Resti perfetti – Helen Fields

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Recensione a cura di Vienna Rao

Il luogo in cui viene ritrovato il cadavere parla chiaro: non si tratta di un “comune” omicidio. L’assassino ha infierito sulla  vittima anche post – mortem. Callanach e la sua squadra, hanno il compito di scoprire l’artefice di tanta crudeltà e non sarà facile. Per cercare di velocizzare la corsa contro il tempo e fermare l’assassino, che ormai si sta dimostrando davvero spietato, l’equipe si avvale anche di un profiler, Harris.

Durante l’indagine, conosceremo meglio l’ispettore Luc Callanach e alcuni fatti del suo passato che l’hanno turbato particolarmente e a cui ha provato a reagire nel miglior modo possibile. Luc va molto d’accordo con i colleghi, lavora con spirito di squadra soprattutto con l’ispettrice Turner, nonostante un’iniziale diffidenza reciproca.

L’ispettrice Turner si dimostrerà una donna forte,  coraggiosa e dedita al lavoro. Nell’affrontare una situazione difficile, riuscirà a mantenere il sangue freddo: lascio a voi il piacere di scoprire qualcosa di più in merito…

Il killer, difficile da scovare, sarà descritto con minuziosità e noi lettori verremo a conoscenza dei  suoi problemi di relazione nella vita quotidiana e di come la rabbia per tutto ciò che, in un certo senso, “subisce” si sia accumulata negli anni, esplodendo all’improvviso a discapito delle donne coinvolte.

Mi sono anche chiesta se avesse subito atti di mobbing o se ad accendere “il fuoco che aveva dentro” fosse stata la sua estrema sensibilità e un’infanzia particolare. Non ci sono risposte e spiegazioni giuste, ma ciò di cui siamo certi è che nulla può giustificare il male che ha inflitto, oltre al fatto che prova piacere nel vedere soffrire gli altri.

L’autrice ha trovato “la chiave” per coinvolgere noi lettori, proprio perché ci offre la possibilità di approfondire sia le azioni del killer, nel presente e nel passato, sia il modo di lavorare sul caso della squadra, facendoci conoscere debolezze e punti di forza di ciascuno.

La suspense è elevata, soprattutto nell’ultima parte del libro. Il tarlo che ci attanaglia la mente durante la lettura è: perché l’ha fatto? Come andrà a finire? Il killer sarà punito?

Molto scorrevole. Si legge d’un fiato. Aspettiamo un nuovo libro dell’autrice, promossa a pieni voti!

Voce di Vienna Rao

 

Trama

Tra le remote montagne delle Highland, il corpo di Elaine Buxton sta bruciando. Tutto quello che rimarrà per identificare la donna, un brillante avvocato scozzese, sono i suoi denti e un frammento di vestiario. Intanto, nella stanza segreta di una casa di Edimburgo, la vera Elaine Buxton urla nel buio. L’ispettore Luc Callanach ha appena messo piede nel suo nuovo ufficio che il caso di una donna scomparsa si trasforma in un’indagine per omicidio. Dopo aver lasciato una promettente carriera all’Interpol, Callanach è ansioso di mettersi alla prova con la sua nuova squadra. Ma l’indagine che lo aspetta è molto diversa da qualunque sfida abbia mai affrontato prima d’ora, perché l’assassino di Elaine ha coperto le tracce con cura meticolosa. Quando un’altra donna di successo viene rapita, è chiaro che si tratta di una disperata corsa contro il tempo per impedire al gioco perverso di una mente criminale di mietere altre vittime.

Dettagli

  • Genere: Thriller
  • Copertina flessibile: 382 pagine
  • Editore: Newton Compton (2 maggio 2019)
  • Collana: Nuova narrativa Newton
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 8822727762
  • ISBN-13: 978-8822727763

 

 

 

 

 

Prima che te lo dicano gli altri – Marino Magliani

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Recensione a cura di Rino Casazza

Leo Vialetti è un sessantenne strambo e disadattato. Vive fin dall’infanzia sulle colline liguri della riviera di ponente facendo il contadino e il bracconiere. Per i suoi limiti intellettivi e la scarsa istruzione, in qualsiasi altra parte del mondo sarebbe un reietto, ma lì, nel suo habitat, dove vive una piccolissima comunità, e tutti si chiamano per soprannome, è riuscito a tirare avanti decentemente, tanto che ha un rustico di proprietà e un discreto gruzzolo da parte, accumulato per un fine di cui si dirà.

