Incontriamo nella sua San Donà Massimo Rossi. Ci aspetta ad un tavolino in piazza. Intervista a cura di Alessandro Noseda.
Buongiorno e grazie per l’accoglienza. Cosa beviamo?
E’ l’ora dello Spritz, un aperitivo che da queste parti è diventato un rito. Adeguatamente bilanciato da strizzare l’occhio a tutti per le sue dosi democratiche di acqua, prosecco e Aperol, agli esteti per il suo bel colore rosso chiaro e il perlage sciccoso, agli affamati per le olive, le patatine, e stuzzichini vari che vengono serviti in compagnia. Di solito ha un prezzo onesto. Ed è nato in Veneto, regione che del bere ha una concezione quasi mistica. Ottimo per fare quattro chiacchiere tra amici.
Ci racconti chi sei e perché leggi e scrivi?
Sono uno dei cento miliardi di organismi viventi appartenenti al genere umano che hanno avuto finora la ventura di vivere sul pianeta Terra. Un battito di ciglia se consideriamo i due milioni di anni trascorsi dalla comparsa dell’uomo. Nessuno può essere così ridicolo da prendersi sul serio! Leggo perché una sola vita non mi basta e cerco disperatamente di appropriarmi di quelle degli altri. Scrivo per esprimere quello che a parole non mi viene, per raccontare storie che nascono casualmente nella mia testa, e che in realtà sono distillati delle mie esperienze, conoscenze, e letture. Alla fine tutto è conseguente a qualcos’altro, come la pioggia che vien giù non perché hai appena lavato la macchina ma perché quelle grosse nuvole si sono incrociate proprio in quel momento sopra la tua testa. E non poteva essere altrimenti.