La luce sia con voi. Non c’è pace per il commissario Peppenella – Peppe Lanzetta

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Recensione a cura di Gianfranco Machella

E’ questo il secondo appuntamento con il commissario Peppenella e la sua Napoli multiforme. Stavolta le vicende che interessano i protagonisti del libro di Peppe Lanzetta si muovono e si intersecano tra il sacro e il profano. Il nostro commissario si ritrova a che fare nientepopodimeno che con Gesù Cristo, Ponzio Pilato, la Maddalena, Giuda Iscariotae Lazzaro alzatiecammina! Ovviamente non sono i personaggi biblici che tutti noi conosciamo, ma individui in carne ed ossa; alcuni, criminali incalliti senza nessuno scrupolo, altri, poveri diavoli che tirano a campare. E tutto ciòavviene a Napoli, questa città unica al mondo, dove tutto è possibile, tutto si mescola costantemente: il giorno con la notte, il bene con il male, il freddo con il caldo, il sacro col profano…

Così, mettendosi sulle tracce di Gesù Cristo, che turba i suoi sonni perché da tempo tenta di arrestarlo, il commissario Peppenella e i suoi due subalterni si imbattono in tante altre situazioni non necessariamente collegate tra loro ai fine dell’indagine, ma che, per un verso o per l’altro, li coinvolgono in pieno. Situazioni ed episodi che l’autore ci racconta con semplicità ma anche crudezza, di uomini e donne normali, persone di strada, con i loro problemi, ansie e speranze. Con la città sempre in primo piano, perché, ce lo ricorda l’autore, a Napoli, la città più incasinata del mondo, una regola che vale per uno non ha senso per un altro, dove ognuno fa quello che vuole, in barba allo Stato e alle leggi scritte.

Come nel precedente romanzo con protagonista il commissario Peppenella, anche qui non mancano gli esilaranti scontri dialettici tra lui e i suoi assistenti Caputo e Martusciello, e le situazioni al limite del grottesco. Questo rende ovviamente la lettura scorrevole e piacevole, e i brevi capitoli con continui cambi di situazioni, luoghi e protagonisti, hanno la capacità di far avanzare il lettore velocemente verso l’epilogo della storia.  Epilogo che costerà caro al nostro commissario, ma non dal punto di visto professionale, ma per il motivo che dovrà tenere fede ad un giuramento fatto: e di questo non saprà se esserne felice o dispiaciuto!
Voce di Gianfranco Machella

 

Trama

Gesù Cristo, Ponzio Pilato, Giuda Iscariota e la Maddalena… non sono esattamente i personaggi biblici e nemmeno le statuette del presepe che affollano i vicoli di Napoli. Sono i soprannomi di criminali incalliti e senza scrupoli che turbano i sogni del commissario Peppenella, sempre più solo e trasandato. La luce invece è quella elettrica, staccata a casa del commissario a causa di un contatore taroccato in una città taroccata, Napoli, dove niente e ciò che sembra e tutto si confonde: lecito e illecito, ladri e onesti, suore e prostitute, legge e anarchia, dando vita ad una casba folle e intricata che rischia di far impazzire il povero Peppenella.

 

Dettagli

  • Genere: Giallo
  • Copertina flessibile:228 pagine
  • Editore:Cento Autori (21 gennaio 2016)
  • Collana:L’arcobaleno
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10:8868720469
  • ISBN-13:978-8868720469

Documenti, prego – Andrea Vitali

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Recensione a cura di Elio Freda

Il nuovo lavoro di Andrea Vitali è qualcosa di completamente avulso da ciò che ha scritto fino ad ora.

Chi era abituato alla storia d’altri tempi, ambientata a Bellano, potrebbe rimanere letteralmente con l’amaro in bocca. Primo perché le sue aspettative sarebbero deluse. Secondo per le sensazioni che questo “Documenti, prego” lascia.

La legge prescrive le pene, commisurate alla gravità del reato. Ma come si fa ad ammettere a sé stessi la colpa? Il lasso di tempo necessario per comprendere il significato delle proprie azioni e le conseguenze a cui hanno portato, sono tematiche importanti e d’effetto che Vitali è riuscito a sviscerare in 120 pagine.

Vi lascio con un’immagine, anzi proprio con l’immagine che mi ha accompagnato durante la lettura.