Marino Magliani affianca uno stile che può definirsi verista, “inquadra” punto di vista, linguaggio e mentalità dei personaggi a quello del narratore classico che compare con riflessioni agrodolci sull’esistenza, mescolate a poetiche descrizioni paesaggistiche e riesce a farci amare il protagonista del suo “Prima che te lo dicano gli altri”.

Per la storia di Leo Vialetti si può scomodare l’Odissea. Non solo perché nella seconda parte del romanzo il ruvido “scemo del villaggio” miracolato compie il viaggio lungamente vagheggiato nell’Argentina della natura soverchiante e delle ingiustizie sociali, ma soprattutto perché la sua è, mutatis mutandis, una Telemachia.

Leo infatti cerca il padre, un mitico personaggio della sua infanzia, proprietario di una bellissima villa nel paese, emigrato in Sudamerica da un trentennio.

L’uomo, Raul Porti, aveva sempre avuto un occhio di riguardo per Leo da bambino, nonostante fosse lo zimbello degli amici per il carattere chiuso e il cervello corto.

Poco prima della partenza aveva impartito al piccolo Leo un indimenticabile ciclo di lezioni private  in cui non gli aveva insegnato solo le materie scolastiche, ma anche e soprattutto l’amore per la natura e la cura delle piante, attraverso la tecnica “magica” dell’innesto.

Raul e Leo non si sono mai detti di essere padre e figlio, anche se Leo aveva sempre saputo la verità, visto che la madre aveva scelto di rivelarglielo “prima che glielo dicessero gli altri”.

L’ambientazione si sposta senza perdere ritmo e vivacità descrittiva dall’Italia all’Argentina, dove Leo si reca per inseguire le tracce di Raoul Porti di cui non si hanno più notizie. Si pensa che sia “desaparecido”.

Il nostro Telemaco ruspante fatica ad adattarsi all’immensa area cittadina di Buenos Aires, ma mostra di avere molta più affinità con le distese solitarie e inospitali della Pampa, dove finisce per approdare nel suo pellegrinaggio cocciuto per conoscere di persona la verità sul padre “prima che glielo dicano gli altri”.

Insomma, un bel “romanzo di formazione” in cui la formazione dura tutta la vita, in cui anche un “povero di spirito” può aspirare una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie radici.

 

Voce di Rino Casazza

 

Trama

Prima di essere un cacciatore e bracconiere, e agricoltore solitario con la passione dell’innesto, Leo Vialetti è stato un bambino della Val Prino nell’Italia del boom che qui non è mai arrivato, una Liguria di frontiera che vede il mare per sbaglio e in cui crescere senza padre significa diventare grandi troppo presto. In un’estate decisiva come tutte quelle che fanno da preludio all’adolescenza, l’unico adulto che sembra volersi prendere cura di lui è uno straniero, un argentino, Raul Porti, che gli dà ripetizioni scolastiche e gli insegna ad amare e rendere fertile la terra, prima di sparire improvvisamente. Quando Leo deciderà di comprare all’asta la vecchia villa di Raul Porti, ciò che scoprirà lo costringerà a perdere un mezzo amore appena sbocciato e partire alla cieca per l’Argentina, per capire dove e come sia finito l’uomo più importante della sua vita, proprio nei giorni più terribili del Novecento sudamericano, quelli dei desaparecidos. Grazie a una lingua lirica, affilata e precisa, Magliani costruisce una storia durissima di formazione, che non fa sconti alla nostra storia recente e che ci racconta di un affetto che travalica sentenze e confini spaziotemporali per restituirci l’avventura epica per eccellenza, la ricerca delle proprie radici.

 

Dettagli

  • Genere: Mainstream
  • Copertina flessibile:330 pagine
  • Editore: Chiarelettere (30 agosto 2018)
  • Collana:Narrazioni
  • Lingua:Italiano
  • ISBN-10:8832960222