Orfani Bianchi – Antonio Manzini

Trama

Mirta è una giovane donna moldava trapiantata a Roma in cerca di lavoro. Alle spalle si è lasciata un mondo di miseria e sofferenza, e soprattutto Ilie, il suo bambino, tutto quello che ha di bello e le dà sostegno in questa vita di nuovi sacrifici e umiliazioni. Per primo Nunzio, poi la signora Mazzanti, “che si era spenta una notte di dicembre, sotto Natale, ma la famiglia non aveva rinunciato all’albero ai regali e al panettone”, poi Olivia e adesso Eleonora. Tutte persone vinte dall’esistenza e dagli anni, spesso abbandonate dai loro stessi familiari. Ad accudirle c’è lei, Mirta, che non le conosce ma le accompagna alla morte condividendo con loro un’intimità fatta di cure e piccole attenzioni quotidiane. Ecco quello che siamo, sembra dirci Manzini in questo romanzo sorprendente e rivelatore con al centro un personaggio femminile di grande forza e bellezza, in lotta contro un destino spietato, il suo, che non le dà tregua, e quello delle persone che deve accudire, sole e votate alla fine. “Nella disperazione siamo uguali” dice Eleonora, ricca e con alle spalle una vita di bellezza, a Mirta, protesa con tutte le energie di cui dispone a costruirsi un futuro di serenità per sé e per il figlio, nell’ultimo, intenso e contraddittorio rapporto fra due donne che, sole e in fondo al barile, finiscono per somigliarsi. Dagli occhi e dalle parole di Mirta il ritratto di una società che sembra non conoscere più la tenerezza. Una storia contemporanea, commovente e vera, comune a tante famiglie italiane raccontata da Manzini con sapienza narrativa non senza una vena di grottesco e di ironia, quella che già conosciamo, e che riesce a strapparci, anche questa volta, il sorriso.

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Ti consiglio un film (tra un libro e l’altro) – L’estate addosso di Gabriele Muccino

Recensione a cura di Stefania Ghelfi Tani

Scritto e diretto da Gabriele Muccino con la colonna sonora di Jovanotti. Non apprezzato dalla critica.

Parla di adolescenti e di un viaggio dopo la maturità; ero pronta ad annoiarmi, non era certo un film per me ed invece mi sono sorpresa a vivere con loro il Viaggio e l’Amicizia. E quelle maiuscole non  le ho messe a caso.

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Testimone inconsapevole – Gianrico Carofiglio

Trama

È stato ucciso un bambino di nove anni. Il piccolo corpo viene ritrovato nel fondo di un pozzo. Un delitto atroce di cui è accusato un ambulante senegalese, Abdou Thiam, che lavora nella spiaggia vicino la casa dei nonni dove il bambino è solito giocare. Inchiodano il senegalese indizi e testimonianze, ma soprattutto una foto e le dichiarazioni di un barista. Un destino processuale segnato: privo di mezzi, lo attendono una frettolosa difesa d’ufficio e vent’anni con rito abbreviato. Ma è un destino che si scontra con quello di un avvocato in crisi che trova, nella lotta per salvare Abdou in una spasimante difesa, un nuovo sapore alla vita.

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Talvolta un libro. Francesca da Rimini nata da Polenta – Antonella Polenta

Trama

Gradara, nel XIII secolo, è un ameno borgo medievale situato nelle Marche al confine con la Romagna che fa da sfondo a una storia d’amore che diventerà storia. Il libro definito “galeotto” da Dante Alighieri nel Canto V dell’Inferno è causa ed effetto della passionale e, al tempo stesso, tragica relazione tra la bella Francesca e il cognato Paolo.

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Oggi parliamo con… Monica Pasero

A cura di Adriana Rezzonico

Abbiamo il piacere di incontrare Monica Pasero, in libreria con La mia Venezia Ciao Monica e benvenuta nel salotto di Giallo e Cucina

– Ti va di raccontare ai nostri lettori chi sei e quando cominciasti a scrivere

Sono semplicemente una persona che ha trovato tramite la penna il suo dono, il suo cammino. La mia voglia di comunicare al mondo il mio estro e messaggio  mi ha portata a  lottare, ogni giorno, per il mio grande sogno, quello di portare, tramite i miei scritti, emozione e riflessione tra la gente.  Ho iniziato a scrivere nel 2008  per ricordare mia nonna che è stata  una delle persone più importanti della mia vita. Dopo la sua morte, ho deciso di costruire una specie di diario di ciò che avevamo vissuto insieme dalla mia infanzia ai giorni nostri. Premetto che era la prima volta che scrivevo e mi sono accorta che amavo farlo! Così dettaglio dopo dettaglio con una buona dose di fantasia e ironia è nato su quaderno, il mio primo libro: un fulmine a ciel sereno, perché la pubblicazione non era davvero prevista e invece “E come diceva sempre mia nonna” ( purtroppo a oggi non più disponibile)  aprì la strada al mio cammino letterario che oggi è alla sua undicesima pubblicazione.