Il signor Vitali apre la porta e mi fa entrare in una stanza spoglia, dalle pareti che un tempo dovevano essere bianche. La stanza è appena illuminata, al centro c’è una specchiera da parete con cornice rettangolare in legno marrone scuro. Mi avvicino e vedo la mia immagine riflessa. Ho una strana sensazione, la pelle d’oca sulle braccia e la salivazione improvvisamente azzerata. Sento la sua presenza alle mie spalle. Mi sposto. Dapprima impercettibilmente, poi sempre di più; voglio vedere l’espressione del suo viso riflessa nello specchio in quel momento, ma la sua immagine non appare mai. Mi volto e lui è lì, seduto su di una vecchia sedia di legno e mi guarda. Solo allora realizzo che quello specchio è la mia coscienza. Apro gli occhi e mi ritrovo seduto sulla panchina nel parco, con un tiepido sole che mi sfiora appena, gli uccelli cinguettano e due bambini corrono. Un brivido mi percorre la schiena. Abbasso lo sguardo e ho in mano “Documenti, Prego”.

Voce di Eleonora Zaffino

 

Trama

È notte. Su un’autostrada del Nord Italia industriale corre una macchina con a bordo tre funzionari di una ditta commerciale. Tornano a casa da un viaggio di lavoro, sono stanchi, nulla di strano che decidano di fermarsi in un autogrill per bere un caffè e comprare le sigarette; una breve sosta prima dell’ultimo sforzo. Ma in quella stazione di servizio, sotto gli occhi indifferenti dei camionisti assonnati e delle ragazze del bar, il destino aspetta uno di loro. Una leggerezza e una banale dimenticanza lo faranno precipitare nelle maglie di un meccanismo giudiziario impeccabile nella forma, efficiente nei metodi, implacabile nelle conseguenze.

 

Dettagli

  • Copertina flessibile:111 pagine
  • Genere : Noir
  • Editore:Einaudi (14 maggio 2019)
  • Collana: Stile libero big
  • Lingua:Italiano
  • ISBN-10:880624146X
  • ISBN-13:978-8806241469

 

Che fine ha fatto Sandra Poggi? – Davide Pappalardo

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Recensione a cura di Paola Varalli

Libero Russo, per citare le parole dell’autore, “ha due amici stranieri: lo scozzese Johnnie Walker e lo spagnolo Fundador.”

Spesso questi due gli risolvono i problemi o almeno… lui si illude che lo facciano. Diciamo che quantomeno lo consolano, ecco.

In questa nuova avventura ritroviamo lo squinternato investigatore uscito dalla penna del talentuoso Davide Pappalardo, intento ad arrabattarsi sulle tracce di una giovane della Milano bene, apparentemente scomparsa.

Come l’autore ci ha abituato nel precedente Buonasera signorina, la storia è raccontata in prima persona al passato, cifra stilistica che ci lascia incollati come patelle a Libero Russo nel corso delle sue indagini, poiché il detective senza licenza ne è la voce narrante.

Fin dall’inizio veniamo catapultati nel 1973, epoca che ignora, o quasi, l’esistenza dei telefoni cellulari e di altre diavolerie tecnologiche note a noi lettori che viviamo nel futuro. Qualcuno si chiederà: embè?

E invece la cosa ha un suo rilievo, perché tutta l’indagine si svolge con metodi di comunicazione primitivi, rispetto agli attuali, con tutto ciò che ne consegue a livello di plot.

In una Milano fredda, poco prima di Natale, Libero Russo si aggira sulla Lancia Fulvia (ereditata da zio Pino) coadiuvato dall’ex collega Marione che, al contrario di lui, in polizia ci è rimasto.

Si muoverà anche in altre città, sempre alla ricerca della fantomatica Sandra Poggi, più sgusciante di un’anguilla, che si dilegua puntualmente ogni volta che Russo crede di averla acchiappata. Non mancheranno colpi di scena e un crescendo di tensione, in un climax ben orchestrato.

Come al solito l’autore fa un uso sopraffino della metafora che, permeata di sottile ironia, riesce ad alleggerire quel clima cupo che hanno spesso gli “hardboiled” e che qui è stemperato abilmente. Pappalardo non ci fa mancare nemmeno le citazioni colte, spaziando dal Deserto dei tartari di Buzzati a Primo Levi.

Insomma, qualcuno ha definito quest’opera un giallo vintage ma moderno, mi pare una definizione azzeccata.

Lettura assolutamente consigliata. Si divora in un boccone e poi… spiace che sia finito.

