Il pane del diavolo – Valeria Montaldi

Trama

Il romanzo si alterna tra il 1416 e i giorni nostri, nell’ambientazione valdostana di Fénis.

Nella parte ambientata nel passato, troviamo una cuoca saracena di nome Marion, donna dal talento culinario straordinario. Sa leggere e scrivere, e le sue origini contribuiscono a farle arricchire i banchetti con inusuali aromi e spezie che portano all’estasi i commensali. Ma è pur sempre una donna del 1416, e agli occhi del maestro di cucina Chiquart non può che essere poco più di una sguattera, degna solo di umiliazioni e insulti.

Nella parte ambientata nel presente, il maresciallo dei Carabinieri di Aosta Randisi deve indagare sul caso di Alice Rey, ritrovata sgozzata nel bosco. L’indiziato principale è il marito, lo chef stellato Piccot, collezionista maniacale di ricettari antichi. Ma un secondo omicidio cambierà le carte in tavola.

La soluzione del mistero verrà trovata nel legame tra le due parti del romanzo, e sull’elemento che le collega.

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E vissero tutti feriti e contenti – Ettore Zanca

Trama

Un padre e un figlio camminano insieme, mano nella mano. Davanti a loro, all’improvviso, appare un circo. Il direttore invita l’uomo e il bambino ad entrare, ma prima li avverte: non è un circo come tutti gli altri. Dentro il tendone, infatti, si consuma lo show della vita e dove le attrazioni sono i vizi e le virtù del genere umano. Seduti sulle poltrone, padre e figlio si ritrovano ad assistere a un susseguirsi di spettacoli che diventano storie e raccontano di equilibristi e giocolieri che si muovono tra lesioni e speranze. Dodici storie, un unico cammino. I due ne restano travolti, apprendono lezioni importanti, fino al sorprendente finale in cui i vari protagonisti dello spettacolo aiutano il padre, prossimo a compiere un gesto estremo, a ritrovare un filo perduto e forse malamente spezzato della sua esistenza. Ettore Zanca firma un caleidoscopio di suggestioni e di emozioni, ma soprattutto un viaggio appassionato nella vita, imperfetta come noi, a tratti spiazzante, altre volte commovente, ma che alla fine ti chiede soltanto di alzarti in piedi e di sorridere. Perché la speranza ha sempre un sorriso e va cercata nelle nostre singole sofferenze e preziose diversità.

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