consegue a livello di plot.
In una Milano fredda, poco prima di Natale, Libero Russo si aggira sulla Lancia Fulvia (ereditata da zio Pino) coadiuvato dall’ex collega Marione che, al contrario di lui, in polizia ci è rimasto.
Si muoverà anche in altre città, sempre alla ricerca della fantomatica Sandra Poggi, più sgusciante di un’anguilla, che si dilegua puntualmente ogni volta che Russo crede di averla acchiappata. Non mancheranno colpi di scena e un crescendo di tensione, in un climax ben orchestrato.
Come al solito l’autore fa un uso sopraffino della metafora che, permeata di sottile ironia, riesce ad alleggerire quel clima cupo che hanno spesso gli “hardboiled” e che qui è stemperato abilmente. Pappalardo non ci fa mancare nemmeno le citazioni colte, spaziando dal Deserto dei tartari di Buzzati a Primo Levi.
Insomma, qualcuno ha definito quest’opera un giallo vintage ma moderno, mi pare una definizione azzeccata.
Lettura assolutamente consigliata. Si divora in un boccone e poi… spiace che sia finito.
Voce di Paola Varalli
Trama
Milano, dicembre 1973. Libero Russo, scalcagnato investigatore, viene contattato da uno sconosciuto nella sua bicocca al quartiere Isola, dove vive in compagnia di un gatto e delle canzoni di Fred Buscaglione. Deve rintracciare Sandra Poggi, una ragazza della Milano bene di cui si sono perse le tracce. Un caso all’apparenza semplice, visto che la giovane è in contrasto con la famiglia. Libero, alle prese con i propri tormenti interiori e con la nostalgia per la sua terra, la Sicilia, intuisce che potrebbe non trattarsi semplicemente di una fuga da casa. In un vorticoso giro di giostra tra Milano, Venezia e Bologna, l’investigatore entra in contatto con neofascisti, strizzacervelli, prostitute, doppiogiochisti, movimentisti, poliziotti corrotti, per cercare di arrivare a Sandra, che sembra volatilizzarsi ogni volta che l’afferra, in un gioco di specchi in cui non si sa più chi è l’inseguito e chi l’inseguitore…
Dettagli
- Genere: Giallo
- Copertina flessibile:207 pagine
- Editore:Pendragon (23 aprile 2019)
- Collana:gLam
- Lingua:Italiano
- ISBN-10:8833640957
- ISBN-13:978-8833640952