 

Voce di Paola Varalli

 

Trama

Milano, dicembre 1973. Libero Russo, scalcagnato investigatore, viene contattato da uno sconosciuto nella sua bicocca al quartiere Isola, dove vive in compagnia di un gatto e delle canzoni di Fred Buscaglione. Deve rintracciare Sandra Poggi, una ragazza della Milano bene di cui si sono perse le tracce. Un caso all’apparenza semplice, visto che la giovane è in contrasto con la famiglia. Libero, alle prese con i propri tormenti interiori e con la nostalgia per la sua terra, la Sicilia, intuisce che potrebbe non trattarsi semplicemente di una fuga da casa. In un vorticoso giro di giostra tra Milano, Venezia e Bologna, l’investigatore entra in contatto con neofascisti, strizzacervelli, prostitute, doppiogiochisti, movimentisti, poliziotti corrotti, per cercare di arrivare a Sandra, che sembra volatilizzarsi ogni volta che l’afferra, in un gioco di specchi in cui non si sa più chi è l’inseguito e chi l’inseguitore…

Dettagli

  • Genere: Giallo
  • Copertina flessibile:207 pagine
  • Editore:Pendragon (23 aprile 2019)
  • Collana:gLam
  • Lingua:Italiano
  • ISBN-10:8833640957
  • ISBN-13:978-8833640952

Chiamami sottovoce – Nicoletta Bortolotti

Nicoletta Bortolotti - Chiamami sottovoce - Cover

 

Recensione di Manuela Fontenova

 

“Non. Fare. Rumore. Nessun rumore, nessuno, nessuno! Non devi neanche respirare… Mi dispiace ma è per il tuo bene. Ti è chiaro questo? Il resto lo imparerai col tempo. Se hai bisogno di qualcosa chiamami pure, ma sottovoce”

 

Nicole è una donna che cerca ancora la sua strada. Ha avuto una vita serena, felice, è stata molto amata, ma c’è un tassellino mancante che rende il suo cuore incompleto. La morte della madre manda in frantumi quelle poche certezze sulle quali poggia la sua fragile stabilità emotiva: cosa manca nell’album dei suoi ricordi? O meglio chi manca all’appello tra le memorie dei giorni felici trascorsi ad Airolo? Scoprire a distanza di anni che la sua famiglia non si è mai liberata della casa d’infanzia, La Maison des roses, le farà affrontare il passato, rincorrendo quelle sensazioni che stringono con un laccio una ferita forse mai completamente rimarginata.

Ecco che con un salto temporale ci troviamo nel lontano 1976, quando una Nicole bambina legherà inesorabilmente la sua vita a quella di Michele, 9 anni e un’esistenza avvolta dal silenzio. Michele è il bambino nascosto di questa storia, testimone di tutti i bambini che negli anni ’70 e ’80 vissero in clandestinità nei territori svizzeri, senza andare a scuola, senza uscire mai. Fantasmi per la legislazione, tesori da proteggere per i propri genitori, che decisero di portarli con sé nonostante il divieto di ricongiungimento familiare imposto dal paese che avrebbe dato loro una spiraglio di luce in una vita di miseria. Una parte di storia che forse non molti conoscono, perché i flussi migratori verso la Svizzera non partirono soltanto dal Meridione, ma riguardarono tutta la penisola. Michele farà il suo viaggio nascosto nel bagagliaio di un auto, da Verona passerà la frontiera a Chiasso, ben mimetizzato tra le valige, ignaro del silenzio in cui verrà confinato per i mesi a venire.

Siamo ad Airolo, paesino della Svizzera sormontato dal monte Gottardo, dove una squadra di operai sta costruendo, sotto la direzione dell’ingegnere capo, quella che sarebbe diventata, all’epoca, la galleria più lunga del mondo. Nicole abita in una bella villetta, l’ingegnere capo è il suo papà, sua madre è la maestra del paese. La sua vita è scandita dalla scuola, dai giochi e dalla visite alla vicina, la signora Delia, che gestisce una pensione dove ospita tanti lavoratori italiani, ma quello che nessuno sa è che Delia ha una soffitta con un lettino, un armadio e un piccolo ospite che esce solo quando nessuno può vederlo. E’ il figlio di un operaio impegnato nei lavori della galleria: è Michele. L’amicizia tra i due bambini sboccerà contro ogni previsione, nonostante le accortezze e le precauzioni, riusciranno a trovarsi. Può un legame nato in così tenera età, influenzare gli adulti nei quali si trasformeranno i due piccoli amici?

Con questo quesito dovrà fare i conti Nicole, che ripercorrendo la lunga strada dei ricordi si troverà a dover proseguire per una deviazione dolorosa, ma illuminante.