 

–  Ci parli del tuo ( ultimo) libro?

La Mia Venezia è una narrazione che tocca più generi letterari; è un mix tra il fantasy, il rosa con un velato erotismo.  Passione e mistero ne sono gli ingredienti principali;  l’opera  si divide tra prosa e poesia, un elegante connubio  che    rende questo scritto  un  libro d’altri tempi. L’opera racconta la storia  di Veronica, giornalista strampalata  e  sempre con la testa fra le nuvole, la quale incapperà in un ritrovamento misterioso: un piccolo quaderno di Poesie risalenti al 1500. Leggendole si aprirà in lei la porta del ricordo e inconsapevolmente rivivrà la sua vita passata, in cui emergerà in tutto il suo fascino la bella Venice ambita e audace cortigiana  vissuta nel 1500 a Venezia.  Portando  così a compimento un destino scritto secoli prima. Veronica comprenderà i suoi strani sogni e l’innata curiosità per la bella città sull’acqua. Mistero, passione, ironia e infinita tenerezza in questa narrazione in cui tutto è possibile, dove passato e presente si fondono in forti e audaci emozioni; e due viaggiatori fanno ancora una volta ritorno nella sua vita e anima, perché nulla ha davvero una fine ma sempre solo un nuovo inizio. E l’amore di Veronica e di Venice, vive in viaggio…

Perché in fondo, la vita è un incontro.

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Cursed – Il maleficio (2005) di Wes Craven

A cura di Emanuele Marchetto

Cursed – Il maleficio (2005) di Wes Craven, scritto e prodotto da Kevin Williamson.

Hollywood. La giovane giornalista Ellie Myers e suo fratello Jimmy vengono aggrediti da uno strano animale sulla strada verso casa. Entrambi vengono morsi e nei giorni successivi subiscono delle alterazioni fisiche, come i sensi che vengono man mano potenziati. I due si stanno per trasformare in lupi mannari, e devono cercare di scoprire chi gli ha passato la maledizione.
La coppia Craven\Williamson, dopo la trilogia di Scream, ci riprova: utilizzando lo stesso tono ironico e citazionista, questa volta il tema messo alla berlina è quello della licantropia. Spostando l’azione nella “terra dei sogni”, Hollywood, il film ambisce a creare un parallelismo tra i luoghi comuni dell’horror e la falsità di un mondo fatto di apparenza ed arrivismo, come esplicita la frase “Scontro leale? Siamo a Hollywood”.

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Lettera d’amore allo yeti – Enrico Macioci

Trama

Come si fa a sopravvivere quando la tua giovane moglie ti è morta accanto, una notte, andandosene in un istante e lasciandoti solo con un figlio di nemmeno sei anni? Riccardo non lo sa come si fa, ma in qualche modo ci sta riuscendo. Sono passati otto mesi da quando Lisa non c’è più e padre e figlio si sono trasferiti per l’estate in una casa al mare, acquistata poco tempo prima della scomparsa di Lisa. Nicola è un bambino sveglio e sensibile, e ha una grande passione per lo yeti: è il suo argomento di discussione preferito, ne è affascinato e un po’ lo teme. Riccardo è tormentato da un sogno ricorrente, le sue notti sono agitate e gettano ombre sulla quiete del comprensorio in cui abitano. Che significano le ambigue considerazioni della signora Lepidi, un’anziana untuosa che pare al corrente di pericolose verità sull’identità di un comune vicino di casa, Teodoro Inverno, un uomo massiccio e solitario con cui Nicola si ferma per ore a chiacchierare, inspiegabilmente calamitato? Le giornate scorrono, nei ritmi quotidiani dell villeggiatura. Nicola ogni pomeriggio partecipa alle attività organizzate da una giovane animatrice dell’hotel vicino. Riccardo lo sorveglia dai tavolini del Long John Silver, un bar sulla spiaggia gestito da Walter, col quale ha in comune una passione per Stevenson e per i discorsi filosofici. Intanto conosce Ismaela, una cameriera affascinante, che sembra nascondere un segreto. La speranza di una ritrovata normalità carezza la mente di Riccardo, ma la tenebra torna ad assediare la sua vita e quella di suo figlio. L’animatrice cui Nicola si era affezionato scompare all’improvviso. Ogni ricerca si rivela inutile e Riccardo scopre che in quello stesso punto sono già sparite quattro persone negli ultimi anni… Chi è l’individuo che appare in certi scatti fotografici e le cui mani hanno qualcosa di mostruoso? E perché ogni volta che passa accanto a un chiosco abbandonato a forma di limone Riccardo viene assalito da un brivido? Con un libro sorprendente per originalità e qualità della scrittura, Macioci si conferma uno degli autori più interessanti della sua generazione. Lettera d’amore allo yeti è un romanzo che sfugge alle classificazioni, un testo senza tempo, sospeso tra E.T.A. Hoffmann e Stephen King, spaventoso e lirico, capace di inquietare e sedurre con le sue atmosfere.

