Trama
Denunciato per truffa dalla vedova del dirigente di una miniera di rame, un oscuro avvocato della «pingue e azzimata provincia inglese» fugge a Hong Kong, deciso ad affidare alla cieca casualità del gioco d’azzardo le sorti del cospicuo bottino sottratto all’ingenua signora.
Ed è proprio l’azzardo la regola di via del protagonista che passa le sue giornate a giocare a baccarat nei casinò. È un giocatore incallito, dedito più a perdere che a vincere, lui è consapevole che perdere è più facile che vincere. Perdere è meglio di una vittoria, e lo sanno tutti che non si è giocatori veri finché segretamente non si preferisce perdere.
Questa è la sua filosofia e nelle sue notti bianche di giocatore si trascina da un casinò all’altro giocandosi persino l’anima, fino alla sconfitta. Sarà il baccarat a iniziarlo alle leggi della probabilità. Non riesce a spiegare perché subisca il fascino di questo gioco intrigante. «Si possono vincere o perdere milioni in pochissimo tempo, e lo stesso vale per il banco. Nel baccarat c’è il pericolo, come uno spigolo d’acciaio; c’è l’estasi e la sciagura».
Lord Doyle si spinge oltre i confini della sua esistenza, fa dell’azzardo e del rischio le regole innaturali per sfidare la sua stessa vita. Sa benissimo che il rischio è alto al tavolo da gioco e che il caso non esiste. Quello che conta è lasciarsi inebriare dall’adrenalina. Vincere o perdere non fa differenza.
«Quando giochi, sei solo davanti al destino, e non è una cosa che capiti spesso. Quando giochi sei un fascio di nervi. Il tuo battito cardiaco accelera a un ritmo insopportabile».
Lord Doyle ogni volta che fa la sua puntata ha la sensazione di camminare su un cratere. Davanti al banco avverte tutte le possibilità minacciose del gioco.
Voce di Dario Brunetti