Nicoletta Bortolotti è riuscita a tessere una storia di infinita delicatezza e sensibilità, partendo da un fatto realmente accaduto, l’emigrazione italiana in Svizzera e il caso dei “bambini nascosti”, creando personaggi ben caratterizzati in ogni piccolo dettaglio. A partire da Nicole con la quale l’autrice ha dimostrato di essere un’eccellente narratrice, adattando stile e linguaggio alla sua crescita: si è calata nella bambina di otto anni dandone una versione quanto mai veritiera e credibile e l’ha accompagnata fino all’età adulta. Stessa cosa per Michele, del quale ha messo in luce l’indole buona, l’amore per i genitori, e l’infinita pazienza. Sicuramente Delia, la proprietaria della pensione è la figura che più ha toccato il mio cuore e mi piacerebbe raccontarvi il perché, ma non posso certo rovinare la vostra lettura (e fidatevi di me, questo è uno di quei libri da leggere assolutamente).

Sono riuscita ad avere sempre immagini vivide dei luoghi raccontati: quasi potevo vedere la Maison des roses, la casa di Delia, e con la stessa facilità ho immaginato i due bambini ormai adulti e le loro case, ognuno con la propria vita, ma uniti da un invisibile filo che nemmeno il tempo è riuscito a spezzare.

I libri che rimangono nel cuore sono proprio quelli che anche a distanza di qualche mese dalla lettura tornano ad affacciarsi prepotentemente nella memoria, può bastare un nome, un colore, un odore. Si dice che siano i libri a trovarci senza che noi li cerchiamo, ed è proprio quello che è successo a me con Chiamami sottovoce. Avevo bisogno di questa lettura che mi è arrivata come un dono inaspettato da una carissima amica e mi ha scaldato il cuore.

Di qualsiasi cosa abbia bisogno il vostro di cuore, non lasciatevi scappare il romanzo di Nicoletta Bortolotti.

Voce di Manuela Fontenova

 

Trama

 È primavera, eppure la neve ricopre la cima del San Gottardo, monumento di roccia che si staglia sopra il piccolo paese di Airolo. La Maison des roses è ancora lì, circondata da una schiera di abeti secolari: sono passati molti anni, ma a Nicole basta aprire il cancello di ferro battuto della casa d’infanzia per ritrovarsi immersa nel profumo delle primule selvatiche ed essere trasportata nei ricordi di un tempo che credeva sommerso. È il 1976 e Nicole ha otto anni, un’età in bilico tra favole e realtà, in cui gli spiriti della montagna accendono lanterne per fare luce su mondi immaginari. Nicole ha un segreto. Nessuno lo sa tranne lei, ma accanto alla sua casa vive Michele, che di anni ne ha nove e in Svizzera non può stare. È un bambino proibito. Ha superato la frontiera nascosto nel bagagliaio di una Fiat 131, disegnando con la fantasia profili di montagne innevate e laghi ghiacciati. Adesso Michele vive in una soffitta, e come uniche compagne ha le sue paure e qualche matita per disegnare arcobaleni colorati sul muro. Le regole dei suoi genitori sono chiare: “Non ridere, non piangere, non fare rumore”. Ma i bambini non temono i divieti degli adulti, e Nicole e Michele stringono un’amicizia fatta di passeggiate furtive nel bosco e crepuscoli passati a cercare le prime stelle. Fino a quando la finestra della soffitta s’illumina per sbaglio, i contorni del disegno di due bambini stilizzati si sciolgono nella neve e le tracce di Michele si perdono nel tempo. Da quel giorno, Nicole porta dentro di sé una colpa inconfessabile. Una colpa che l’ha rinchiusa in un presente sospeso, ma che adesso è arrivato il momento di liberare per trovare la verità. Questa è la storia di un’amicizia interrotta e di un segreto mai svelato. Ma. è anche la storia di come la vita, a volte, ci conceda una seconda occasione. Chiamami sottovoce è un romanzo potente su un episodio dimenticato del nostro passato recente. Perché c’è chi semina odio, ma anche chi rischia la propria libertà per aiutare gli indifesi.

 

Dettagli

Genere: narrativa

Copertina flessibile: 357 pagine

Editore: HarperCollins Italia (3 maggio 2018)

Collana: HarperCollins italia

Lingua: italiano

ISBN-10: 8869053121

ISBN-13: 978-8869053122

Il tuo tempo è adesso – Carène Ponte

Recensione a cura di Vienna Rao

L’incipit del romanzo presenta la protagonista della vicenda: Molly, una donna che ha un grande peso sul cuore che offusca le sue giornate. Al suo fianco c’è il fidanzato Germain che, nonostante gli innumerevoli tentativi, sembra non capirla mai abbastanza e addirittura dice spesso la cosa sbagliata nel momento meno opportuno. Come affronterà la protagonista questo periodo burrascoso?

