La ragazza che chiedeva vendetta – Pierluigi Porazzi

Trama

A Udine un celebre chirurgo estetico viene ritrovato morto, insieme a due delle sue assistenti. Sembra trattarsi di un banale caso di omicidio-suicidio, ma gli investigatori scoprono una pista inquietante: un noto criminale potrebbe aver subito un intervento di plastica facciale e aver assunto una nuova identità. Poco tempo dopo ha inizio una serie di omicidi efferati. Tre uomini vengono assassinati, a breve distanza uno dall’altro, con modalità simili; tre uomini legati da un tragico evento accaduto in passato. Dell’indagine si occupa l’ispettore Raul Cavani, che ben presto sospetta un collegamento tra questi omicidi e quello del chirurgo, e chiede la consulenza del suo ex collega Alex Nero. Chi ha ucciso i tre uomini per compiere la sua vendetta? Un assassino psicopatico è a piede libero, e potrebbe avere il volto di chiunque. Anche della persona apparentemente più insospettabile

 

 

Recensione a cura di Adriana Rezzonico

I è il primo indizio per un favoloso gioco di incastri.

Torna sugli scaffali Pierluigi Porazzi, uno dei migliori esponenti del thriller italiano, e il suo protagonista Alex Nero coinvolto, suo malgrado, a collaborare a questa nuova indagine.

Il celebre chirurgo De Luca viene rinvenuto morto e l’ispettore Raul Cavani ha il compito di fare chiarezza su questo nuovo omicidio. Il funzionario coinvolge Alex Nero ancora più scontroso e ribelle del solito.

I capitoli brevi sono lame acuminate e si sfogliano come le pagine di un calendario. I tempi sono scanditi da date che precedono i capitoli e che guidano il lettore in alcuni spazi temporali: continui e repentini salti in un susseguirsi di colpi di scena.

“È arrivato solo al secondo bottone quando sente qualcosa di metallico premere contro la nuca e una voce gli sussurra all’orecchio: «non muoverti».” Così si palesa la seconda vittima Fabrizio Grimaldi, amministratore delegato di una nota azienda locale.

L’olezzo della morte pervade l’intero libro. È lei la protagonista macabra, l’attrice che ogni volta si ripresenta sempre più agguerrita.

Anche Darko Rebec non può sottrarsi alla sua indole, fiuta l’odore della morte, ama strappare la vita alle persone e affondare lame nei corpi. Si nutre dell’odore del sangue.

Ma perché l’assassino infligge così tanto dolore alle vittime? Cosa anima e da dove provengono le sue ossessioni?

Anche questa volta l’autore dirige in maniera eccelsa tutti i protagonisti e riesce a infondere un disagio costante fino alle ultime pagine. Lo stesso Alex viene ancora più caratterizzato e reso schiavo di alcuni demoni.

R è il secondo indizio, buona caccia!

 

Genere

  • Genere: Thriller
  • Copertina flessibile: 317 pagine
  • Editore: La Corte Editore (24 maggio 2018)
  • Collana: Underground
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 8885516343
  • ISBN-13: 978-8885516342

I bambini di Asperger – Edith Sheffer

 

Trama

ll nome di Asperger è ormai diffuso e ampiamente utilizzato nella nostra vita quotidiana. Tuttavia nessuno si domanda mai chi fosse l’uomo dietro la diagnosi che lo ha reso celebre. Da madre costretta a farvi fronte, Edith Sheffer ha voluto scoprire le origini di quella diagnosi e, con gli strumenti della storica, ha scelto di ripercorrere la vicenda personale e professionale di Asperger nella Vienna a cavallo tra gli anni trenta e quaranta. Quanto emerso dalle testimonianze e dai documenti getta nuova luce sulla figura del medico austriaco. Mentre il regime nazista selezionava cavie per i suoi esperimenti in base a criteri razziali, politici e religiosi, bersaglio degli psichiatri erano in particolare i bambini classificati come «asociali». Tra questi, Asperger e i suoi colleghi decidevano quali vite fossero «indegne di essere vissute» e disponevano il trasferimento dei piccoli pazienti allo Spiegelgrund, la clinica teatro di uno spietato programma di eutanasia infantile. Dopo la guerra, la diagnosi di «psicopatia autistica» di Asperger cadde nell’oblio fino a quando, nel 1981, venne divulgata da una psichiatra inglese. Con stile narrativo e una solida catena di argomentazioni, l’autrice spinge il lettore a riflettere sul modo in cui le società valutano ed etichettano coloro che vengono classificati come disabili. Mettendo in prospettiva gli eventi storici, Sheffer dà nuovo impulso al dibattito e pone interrogativi non meno inquietanti delle storie che racconta: in che misura una diagnosi è il prodotto di una determinata società? Come è stato possibile che quella formulata da Asperger nel solco degli ideali nazisti di conformità e spirito comunitario abbia incontrato il favore della società individualista di fine Novecento?

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