Trama
Genova, novembre 1939: un violento scirocco spinge i marosi a infrangersi con rabbia sulla foce del Bisagno, mentre minacciosi nuvoloni carichi di pioggia opprimono sia il sole, basso e morente, che l’umore del commissario Francesco Boccadoro. I regi decreti “razziali”, che da più di un anno si stanno susseguendo, continuano a produrre i loro squallidi frutti, anche se in città alcuni volenterosi si attivano per limitarne le conseguenze. Mentre cerca di passare qualche momento sereno in famiglia, il commissario viene avvisato del ritrovamento di un cadavere rimasto appeso sotto il ponte di Sant’Agata, che scavalca il torrente – ruggente e gonfio di fango – poi costretto sotto la copertura da poco terminata. Ma le indagini per determinare chi abbia accoltellato la donna sono ostacolate dallo stesso Questore che, volendo tutelare il buon nome di un medico amico di tanti gerarchi, pretenderebbe che si punti il dito sul colpevole ideale, un giovane “sovversivo”. Boccadoro riesce a superare l’ostacolo ricorrendo ad una vecchia conoscenza e prosegue caparbiamente nel suo lavoro, mentre il Bisagno esonda provocando notevoli danni specie al Borgo degli Incrociati, dove un testimone…
Appassionante seguito di Nero Dominante, anche in questo romanzo l’autore fa interagire personaggi reali e di invenzione su uno sfondo dettagliatamente ricostruito per situazioni, ideologie e, soprattutto, umanità… La moglie e i figli del commissario ci regalano infatti pagine ricche di godibilissimi momenti privati a bilanciare morte e degrado in un paese che sta scivolando nel baratro.
Recensione a cura di Gino Marchitelli
Un romanzo piacevole che tiene incollato il lettore, appassionandolo all’indagine affidata al commissario Boccadoro, nella ricerca dell’autore di un delitto compiuto ai danni di una giovane cameriera a servizio presso un’altolocata e benestante famiglia fedele al regime fascista: i coniugi Rett che mostrano già nella loro prima apparizione, ben descritti dallo scrittore, la loro indole ignorante e servile alla dittatura pur nella loro supposta “cultura”.
Questo romanzo ha un gran pregio, oltre quello di essere scritto bene e di riportarci uno spaccato anche storico su quei tempi oscuri che avvicinavano il Paese a quella guerra mondiale voluta da un essere immondo come Benito Mussolini e i suoi accoliti…; il pregio di condurre il lettore, con una mano tanto sapiente quanto dolce, nella “vita” delle persone d’allora. Le contraddizioni tra l’essere borghese e sostenitore di un regime sanguinario spesso per mero interesse personale [un male che ci attraversa ancora oggi] e la semplicità di quelle vite, “semplici” appunto, vengono elevate da D’Amaro con un tratto letterario che, pur lasciando sullo sfondo le contraddizioni del vivere, ci porta in primo piano la “persona”, i sentimenti, l’ipocrisia e l’amore. Pregi e difetti… della gente.
Non è facile scrivere bene, ancor di più dare senso e forma alle parole, e ancor di più entrare e penetrare nei personaggi delicatamente, lavorando di piuma così che i protagonisti non possano essere dimenticati dal lettore.
Il romanzo è lieve nella sua durezza, la storia è bella. Da leggere in punta di piedi. Bravo Armando.
Dettagli
- Genere: Giallo
- Copertina flessibile: 192 pagine
- Editore: Frilli (20 Giugno 2018)
- Collana: Noir
- Lingua: Italiano
- ISBN-10: 9788869432828
- ISBN-13: 978-8869432828