Molly lavora come cameriera e ha una vita piuttosto piena tra l’ambito professionale e la sua calorosa famiglia, che sarà presente in momenti ricorrenti e particolari della vita della giovane donna. Inoltre lei considera parte del suo nucleo familiare anche amici di famiglia e sarà interessante riflettere su questo aspetto durante la lettura. Alcuni fatti narrati mi hanno riportato alla mente il cartone animato “Lilo e Stitch”, in particolare la famosa citazione: Ohana significa famiglia e famiglia significa che nessuno viene abbandonato o dimenticato. Lascio a voi il piacere di scoprire qualcosa in più in merito…

Viviane, migliore amica della protagonista, è una figura centrale nella narrazione in quanto se da una parte è rilevante per Molly la sua vicinanza fisica e affettiva, dall’ altra è una persona che si lascerà coinvolgere da quel che le accade apportando a noi lettori importanti spunti di riflessione. Infatti Viviane è un porto sicuro per Molly, ma nel momento del bisogno lascerà all’amica la possibilità di fare altrettanto e ciò rappresenta perfettamente certi aspetti cruciali dell’amicizia, come la fiducia e la reciprocità.

Molly pian piano cambierà prendendo decisioni importanti che rivoluzioneranno la sua vita, vi consiglio quindi di fare attenzione quando scoprirete cosa ci sia dietro a tutto questo. Volutamente non svelo altro in quanto un punto di forza dell’autrice è proprio la capacità di trasportare noi lettori nel vortice degli avvenimenti, con così tanta grazia da conquistarci e coinvolgerci.

Scorrevole e intriso di valori, questo piacevole romanzo sarà un’ottima compagnia e un pretesto per “partecipare” a una storia che fa bene al cuore, ricordando a tutti noi ciò che davvero ci riempie di gioia a dispetto della materialità!
Voce di Vienna Rao

 

Trama

Ci sono sogni che teniamo in fondo al cuore per paura di realizzarli. Finché non riceviamo una spinta e ci convinciamo che non ha più senso rimandare. È così anche per Molly che, a trent’anni, si sente la spettatrice di una vita che non le appartiene più. Ma proprio quando sembra aver perso ogni speranza, le viene recapitato un pacco anonimo con precise istruzioni: contiene dodici buste, Molly dovrà aprirne una al mese ed esaudire le richieste che contengono. All’inizio, crede si tratti di un errore. O peggio, di uno scherzo bello e buono. Non ha tempo di dare retta a uno sconosciuto che crede di conoscerla meglio di chiunque altro. Eppure, fare un tentativo non costa nulla e così, mese dopo mese, busta dopo busta, comincia a seguire consigli e disposizioni: si libera del lavoro di cameriera che non l’ha mai fatta sentire realizzata, si lascia cullare dal rumore del mare in una giornata d’inverno, trova il coraggio di prendere lezioni di tango a Grenoble, una cittadina che, più della ville lumière, rispecchia il suo carattere. Ben presto, si rende conto che ogni cambiamento assomiglia a uno dei sogni che ha tenuto nascosti per compiacere gli altri ed è un passo avanti verso la felicità. Le manca solo una busta, l’ultima, per tagliare il traguardo. È sicura che sia la più importante e non può negare l’emozione che le prende la gola quando la tiene tra le mani. Perché forse scoprirà chi si cela dietro il piano che le ha cambiato la vita, ma soprattutto la aiuterà a prendere la decisione più difficile: aprirsi di nuovo all’amore che dà senso all’esistenza e rende possibile qualsiasi cosa.

Dettagli

  • Genere: Romanzo
  • Copertina flessibile: 215 pagine
  • Editore: Garzanti (16 maggio 2019)
  • Collana: Narratori moderni
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 881114924X
  • ISBN-13: 978-8811149248

 

Sant’Agata Atto Settimo – Michela Gecele

Recensione a cura di Elena Rossi

Sant’Agata Atto Settimo fa proprio pensare a qualcosa di teatrale, a una messa in scena.
In questo libro c’è tutto: la religiosità, la (mala) fede, i culti pagani, il mistero e l’ambivalenza. Non mancano certo le torte con tanto di ricette. E la percorrenza delle strade, delle piazze, nome per nome. Che, per chi non la conoscesse, è tipico della scrittrice, questo accompagnarci per mano nei vicoli stretti o nei grandi viali. Ci sono le Sante (donne) Agata, Rita… ma ci sono anche i Ching, che la protagonista consulta e ai quali si ispira. C’è del fascino in tutta questa ricchezza letteraria e c’è del cinema a Berlino. Sì, perché la festa di Sant’Agata a Catania coincide con il festival cinematografico di Berlino, che non tarderà a illuminare Ada Hartman, fornendole spunti utili alle sue indagini. Tanti i dettagli, sottili i passaggi che porteranno Ada a scoprire chi detta i tempi dell’apertura del sipario, chi decide se sei vivo o non lo sei. Se fai parte della scena, o resti dietro le quinte.