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L’angolo di Dolcepentolina

Spiedini di pollo in agrodolce con insalata di cetrioli e menta


  • ingredienti per 4 persone:
  • 600 gr di petto di pollo
  • 3 cucchiai di aceto balsamico di Modena
  • 1 cuchiaio di miele di castagno
  • olio EVO
  • 1 cipollotto novello
  • 2 cetrioli
  • 1 limone e 1 peperoncino piccante da sbriciolare secco
  • menta fresca

Tagliare il pollo  a pezzi quadrati, tritare il cipollotto e unirlo al pollo in una ciotola. Condire con il balsamico,il miele,l’olio, il peperoncino e riporre in frigo per marinare per circa 2 ore.Infilare la carne sugli appositi spiedini di metallo e cuocerli in padella facendoli rosolare bene. A parte prepare i cetrioli avendo cura di affettarli a rondelle sottili,condirli con la menta, il peperoncino, il succo di limone.

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Oggi parliamo con… Antonella Polenta

A cura di Miriam Salladini

Buongiorno Antonella, eravamo in attesa di averti ospite nel nostro blog per conoscerti meglio e farti alcune domande sul tuo nuovo romanzo “Talvolta un libro”. Parto subito con la prima domanda:

1) Chi è Antonella Polenta oltre ad essere una scrittrice?

Non amo parlare di me. In ogni caso mi piacerebbe poter rispondere: è una scrittrice a tempo pieno, che della scrittura ha fatto la sua professione, invece ho un lavoro che mi assorbe molto, costringendomi a compiere delle imprese rocambolesche per trovare lo spazio da dedicare alla scrittura. Talvolta sono costretta ad alzarmi all’alba o a tirare fino a tardi finché gli occhi mi si chiudono e la testa mi ronza.

2) Quando è nata la tua passione per la scrittura?

Avevo 8 anni quando ho iniziato a scrivere poesie. In seguito mi sono cimentata con i racconti perché ho avvertito l’esigenza di passare a qualcosa di più strutturato, complesso, meno estemporaneo. Infine sono approdata ai romanzi.

3) Ci racconti l’emozione del tuo primo libro pubblicato?

Una forte emozione l’ho provata quando ho vinto un premio di una certa rilevanza per la poesia, con tanto di cerimonia nella sala del comune e l’offerta gratuita di un soggiorno per due persone nelle Langhe. E anche quando mi sono aggiudicata il primo posto per la sezione narrativa al Premio Internazionale Letterario “Anguillara Sabazia Città d’Arte”, ritenuto di prestigio. Sinceramente non ricordo di aver provato la stessa emozione per la pubblicazione del mio primo libro, forse perché si trattava di una silloge di poesie alla quale attribuivo un minor peso.

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Oggi parliamo con… Enrico Macioci

Intervista a cura di Miriam Salladini

  • Spiegaci in poche parole chi sei, cosa ami fare e qual è il ruolo della scrittura nella tua vita.

Sono nato a L’Aquila nel 1975 e sono laureato in Giurisprudenza e in Lettere Moderne. Amo camminare in montagna e giocare a calcio. E naturalmente amo leggere e scrivere. La scrittura, sempre più negli ultimi anni, sta diventando per me un lavoro – ho aggiunto all’attività puramente narrativa un’attività di critica e di promozione culturale, e vivo il tutto come qualcosa di inscindibile. Una sorta di poetica, o di visione globale della mia esistenza e del mio fare.

  • Qual è stato il percorso che ti ha permesso di pubblicare il tuo libro?

Prima di Lettera d’amore allo yeti avevo già pubblicato con Mondadori un altro romanzo, Breve storia del talento. Ho dunque spedito il dattiloscritto a Mondadori che, per fortuna, lo ha ritenuto degno di pubblicazione.

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