Oggi parliamo con… Alessandro Noseda

Intervista a cura di Rossella Paone.

Come nasce la tua passione per il noir?

Ho sempre amato i polizieschi, appassionandomi da adolescente ai Gialli Mondadori. La deriva noir è dell’età matura, dopo aver incontrato autori come Gori, Izzo, Mundadori, Pandiani, Pasini, Romero, Scerbanenco…

E come si compone, nello specifico, quella per il “noir sentimentale”? Che è poi la chiave di lettura che ho ritenuto di dare nella mia recensione alla tua ultima fatica “Lo Stilista”.

Noir sentimentale è una definizione che mi garba parecchio e che ben si attaglia alla mia scrittura. All’interno della macro-categoria giallo si nascondono tante differenti correnti. Nei miei racconti mi piace escano i sentimenti più profondi e reconditi dei protagonisti. Sono stanco dei soliti investigatori stereotipati con un passato complesso e la passione per le gonne facili, l’alcol e il fumo. Mi piace, invece, raccontare storie di persone comuni, coi propri punti di forza e di debolezza, la volontà di lottare per i propri ideali e di rialzarsi dopo ogni sconfitta.

Ci sono altri stili che prediligi, almeno come lettore, e in cui avresti voglia di cimentarti?

Sì, amo molto i romanzi contemporanei (non polizieschi) che mettono a nudo l’animo dei protagonisti. Penso a Abbadessa, Berto, Bricca, Mazzantini, Pontiggia…

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