Voce di Elena Rossi

 

Trama

Catania, 3 febbraio, inizio della festa di Sant’Agata. Le strade di Catania si trasformano in uno scenario per la partitura della festa, che quest’anno farà da sfondo alla quinta avventura di Ada Hartmann, investigatrice per passione. Devoti e curiosi si muovono come un’onda che si forma, si infrange e defluisce, fra candelore, bancarelle e ceri. In mezzo a questi movimenti, un colpo di pistola confuso nei suoni della festa pone termine alla vita di un artigiano. Porrà termine anche alla festa? Ada, aiutata da due nuove amiche e sfidando il suo amico commissario, ricerca i tasselli per comporre il mosaico dell’indagine e quello della festa, mentre il quadro si complica con una seconda morte sospetta, sempre durante il passaggio della Santa. La sociologa si immerge nelle multiformi sfaccettature della festa, senza rinunciare a un’apparente deviazione dalle indagini, un breve viaggio nella Berlino del festival del cinema. E proprio l’immersione nel festival, che riecheggia i mondi agatini, con protagonisti che delineano o alludono a personaggi reali, suggerisce ad Ada le sottili tracce da seguire, dandole un nuovo slancio per entrare nel fulcro di Catania e della sua festa.

 

Dettagli

  • Genere: Giallo
  • Copertina flessibile:162 pagine
  • Editore:Forme Libere (7 Gennaio 2019)
  • Collana:Passi nel buio
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 8864590897
  • ISBN-13: 978-8864590899

Il mistero del cadavere sul treno – Franco Matteucci

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Recensione a cura di Dario Brunetti

Valdiluce sembra un luogo fiabesco, di quelli di cui si parla nelle storie che raccontiamo ai bambini prima di andare a dormire aspettando che prendano sonno. Il paesaggio è particolarmente invitante e suggestivo soprattutto dopo le abbondanti nevicate.

L’ispettore Santoni, detto Lupo Bianco, vive in montagna con i suoi amici animali ma la sua tranquillità è disturbata, come sempre, dal verificarsi di omicidi che compromettono la quiete del paese.

Con questo romanzo Matteucci non si limita solo a confermare le sue note abilità narrative ma riesce perfino a superarsi.

Ancora una volta l’autore ci sorprende con un giallo bizzarro e genialoide di altissima qualità. Interessante il contrasto tra l’aspetto tecnologico e la natura incontaminata. Può sembrare surreale ma è molto avveniristico e incentrato sul futuro. Riesce a dare una giusta sfumatura fantascientifica risultando così un romanzo quasi sperimentale. Ritengo molto sofisticata e ingegnosa allo stesso tempo l’idea che con una microtelecamera si riesca a registrare la sequenza dei colpi sparati da una pistola, usufruendo di una moviola che mette in luce l’atto criminoso.

Un romanzo che non risparmia i colpi di scena. Come sempre il buon Santoni e il suo fedele assistente Kristal Beretta riusciranno a mettere la parola fine al caso.

Un’indagine complessa e senza esclusione di colpi, che saprà attirare l’attenzione del più accanito consumatore di romanzi gialli. Matteucci non vi darà scampo, col suo stile ironico e accattivante riuscirà ancora una volta a sorprendervi.

Il lettore è  avvertito.

Voce di Roberto Roganti

 

Trama

La neve fiocca su Valdiluce e sui tanti segreti che non danno pace all’ispettore Marzio Santoni e al suo fedele assistente Kristal Beretta. La morte della diciassettenne Franca Berti, sensitiva capace di parlare con gli alberi, è stata davvero provocata dalla malattia? L’eccentrico marito, Alain Bonnet, insegnante di Forest Therapy, ovvero l’arte di connettersi con la natura attraverso i cinque sensi, è un santone, un ciarlatano o un assassino? Da giorni, poi, le anziane spione del paese spettegolano di quell’uomo strano, un ingegnere venuto da fuori, che non dà confidenza a nessuno ma che sembra avere un solo scopo: seguire come un’ombra la povera e ignara Olimpia Carlini, impiegata delle poste… Intanto, in occasione della coppa del mondo di sci, la vecchia locomotiva a vapore è stata rimessa in funzione e, dopo cinquant’anni, tornerà a percorrere la ferrovia panoramica per un viaggio mozzafiato. Ma la festa per la corsa inaugurale sarà funestata da un orribile delitto. Le indagini non saranno facili, per Lupo Bianco, perché ogni indizio mostra solo una piccola porzione della verità e il quadro d’insieme appare sfuggente come lo sbuffo del treno che si disperde in lontananza tra i monti innevati.

 

Dettagli prodotto

  • Copertina flessibile:252 pagine
  • Genere: Giallo
  • Editore:Newton Compton (2 maggio 2019)
  • Collana:Nuova narrativa Newton
  • Lingua:Italiano
  • ISBN-10:8822727843
  • ISBN-13:978-8822727848

 

Resti perfetti – Helen Fields

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Recensione a cura di Vienna Rao

Il luogo in cui viene ritrovato il cadavere parla chiaro: non si tratta di un “comune” omicidio. L’assassino ha infierito sulla  vittima anche post – mortem. Callanach e la sua squadra, hanno il compito di scoprire l’artefice di tanta crudeltà e non sarà facile. Per cercare di velocizzare la corsa contro il tempo e fermare l’assassino, che ormai si sta dimostrando davvero spietato, l’equipe si avvale anche di un profiler, Harris.

Durante l’indagine, conosceremo meglio l’ispettore Luc Callanach e alcuni fatti del suo passato che l’hanno turbato particolarmente e a cui ha provato a reagire nel miglior modo possibile. Luc va molto d’accordo con i colleghi, lavora con spirito di squadra soprattutto con l’ispettrice Turner, nonostante un’iniziale diffidenza reciproca.

L’ispettrice Turner si dimostrerà una donna forte,  coraggiosa e dedita al lavoro. Nell’affrontare una situazione difficile, riuscirà a mantenere il sangue freddo: lascio a voi il piacere di scoprire qualcosa di più in merito…

Il killer, difficile da scovare, sarà descritto con minuziosità e noi lettori verremo a conoscenza dei  suoi problemi di relazione nella vita quotidiana e di come la rabbia per tutto ciò che, in un certo senso, “subisce” si sia accumulata negli anni, esplodendo all’improvviso a discapito delle donne coinvolte.

Mi sono anche chiesta se avesse subito atti di mobbing o se ad accendere “il fuoco che aveva dentro” fosse stata la sua estrema sensibilità e un’infanzia particolare. Non ci sono risposte e spiegazioni giuste, ma ciò di cui siamo certi è che nulla può giustificare il male che ha inflitto, oltre al fatto che prova piacere nel vedere soffrire gli altri.

L’autrice ha trovato “la chiave” per coinvolgere noi lettori, proprio perché ci offre la possibilità di approfondire sia le azioni del killer, nel presente e nel passato, sia il modo di lavorare sul caso della squadra, facendoci conoscere debolezze e punti di forza di ciascuno.

La suspense è elevata, soprattutto nell’ultima parte del libro. Il tarlo che ci attanaglia la mente durante la lettura è: perché l’ha fatto? Come andrà a finire? Il killer sarà punito?

Molto scorrevole. Si legge d’un fiato. Aspettiamo un nuovo libro dell’autrice, promossa a pieni voti!

Voce di Vienna Rao

 

Trama

Tra le remote montagne delle Highland, il corpo di Elaine Buxton sta bruciando. Tutto quello che rimarrà per identificare la donna, un brillante avvocato scozzese, sono i suoi denti e un frammento di vestiario. Intanto, nella stanza segreta di una casa di Edimburgo, la vera Elaine Buxton urla nel buio. L’ispettore Luc Callanach ha appena messo piede nel suo nuovo ufficio che il caso di una donna scomparsa si trasforma in un’indagine per omicidio. Dopo aver lasciato una promettente carriera all’Interpol, Callanach è ansioso di mettersi alla prova con la sua nuova squadra. Ma l’indagine che lo aspetta è molto diversa da qualunque sfida abbia mai affrontato prima d’ora, perché l’assassino di Elaine ha coperto le tracce con cura meticolosa. Quando un’altra donna di successo viene rapita, è chiaro che si tratta di una disperata corsa contro il tempo per impedire al gioco perverso di una mente criminale di mietere altre vittime.

Dettagli

  • Genere: Thriller
  • Copertina flessibile: 382 pagine
  • Editore: Newton Compton (2 maggio 2019)
  • Collana: Nuova narrativa Newton
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 8822727762
  • ISBN-13: 978-8822727763

 

 

 

 

 

Prima che te lo dicano gli altri – Marino Magliani

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Recensione a cura di Rino Casazza

Leo Vialetti è un sessantenne strambo e disadattato. Vive fin dall’infanzia sulle colline liguri della riviera di ponente facendo il contadino e il bracconiere. Per i suoi limiti intellettivi e la scarsa istruzione, in qualsiasi altra parte del mondo sarebbe un reietto, ma lì, nel suo habitat, dove vive una piccolissima comunità, e tutti si chiamano per soprannome, è riuscito a tirare avanti decentemente, tanto che ha un rustico di proprietà e un discreto gruzzolo da parte, accumulato per un fine di cui si dirà.

Marino Magliani affianca uno stile che può definirsi verista, “inquadra” punto di vista, linguaggio e mentalità dei personaggi a quello del narratore classico che compare con riflessioni agrodolci sull’esistenza, mescolate a poetiche descrizioni paesaggistiche e riesce a farci amare il protagonista del suo “Prima che te lo dicano gli altri”.

Per la storia di Leo Vialetti si può scomodare l’Odissea. Non solo perché nella seconda parte del romanzo il ruvido “scemo del villaggio” miracolato compie il viaggio lungamente vagheggiato nell’Argentina della natura soverchiante e delle ingiustizie sociali, ma soprattutto perché la sua è, mutatis mutandis, una Telemachia.

Leo infatti cerca il padre, un mitico personaggio della sua infanzia, proprietario di una bellissima villa nel paese, emigrato in Sudamerica da un trentennio.

L’uomo, Raul Porti, aveva sempre avuto un occhio di riguardo per Leo da bambino, nonostante fosse lo zimbello degli amici per il carattere chiuso e il cervello corto.

Poco prima della partenza aveva impartito al piccolo Leo un indimenticabile ciclo di lezioni private  in cui non gli aveva insegnato solo le materie scolastiche, ma anche e soprattutto l’amore per la natura e la cura delle piante, attraverso la tecnica “magica” dell’innesto.

Raul e Leo non si sono mai detti di essere padre e figlio, anche se Leo aveva sempre saputo la verità, visto che la madre aveva scelto di rivelarglielo “prima che glielo dicessero gli altri”.

L’ambientazione si sposta senza perdere ritmo e vivacità descrittiva dall’Italia all’Argentina, dove Leo si reca per inseguire le tracce di Raoul Porti di cui non si hanno più notizie. Si pensa che sia “desaparecido”.

Il nostro Telemaco ruspante fatica ad adattarsi all’immensa area cittadina di Buenos Aires, ma mostra di avere molta più affinità con le distese solitarie e inospitali della Pampa, dove finisce per approdare nel suo pellegrinaggio cocciuto per conoscere di persona la verità sul padre “prima che glielo dicano gli altri”.

Insomma, un bel “romanzo di formazione” in cui la formazione dura tutta la vita, in cui anche un “povero di spirito” può aspirare una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie radici.

 

Voce di Rino Casazza

 

Trama

Prima di essere un cacciatore e bracconiere, e agricoltore solitario con la passione dell’innesto, Leo Vialetti è stato un bambino della Val Prino nell’Italia del boom che qui non è mai arrivato, una Liguria di frontiera che vede il mare per sbaglio e in cui crescere senza padre significa diventare grandi troppo presto. In un’estate decisiva come tutte quelle che fanno da preludio all’adolescenza, l’unico adulto che sembra volersi prendere cura di lui è uno straniero, un argentino, Raul Porti, che gli dà ripetizioni scolastiche e gli insegna ad amare e rendere fertile la terra, prima di sparire improvvisamente. Quando Leo deciderà di comprare all’asta la vecchia villa di Raul Porti, ciò che scoprirà lo costringerà a perdere un mezzo amore appena sbocciato e partire alla cieca per l’Argentina, per capire dove e come sia finito l’uomo più importante della sua vita, proprio nei giorni più terribili del Novecento sudamericano, quelli dei desaparecidos. Grazie a una lingua lirica, affilata e precisa, Magliani costruisce una storia durissima di formazione, che non fa sconti alla nostra storia recente e che ci racconta di un affetto che travalica sentenze e confini spaziotemporali per restituirci l’avventura epica per eccellenza, la ricerca delle proprie radici.

 

Dettagli

  • Genere: Mainstream
  • Copertina flessibile:330 pagine
  • Editore: Chiarelettere (30 agosto 2018)
  • Collana:Narrazioni
  • Lingua:Italiano
  • ISBN-10:8832960222